Estratto dell'articolo di Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”
Per uno che nella sua tesi di laurea («Filosofia del Gioco.
L’estetica del calcio e il ruolo del portiere») palleggia indifferentemente con Messi, Dostoevskij, Buffon e Socrate, trovarsi di fronte a un capitano di nome Dante, per giunta di cinque anni più grande di lui, è il benvenuto ideale.
Ma è uno dei pochi tocchi di italianità che Francesco Farioli, neoallenatore del Nizza, è disposto a concedersi nella sua prima avventura in un campionato tra i migliori cinque d’Europa, alla guida di una squadra reduce da un nono posto deludente ma con una proprietà ricca ambiziosa.
Del resto non c’è da stupirsi, perché il percorso dell’ex tecnico dei portieri del Sassuolo di De Zerbi, prima all’accademia Aspire di Doha, poi nel triennio in Turchia nel suo felice debutto da capo allenatore, in Italia non sarebbe stato possibile per regolamento: all’età in cui Farioli si è seduto per la prima volta in panchina (32 anni) da noi si può iniziare il corso per il patentino Uefa Pro.
(...)
Nel suo elaborato per l’università di Firenze, facoltà di filosofia, corso di estetica, Farioli scrive cose come questa: «Il sogno è il calcio sottratto all’idiozia calcistica, alla volgarità degli italioti, alla corruzione e all’inquinamento che minacciano di soffocarlo: un calcio concepito in armonia con altre attività, modalità e sfere dell’esistenza, ricondotto nuovamente alla sua fonte originaria, al suo essere gioco carico di avventura e al piacere provato dai bambini».
In Turchia le sue idee e il suo approccio, che può sembrare naif ma è molto determinato, hanno attecchito subito, prima al Karamguruk (che poi si è affidato a Pirlo) e poi all’Alanyspor, lasciato di comune accordo a febbraio, poco dopo il terremoto. A Nizza, Farioli avrà un inizio di torneo molto tosto con Lille, Lione e Psg nelle prime cinque giornate. «Siamo in un tourbillon di emozioni — dice a Sky —. La società vuole migliorarsi, noi vogliamo portare gente allo stadio. Il calendario è un regalo di benvenuto, molto stimolante. Dante? Da quando ho 21 anni ho sempre avuto giocatori più grandi e più esperti di me. L’importante è essere credibili e essere onesti nella comunicazione». La rivoluzione di FF può iniziare: così vicino all’Italia, ma così lontano.