Dagoreport
gabriele gravina e roberto mancini
Cosa accadrà se l’Italia non centrerà per la seconda volta di fila la qualificazione al Mondiale? Sarebbe l’ennesima tragedia Nazionale che scuoterebbe dalle fondamenta il Palazzo del calcio. In caso di flop mondiale il ct Mancini, corteggiatissimo all’estero (in primis dal Manchester United), rassegnerebbe le dimissioni. E Gravina? Il presidente Figc si fa scudo dell’Europeo vinto e prova a fare il pesce in barile.
Le dichiarazioni sulla possibile naturalizzazione di Joao Pedro (“Mi rimetto a Mancini per le scelte tecniche, Il progetto prevede la valorizzazione dei giovani del vivaio”) lasciano intendere come il numero 1 della Federcalcio voglia slegare la sua posizione da quella del commissario tecnico. Altro che “simul stabunt, simul cadent”, siamo al si salvi chi può. Quattro anni fa la mancata qualificazione al Mondiale provocò le dimissioni del tandem Ventura-Tavecchio. Una scellerata gestione tecnica travolse il presidente Figc (non esente da colpe, a partire dalla scelta dell’unfit Giampiero Ventura).
In questo caso, lo scenario è diverso. Roberto Mancini è il meno colpevole di tutti. Ha vinto l’Europeo, ha centrato 37 risultati utili di fila, è stato “tradito” due volte dal rigorista Jorginho nelle due gare decisive con la Svizzera e ha dovuto ingoiare negli ultimi mesi le defezioni per misteriosi infortuni di diversi calciatori. Per le gare di spareggio con Macedonia e Portogallo, inoltre, non sembra sia possibile rinviare la giornata di campionato per permettere una migliore preparazione:
“Le possibilità sono ridotte al lumicino. Il problema è tecnico perché le giornate non ci sono”, ha detto Gravina. Intanto la riforma dei calendari e dei campionati, per non parlare di quella dei tanto sbandierati vivai, l’introduzione di norme per garantire quote di calciatori italiani nelle rose e in campo restano lettera morta.
L’appuntamento con i playoff mondiali è cruciale anche per il numero 1 del calcio italiano. Le guerre (con Lotito), i ritardi sugli stadi, le ciance sulla “sostenibilità” del calcio fiaccato da inchieste su plusvalenze e dal nodo delle multiproprietà chiamano direttamente in causa la Federcalcio. Di fronte all’ennesimo clamoroso fallimento mondiale come farà Gravina a nascondersi?