Marco Mensurati per “la Repubblica”
Doveva essere una vigilia di concentrazione e speranze. È stata una giornata gonfia di misteri e sospetti. La Ferrari arriva a Barcellona, circuito da cui dovrebbe partire la seconda parte del piano di recupero sulla Mercedes — quella in cui, dopo il lungo inseguimento, il musetto della Rossa finalmente dovrebbe affiancare la macchina di Hamilton e Rosberg — e si ritrova precipitata nel bel mezzo di un autentico “caso”, con il direttore sportivo sospeso dal suo incarico e lasciato a casa, insieme ad altri due membri del team.
La notizia, anticipata da Repubblica. it, irrompe nel paddock di Montmelò alle 10 di mattina sollevando indiscrezioni e sospetti. Alimentati anche dallo strano silenzio della Ferrari che sceglie di non fornire nessuna spiegazione ufficiale, «per motivi di privacy».
Solo un imbarazzato «no comment». Ufficiosamente dal motor home rosso trapelano varie versioni, la prima è che Rivola sia rimasto a casa per «gravi motivi personali», la seconda è che si sia «preso una settimana di vacanza». Detto che è davvero uno strano momento dell’anno per un direttore sportivo per andare in vacanza, nessun’altra notizia viene invece lasciata circolare sugli altri due membri del team assenti.
La vicenda, com’è evidente, è assai più complicata. Si scopre infatti che già dalla Malesia il cuoco e responsabile del catering era stato oggetto di non meglio precisate contestazioni da parte della dirigenza. A Shanghai era stato lasciato a casa. Provvedimento adesso esteso al responsabile della logistica (di cui il catering fa parte) e a Massimo Rivola che, team manager oltre che ds, aveva sotto di sé il settore. A Rivola, a quanto si è capito, viene contestato una sorta di «non poteva non sapere» relativamente all’operato dei suoi sottoposti.
Data la scarsa quantità d’informazioni ufficiali, è molto difficile capire il reale peso di questo caso. Di certo può essere interessante conoscere la storia recente di Rivola. Portato in Ferrari dalla Toro Rosso da Stefano Domenicali, di cui è personale amico e uomo di fiducia, Rivola era stato accusato dagli uomini della gestione Mattiacci di essersi troppo “alonsizzato” (tanto che in molti lo danno in partenza verso la McLaren).
Quando Sebastian Vettel è arrivato a Maranello ha trovato dunque Rivola sulla porta, ma siccome i due erano amici dai tempi della Toro Rosso, e si stimano parecchio, il tedesco ha chiesto esplicitamente ad Arrivabene — il quale in un primo tempo sembrava voler dare seguito alle decisioni di Mattiacci — di trattenerlo. Insomma, l’impressione è che tra l’amicizia con Domenicali e il rapporto con Alonso, Rivola non abbia pagato solo la responsabilità su quanto avvenuto nell’“area catering”. Al muretto, al suo posto, da oggi ci sarà un sostituto.
La speranza è che l’avvicendamento non sposti nulla nell’equilibrio che Arrivabene e i suoi (Rivola compreso) erano riusciti a creare nel team. Vettel ci crede: «Con un po’ di fiducia, presto, tra noi e la Mercedes sarà un confronto ad armi pari. Qui a Barcellona portiamo cose nuove sulla macchina e quindi ci aspettiamo un altro passo in avanti».
ALONSO MARCO MATTIACCI Massa, Domenicali, Alonso, Montezemolo, Botìn, Marchionne e Arrivabene