MARCELL JACOBS AI CAMPIONATI ITALIANI DI RIETI
La Stampa intervista Stefano Mei, presidente della Fidal. Sembra che ci sia una maledizione sui finalisti: tutti quelli che sono finiti tra i primi otto in Giappone hanno avuto dei problemi.
Ci sono delle tasse da pagare. Per chi ha avuto più successo pure un giro in centrifuga tra appuntamenti mondani e commerciali. Fanno parte del pacchetto, non si possono evitare, non sarebbe giusto, magari si può imparare a gestire. A me è successo dopo la vittoria agli Europei: stravolgi le tue abitudini, non te ne accorgi neanche. Di Mennea ce ne era uno e comunque tornare a quell’atteggiamento non si può».
Troppo integralista?
«Tempi che non si possono neanche paragonare. Le pressioni che hanno oggi i ragazzi noi non le vedevamo neanche da lontano. Jacobs dimostra di essere su un altro pianeta, è lì che ci prova fino all’ultimo quando dopo il titolo olimpico e quello di campione del mondo indoor, con un Mondiale l’anno prossimo, questo avrebbe pure potuto saltarlo. Evitarsi le chiacchiere, invece ci prova fino all’ultimo e sembra che tutto gli scivoli addosso. Ha un’altra testa e deve solo fare attenzione a quello che gli dice il fisico. E pure Gimbo si è dedicato alla missione mondiale».
Lei ha spinto perché i Tamberi tornassero a lavorare insieme. Perché?
«Ho cercato di capire se c’erano le condizioni perché sono convinto che la priorità sia l’equilibrio. Ho trovato due persone disponibili. Marco è stato responsabile: il tecnico non è certo contento, ma il padre davanti al figlio in difficoltà non ci ha pensato un attimo».
Gianmarco però è stato molto duro quando ha annunciato la separazione.
«Non è un diplomatico, è fatto così. Con lui o va meravigliosamente bene o dannatamente male: si nutre di emozioni, quelle positive lo esaltano, le altre lo deprimono. È passionale e questo carattere lo ha portato a quell’oro incredibile. Sulla questione tecnica dentro le corde padre-figlio non entro. Area delicatissima».
IL MISTERO DI JACOBS
Mario Nicoliello per “Avvenire”
A una settimana dalla finale iridata dei 100 metri, sul reale stato di forma di Marcell Jacobs persistono dubbi. Il campione olimpico è in Oregon da inizio mese, ma arriverà all'appuntamento clou senza alcun confronto con i rivali stranieri.
Dopo Tokyo ha corso i 100 quattro volte, tutte in Italia, senza ottenere il riscontro cronometrico desiderato. Più ombre che luci quindi in un'annata cominciata stupendamente, ma poi complicatasi anche per scelte un po' avventate. Rileggere gli ultimi mesi può aiutare a comprendere meglio la situazione.
A fine 2021 Jacobs si era rimesso a lavorare a capofitto, svernando a Tenerife e portando a casa l'obiettivo della stagione al coperto 2022: il titolo iridato sui 60 metri ottenuto a Belgrado a suon di primato europeo. Era il 19 marzo e tutto faceva prefigurare un cammino rose e fiori verso il rendez-vous di Eugene. Dopo Pasqua i piani per la stagione all'aperto erano delineati: debutto a Savona il 18 maggio sui 200, poi tre volte i 100 in Diamond League (Eugene, Roma e Oslo), quindi Assoluti e partenza per gli States.
Tra una volata e l'altra previste tante apparizioni pubbliche per lanciare l'autobiografia. Il 1° maggio arriva il colpo di scena. Jacobs annuncia - via social, suo mezzo di comunicazione preferito - che debutterà in anticipo sabato 7 a Nairobi. Lo sprinter delle Fiamme Oro desidera infatti sfruttare i 1800 metri di altitudine della capitale keniana per tentare il grande tempo. È in Kenya che cominciano le peripezie di un 2022 fin qui stregato.
Alla vigilia del meeting, il bresciano accusa problemi gastrointestinali, finisce al pronto soccorso e deve alzare bandiera bianca. Al ritorno in patria, Jacobs è in pista allo stadio "Paolo Rosi" di Roma il 12 maggio. Lo stesso giorno partecipa nella capitale alla presentazione del libro della sua mental coach, dichiarando: «Devo capire come sto a livello fisico e quanto tempo mi serve per ricominciare a spingere. Mi allenerò anche nel week-end per comprendere come arrivare a Savona il 18».
Due giorni più tardi la conferma della presenza in Liguria, ma non negli auspicati 200, bensì nei 100. Prima di arrivare in riviera, Jacobs fa scalo a Milano dove ospite in tv da Fabio Fazio lancia la sua fatica letteraria, intitolata Flash. Alla Fontanassa gli allenamenti sono positivi, così il velocista azzurro si esibisce due volte sulla distanza preferita: 9''99 ventoso in batteria e 10''04 regolare in finale. «Ho fatto fatica, pensavo di correre meglio e invece mi manca brillantezza».
Quella sera Jacobs capisce che qualcosa al muscolo non va, ma gli impegni extra-sportivi lo portano a Torino, prima al Giro d'Italia poi alla Fiera del libro. Torna a Roma il 23 mattina per la presentazione del Golden Gala: «Non vedo l'ora di scendere in pista in un palcoscenico come questo».
Non una parola sulle sue condizioni fisiche, ma la doccia gelata arriva nel pomeriggio, quando finalmente - cinque giorni dopo lo sforzo di Savona - Jacobs si fa visitare all'Istituto di Scienza dello sport. La diagnosi parla di distrazione-elongazione di primo grado al bicipite femorale della gamba sinistra, un infortunio palesatosi proprio a Savona, ma scoperto (purtroppo) in ritardo. Per Jacobs una settimana e mezza di riposo e poi riabilitazione.
marcell jacobs ai mondiali indoor di belgrado 6
Tradotto: niente Diamond League a Eugene. Il 1° giugno altri accertamenti evidenziano che l'atleta non ha pienamente recuperato, quindi addio anche a Golden Gala e meeting di Oslo. Il 7 gli esami confermano il decorso positivo, così Jacobs inizia a lavorare in piscina e su un tapis roulant curvo. Il 9, ospite del Golden Gala, assicura che nella sua testa c'è solo il Mondiale.
Finalmente il 16 giugno arriva il via libera dai medici: Jacobs è guarito e può tornare a forzare. Si decide quindi per un doppio impegno ravvicinato: Assoluti a Rieti il 25 giugno e Diamond League a Stoccolma il 30. Jacobs torna in azione 38 giorni dopo Savona - stesso periodo che nel 2021 era decorso tra l'infortunio di maggio e il ritorno in gara di giugno, ma in quella circostanza non ci furono intoppi e Jacobs volò dritto verso il titolo a cinque cerchi -, conquista il quinto italiano di fila, ma non brilla: 10''17 in batteria e 10''12 in finale con vento contrario. «Per me è un periodo complicato, ma tra 3 settimane c'è il Mondiale e cercherò di conquistare tutto come l'anno scorso».
Il 29 in conferenza stampa nella capitale svedese si dice recuperato, ma appena qualche ora più tardi gli basta intensificare il ritmo per avvertire un fastidio all'altezza del gluteo. L'indomani, a tre ore dalla volata, arriva la rinuncia: «Fosse per me gareggerei in ogni occasione, ma lo sport è anche questo.
Siamo esseri umani, non macchine». Dalla Svezia, via Londra, Jacobs approda quindi in America, dove si sta allenando sulla pista del suo sponsor tecnico a due passi da Portland. La batteria dei 100 è in programma nella notte italiana tra il 15 e il 16 luglio, mentre semifinale e finale saranno ventiquattr' ore più tardi. È più che mai una corsa contro il tempo, ma il campione olimpico vuole rispondere presente.
marcell jacobs vs ilaria spagnuolo foto mezzelani gmt 046 marcell jacobs oro nei 60 metri a belgrado 4 MARCELL JACOBS AI CAMPIONATI ITALIANI DI RIETI marcell jacobs nicole daza JACOBS STEFANO MEI MARCELL JACOBS GIANMARCO TAMBERI GIOVANNI MALAGO MARCELL JACOBS E NICOLE DAZA 1 MARCELL JACOBS E NICOLE DAZA 3 marcell jacobs nicole daza 3 MARCELL JACOBS AI CAMPIONATI ITALIANI DI RIETI