Europa League:
Sassuolo-Atl. Bilbao 3-0
Viktoria Plzen-Roma 1-1
Inter-H. Beer Sheva 0-2
Paok-Fiorentina 0-0
Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia
Estasi Sassuolo, disastro Inter. Il sublime e l’orrido, tra Modena e Milano, centocinquanta chilometri. Cover tutta per Mago Eusebio e la sua assatanata banda di ragazzini (e mancava Berardi). Dopo un primo tempo comprensibilmente “scusa se esisto”, la banda sassuolina libera calcio e schianta quelli dell’Athletic Bilbao, squadra che ne ha di tacche nobili in Europa. Tre a zero che segna il vertice calcistico nella piccola storia di questo piccolo club, orchestrato con la lucidità enorme del suo allenatore, dei suoi dirigenti e i soldi di Mr. Mapei.
Il Sassuolo è una realtà. Conosciuta un tempo solo per aver dato culla e ugola a Caterina Caselli (e a Pierangelo Bertoli), è oggi l’unica storia interessante del nostro calcio. Tra l’altro molto costruita su pezzi e scarti romanisti, a cominciare dalla panchina. Ancora a rete Politano, ex primavera giallorossa, giocatore sempre più importante. Tanto per introdurre la prima molto deludente pagina della Roma versione Europa League.
La squadra di Spalletti nasce stanca nella terra della Pilsen e non si scuote nemmeno con il solito rigore da bounty killer di Perotti dopo quattro minuti. S’affloscia anzi, come il travet di lungo corso che ha timbrato il cartellino. Mai viva e mai squadra, mentre i ceki del Victoria si dannano e trovano su bito il comodo pareggio. Il solito Jesus (capito perché la Milano nerazzurra ancora esulta?) sembra un bambolo costipato, inchiodato a terra invece che a una croce, senza peraltro manifestare un accenno di patimento o di pentimento. Malissimo.
Ci resta di stucco anche Alisson tardivo, che si rifà lui almeno con due paratone, la seconda a tempo scaduto. Male tutti. Soprattutto quelli che dovevamo dimostrare qualcosa. Male Fazio, malissimo Iturbe, caso da consegnare alla psichiatria del pallone, maluccio El Shaarawi che sembra tornato il pinocchietto moscio dei brutti tempi, non male Gerson che ha fisico e sinistro e deve solo trovare un po’ di sana protervia oltre che il suo posto nel mondo Roma.
Bene Paredes, unica vera nota lieta, considerando che Nainggo è rimasto lì, due settimane fa, all’eroico one man show con il Porto e Totti stavolta non miracoleggia a vantaggio di Dzeko. Vista da qui, non sembra una Roma destinata a grandi cose nemmeno nelle strade minori dell’Europa League. Mercato fallato, organico monco e troppe prime firme sotto la norme.
Inter-Hapoel Beer Sheva 4010bda
Male Roma, ma c’è chi fa peggio. Disastro Inter. Incarcerati nell’orribile nuova divisa a chiazze Handanovic e compagni somigliano alla loro divisa ragliando calcio contro gli onesti dell’Hapoel, una squadra almeno. Due a zero dentro un Meazza attonito, ma potevano essere quattro o cinque. Nemmeno trovano la forza di fischiare quelli dell’Inter, avendo già fischiato l’inguardabile Felipe Melo.
L’impresa è trovare il peggiore. Per Frank De Boer la panchina è già una graticola. S’immagina facile la sua voglia di scappare. Ci prova a buttare dentro nella ripresa Icardi, Banega e Candreva, ma il buio è troppo pesto. Cosa fanno i cinesi quando s’incazzano e la pazienza non ha più un limite? Lo capiremo presto.
Europa League- Viktoria Plzen-Roma 1-1 6c540
Dignitosa e poco più la Fiorentina a Salonicco. Tiene la partita in pugno ma senza mai trovare la porta. Quelli del Paok tirano una sola volta e questo significa che i viola dietro ci sanno fare. A tre giorni da Fiorentina-Roma, che invece dietro è un colabrodo.