Estratto dell'articolo di M.Bon. per il “Corriere della Sera”
Quando dieci anni fa scoppiò fragoroso il caso Caster Semenya, i detrattori della celebre atleta sudafricana appoggiavano la loro indignazione su tre pilastri. La formidabile ottocentista sudafricana aveva masse muscolari da body builder (1), vinceva il 99% delle gare a cui partecipava (2) e sfiorò (3) il mitico, antico record del mondo di Jarmila Kratochvilova sui due giri di pista. Nessuna di queste condizioni si può applicare alla filiforme Imane Khelif, boxeuse di livello ma con decine di sconfitte alle spalle.
Semenya venne umiliata con ispezioni ginecologiche, costretta ad assumere anti-androgeni ed infine cacciata da World Athletics […] grazie a un regolamento condannato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Rifiutata dalla contestatissima International Boxing Association (sospesa per scandali arbitrali e finanziari), Khelif è stata accolta dal Cio che tra il 2021 e il 2023 ha elaborato una norma inclusiva per evitare ricorsi alle Corti dei Diritti Umani e uniformarsi alle leggi nazionali.
Il Cio […] lancia un principio decisivo: di fronte a un’atleta intersex (ma anche trans) è una federazione che deve dimostrare che i vantaggi sono iniqui, non l’atleta che deve discolparsi a priori. Se la federazione non ci riesce l’atleta deve essere fatta gareggiare tra le donne.
L’argomento è spinoso, perché se è vero che il testosterone in circolo in un uomo può essere decine di volte superiore a una donna è vero anche che nelle intersex può collocarsi su valori molto inferiori e, soprattutto, come forse nel caso di Khelif, non riflettersi sulla sua forza muscolare. La scienza ha poche certezze. La più solida arriva da un dinamometro applicato ai guantoni utilizzato in alcune ricerche scientifiche.
E che ci dice che un pugno ben assestato di un peso medio uomo arriva al volto con la forza di circa 2.600 Newton alla velocità di 47 km/h mentre quello di una donna della stessa categoria non supera i 1.600 Newton e i 40 km/h: una differenza sostanziale. Dei Newton dei pugni Khelif […], sappiamo poco. E quindi dobbiamo fidarci del Cio che spiega, tramite il suo portavoce Mark Adams che «nessuna atleta che dovesse mostrare vantaggi non equi nei confronti delle avversarie verrebbe ammessa a gareggiare contro una donna».
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