Alessandro Bocci per il Corriere della Sera
Forse non è più il Barcellona che intimidiva gli avversari con il blasone, li stordiva con il palleggio e li annientava con la qualità dei suoi attaccanti. Però Messi è ancora Messi, l' Inimitabile, l' uomo squadra a cui si aggrappa Luis Enrique nel momento del bisogno. Leo è il Pichichi della Liga e il capocannoniere della Champions. Sinora ha viaggiato alla media impressionante di 43 gol in 42 partite e anche se a Malaga, come tutti i suoi compagni, ha steccato di brutto, è sulle piccole spalle della Pulce che si appoggia l'orgoglio catalano.
La Juve e i suoi tifosi si chiedono: che Barça vedremo domani sera allo Stadium? Di sicuro turbato dalla sconfitta in Andalusia, che ha compromesso il campionato e allontanato l'idea forte di arrivare al triplete, il terzo dopo quelli del 2009 e 2015. Il Barcellona ha perso 7 gare in tutta la stagione, 3 nelle ultime 11 e agli sbalzi di umore accompagna quelli nel rendimento.
Messi, ancora senza contratto a 15 mesi dalla scadenza, promette scintille. Ci pensa lui con la collaborazione del pistolero Suarez e i balletti spesso letali di Neymar, che deve farsi perdonare l' espulsione folle di Malaga.
La Juve non si sente vittima sacrificale. «Sereni e consapevoli», scrive Allegri su Twitter. E senza paura. Il muro, guidato da Bonucci, contro Messi. Al resto ci pensa Higuain, 25 gol, 4 nelle ultime due partite. La primavera del Pipita fa ben sperare. Allo Stadium si parla argentino e si balla il tango. Messi e Higuain sono compagni nella Albiceleste e insieme, sino adesso, hanno perso tre finali (il Mondiale in Brasile più due Coppe America consecutive).
E nei prossimi dieci giorni solo uno riderà. Il Barcellona, dopo l' incredibile rimonta sul Psg, crede di essere immortale. Ma lo credeva anche prima di volare a Malaga. La Juve è solida e concreta, come il suo allenatore. E al fianco del Pipita sistema Dybala, il migliore contro il Chievo, senza contare che anche Mandzukic si è allenato ed è recuperato. «Il nostro tridente è migliore perché siamo una squadra», dice Cuadrado nella domenica della leggerezza. Da oggi l'attenzione dovrà essere sul fondamentale quarto di finale. La rivincita di Berlino.
Higuain contro Messi. Gonzalo è stato preso proprio per la Champions e lui ha scelto la Juve per vincere. «Non penso ai titoli personali, ma a quelli della squadra. Siamo pronti per una partita così». Dura, difficile, insidiosa. Il Pipita lo è di sicuro.
Con Messi ha poco in comune, se non il senso del gol. Leo fa squadra da solo, Higuain la squadra la esalta. Da questo punto di vista andrebbe accostato a Suarez. Ma pensando allo sviluppo complessivo del primo quarto di finale, dentro il fortino bianconero, è facile immaginare quali possono essere le chiavi dal punto di vista dei bianconeri: arginare Messi e liberare Higuain. Domani sera si gioca il primo tempo di una partita meravigliosa. Il ritorno al Camp Nou. Saranno dieci giorni pazzeschi.