Stefania Manservigi per sport.ilmessaggero.it
L’omosessualità nel calcio, un tabù duro a morire. O forse no? A squarciare la cortina di pregiudizi che ancora avvolge il dorato mondo del calcio è stato Liam Davis, un giovane centrocampista inglese diventato simbolo, per questo mese, della campagna Equal Game lanciata dalla UEFA, volta a promuovere la diversità nel calcio e nello sport.
Giovane, calciatore e, perché no, gay. Secondo la UEFA Liam Davis esprime al meglio il diritto che hanno tutti di giocare a calcio indipendentemente da tutto il resto, anche (e soprattutto) quando per tutto il resto si intende il proprio orientamento sessuale.
Il ventisettenne centrocampista proveniente dal Lincolnshire (Inghilterra), e in forza allo Cleethorpes Town FC nella Northern Premier League, era salito alla ribalta delle cronache tre anni fa per aver compiuto il gesto più rivoluzionario possibile in un mondo, quello del calcio, ancora legato a vecchi stereotipi difficili da superare: Davis aveva infatti fatto coming out, dichiarando pubblicamente, senza alcuna paura, di essere omosessuale.
Il caso aveva fatto discutere, e aveva riaperto un problema, quello dell’omofobia nel calcio, mai affrontato e risolto davvero.
L’outing di Liam Davis non è stato il primo, ma è stato sicuramente un gesto di coraggio: prima di lui ad uscire allo scoperto era stato Thomas Hitzlsperger, che però aveva trovato la forza di fare outing solo dopo aver appeso le cosiddette scarpette al chiodo. Diversa la scelta del giovane centrocampista del Cleethorpes Town FC che, pur non essendo una stella di fama mondiale, ha deciso di lanciare un messaggio deciso, esponendosi nel momento clou della sua carriera, rischiando in questo modo di veder naufragare il suo sogno professionale nel nulla.
Ma la scelta di Davis non lo ha mai penalizzato, come sottolinea il calciatore, che dichiara di aver sempre ricevuto tutto il sostegno possibile da parte dei club in cui ha militato realizzando, per di più, lo scorso maggio il sogno di giocare a Wembley, nel tempio del calcio, per la finale della FA Vase.
Quella di Liam Davis (che oltre al calcio oggi dirige un ristorante con il suo compagno in una piccola località balneare sulla costa del Mare del Nord dell'Inghilterra) è rimasta però una voce nel deserto: nonostante i tanti appelli lanciati dal centrocampista, ad oggi nessuno ha deciso di seguire il suo esempio.
Eppure qualcosa potrebbe cambiare. In una recente intervista al The Telegraph Liam Davis ha parlato della possibilità che, presto, si verifichi un outing collettivo. «Ho sentito qualcosa… C’è un gruppo di circa 20 calciatori professionisti europei che ha intenzione di farlo» ha dichiarato il giovane calciatore.
Utopia o realtà? Nell’attesa che altri calciatori decidano di seguire l’esempio del coraggioso Davis, e contribuire a far cadere una volta per tutte questo vecchio stereotipo, è ancora il giovane centrocampista a dare la scossa a un mondo del calcio che fatica a liberarsi dei suoi tabù.
«Non dovete mai pensare che sia necessario doversi presentare come un calciatore gay. Siete calciatori e basta.» dichiara Davis «Siete membri di una squadra. Se l'allenatore vi vuole in squadra, vuol dire che siete lì per i vostri meriti sportivi. Quello che fate al di fuori del campo è la vostra vita. La vostra vita è vostra... e il calcio è solo una parte della vostra vita!»
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