Carlos Passerini per il “Corriere della Sera”
Le certezze sulla Spagna sono due: la prima è che si può battere, come per pochissimo non ci sono riusciti prima i croati e poi gli svizzeri. Buona squadra, molto tecnica, in crescita, ma niente a che vedere con la generaciòn dorada capace di vincere Mondiale e due Europei fra 2008 e 2012.
La seconda è che per riuscirci bisogna prima togliergli la palla. Mica semplice: nelle 5 partite, il possesso non è mai sceso sotto al 70%. Ma se nelle prime due, pareggiate con Svezia e Polonia, il tiki-taka era un titic-titoc prevedibile e sterile, dalla terza in poi la Roja ha cambiato faccia.
Fondamentale il rientro di Busquets nel cuore del campo, dopo il Covid: con lui la squadra talentuosa ma acerba vista fin lì ha trovato la leadership tecnica e mentale che le serviva. La sapiente gestione di Luis Enrique ha fatto il resto: difendendo a spada tratta il gruppo dopo le pesantissime critiche iniziali è riuscito a compattarlo, spingendolo a tirare fuori risorse ed energie che nemmeno sapeva di avere. Ora si respira il senso dell' impresa.
E della rivincita, che in questi grandi tornei spesso fa la differenza, come noi sappiamo bene. Il simbolo di questa Roja desiderosa di mettere a tacere i critici è lo juventino Morata, passato dalle minacce di morte agli elogi, grazie anche all' aiuto dello psicologo. Contro la Svizzera c' è stato un passo indietro da parte di tutta la squadra, vero, ma è stato anche merito dell' efficace piano di Petkovic. I numeri però dicono che la Spagna ha segnato 11 gol nelle ultime 3 gare: significa che l' attacco, pur senza un vero e proprio fuoriclasse, va temuto.
Fin qui i pregi. Perché ovviamente non mancano i difetti. Un primo vantaggio è che i nostri avversari hanno giocato un' ora più di noi, per via dei due supplementari: non è un dettaglio. Il loro difetto principale, oltre a una difesa per niente inappuntabile con Laporte e Pau Torres, è l' incapacità assoluta di gestione delle fasi delle partite.
Come con la Croazia, anche con la Svizzera hanno dovuto praticamente vincere due volte. Supponenza? Immaturità? Vero che poi riescono a riprendere la partita, ma l' impressione di una squadra costantemente sull' orlo di una crisi di nervi c' era e resta.
È lì che dobbiamo infilarci, in quei lunghi momenti di black out durante i quali la Spagna torna a rivedere i suoi fantasmi. Se ci riusciamo, passiamo noi.