LA CRISI SENZA FINE DI VETTEL – TERRUZZI: ''BATTUTO IN QUALIFICA E IN GARA DA LECLERC, IL TEDESCO ESCE CON LE OSSA ROTTE DAL BAHREIN PROTAGONISTA DI UN ALTRO ERRORE NEL MOMENTO DI MASSIMA TENSIONE" – PER LA FERRARI C’È GIÀ UN RITARDO DA COLMARE MA ANCHE UN PANORAMA TUTT’ALTRO CHE BUIO: CHARLES È VELOCE, FREDDO, AGGRESSIVO, PORTATORE DI UNA GRAZIA RARA”

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Giorgio Terruzzi per corriere.it

 

 

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È assai povero il bottino Ferrari dentro un weekend che aveva rivoluzionato gli umori della truppa, chiuso con la seconda doppietta Mercedes in due gare. C’è già un ritardo da colmare ma anche un panorama tutt’altro che buio. Con dentro una prestazione di prim’ordine non ancora confortata dall’affidabilità: meglio comunque del contrario, vale a dire di ciò che accadde in Australia nel Gp di apertura.

 

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In aggiunta, abbiamo un pilota che viaggia con la sicurezza di un campione navigato nonostante gli anni, 21. Veloce e freddo al punto da rimediare l’unica incertezza commessa in Bahrein, al via; aggressivo nel rimontare e superare Vettel con precisione chirurgica, razionale e tosto anche quando si è trattato di fare corsa di testa, allungando, piazzando il giro veloce della corsa. Leclerc, va detto ancora sottovoce, sta confermando ogni aspettativa e si è già mosso in modo da creare qualche problema al suo blasonatissimo capitano.

 

 

Il debutto

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È Vettel il più segnato dalla trasferta nel deserto: battuto in qualifica e in gara dal ragazzino di famiglia; messo in crisi ancora una volta da Hamilton, protagonista di un altro errore nel momento di massima tensione. Opaco nel giorno in cui Leclerc ha illuminato l’intera platea. Il confronto pone un primo imbarazzo, rimanda ai patimenti del tedesco datati 2018 e adesso servono tatto e vitamine onde evitare ulteriori complicazioni per una squadra che ha la necessità di recuperare sulla Mercedes sfruttando entrambi i piloti; che deve fronteggiare un fenomeno come Lewis, sempre capace di cacciare in pista una qualità impressionante anche quando tocca patire, remare, combattere.

 

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Non c’è da stare allegri, s’intende, ma nemmeno da perdere la fiducia di fronte ad uno scenario tecnico contraddittorio e tutt’altro che stabile. Il tutto mentre la F1 ha a che fare con i sintomi di un nuovo, provvidenziale innamoramento collettivo. Leclerc, delicato e feroce, sembra portatore di una grazia rara. Parla un perfetto italiano, muove tenerezza e ammirazione al pari di un figlio dotato e brillante e ha già stabilito un record da entusiasmo in due sole apparizioni in Rosso.

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