Stefano Boldrini per “il Messaggero”
Chi è il regista di questo finale di Premier? Vorremmo conoscere il suo nome: ci sta regalando un film da Oscar. Il 2-2 pirotecnico tra West Ham e Manchester City, con la squadra di Guardiola prima sprofondata nell'inferno, poi tornata in vita, a un passo dal paradiso con il rigore del 3-2 sprecato da Mahrez e poi confinata nel purgatorio dopo la parata di Fabianski sul tiro dell'algerino, si traduce in un + 4 sul Liverpool, in campo domani a Southampton.
In caso di successo dei Reds, il titolo si assegnerà domenica prossima, ultimo turno di campionato. Il Manchester City è padrone del suo destino, ma lo stesso destino vuole che lungo la strada che porta al quarto titolo in cinque stagioni dell'era-Guardiola si trovi l'Aston Villa di Steven Gerrard, icona del Liverpool, capitano dei Reds dal 2003 al 2015. Il 22 maggio, infatti, il cartellone recita: Liverpool-Wolverhampton e Manchester City-Aston Villa, alla stessa ora, perché anche nel campionato più ricco e spezzettato del mondo si riesce a proteggere l'elemento sportivo.
EMOZIONI
West Ham-Manchester City resterà nella storia di questa Premier. Padroni di casa in corsa per la Champions e avanti 2-0 al termine del primo tempo, con la doppietta dell'inglese Jarrod Bowen (24' e 45'), abile a sfruttare le indecisioni della difesa di Guardiola. Una retroguardia con i cerotti visibili nella gamba di Laporte recuperato all'ultimo momento e con gli anni di Fernandinho, 37 compiuti il 4 maggio e addio annunciato al club a fine stagione.
Aggiunta doverosa: l'inconsistenza del portiere Ederson, incerto e poco reattivo. Nell'intervallo, lettura dei libri di storia: in 52 casi in cui il City si è ritrovato in Premier sotto di due gol, 51 ko e 1 pareggio. Brividi. Ma qui, ecco la mano del regista. Al 49' il gol di Grealish, fino a quel momento uno dei peggiori in campo.
Pagato uno sproposito 117 milioni di euro - stagione inferiore alle attese e soprattutto al costo del cartellino, il tiro in controbalzo dell'inglese di origine irlandese rianima il City. Al 69' la rimonta viene completata: autorete spettacolare di Vladmir Coufal, sul cross di Mahrez. Una capocciata in tuffo.
Un regalo colossale e una spinta formidabile alla carica della banda di Guardiola, sopravvissuta poco prima a un possibile 1-3 provocato da uno sciagurato passaggio all'indietro di Fernandinho, vanificato da Antonio con un tocco impreciso. L'immagine di Pep in ginocchio con le mani sulla testa, disperato, è un altro tocco del famoso regista.
COLPO DI SCENA
Ma non è finita, perché quando Dawson sgambetta Jesus in area, il Var richiama all'ordine l'arbitro Taylor. Il fischietto inglese rivede l'azione al monitor e indica il dischetto. Rigore. Minuto 83'. Pensi: tocca a De Bruyne. Sbagliato: largo a Mahrez, non proprio cecchino infallibile. In totale, su 27 esecuzioni, 20 gol e 7 errori, il più recente della serie in Coppa d'Africa, il 20 gennaio.
In Premier, però, una lunga serie positiva: ultimo errore datato il 7 ottobre 2018, in casa del Liverpool: già, proprio i Reds. Mahrez ha il pallone del 3-2 e del possibile + 6 su Klopp, ma Fabianski è bravissimo. Morale: City a + 4, Liverpool che può ancora sognare non solo il sorpasso last minute in campionato, ma anche il famoso Quadruple e destino della squadra di herr Jurgen legato successo a Southampton permettendo a una prestazione mostruosa dell'Aston Villa all'Etihad. Gerrard, sicuro, darà l'anima e quella dei suoi giocatori per fermare il City. Sullo sfondo, la situazione della differenza reti, decisiva in caso di arrivo alla stessa quota. In questo momento, City + 72, Liverpool + 65. Il divario è di 7 gol a favore di Guardiola, ma in questa Premier, e con questa regia, mai dare nulla per scontato. Stefano Boldrini
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