Cinzia Meoni per “il Giornale”
Dopo la sconfitta di ieri a Madrid contro l' Atletico, la Juve si è trovata a dover inghiottire un calice amarissimo anche in Borsa. Il titolo del club torinese ha infatti lasciato sul campo l' 11% a 1,28 euro con volumi pari a tre volte la media mensile giornaliera. Non solo. In una sola seduta di Borsa sono sfumati 150 milioni di capitalizzazione. Nonostante la battuta d' arresto, però, il titolo ha guadagnato quasi ottanta punti percentuali negli ultimi dodici mesi.
Il ko di ieri mette a rischio il passaggio della Vecchia Signora ai quarti di finale di Champions League e i 41,5 di milioni di ricavi aggiuntivi di montepremi che potrebbero essere inseguiti conquistando la coppa (10,5 milioni per i quarti, 12 per le semifinali, 15 milioni per la finale e altri 4 in caso di vittoria). Il verdetto si conoscerà il 12 marzo a Torino, giorno del ritorno, anche se i due gol subiti dalla Juve mettono una pensante ipoteca sul futuro europeo dei bianconeri. In ogni caso il percorso fino a qui effettuato in Europa dalla Juve è stato comunque più che redditizio: i bianconeri, secondo le stime degli esperti, potrebbero già aver incassato oltre 82 milioni dai premi complessivi Uefa (di cui 9,5 milioni di qualificazione agli ottavi), senza poi considerare le vendite al botteghino.
Al di là di tutto, il peso della Champions League sui dati della Juve è comunque relativo. Il club infatti è riuscito a mettere a segno una crescita di quasi il 90% in termini di fatturato negli ultimi sette anni e, al contempo, a diminuire la dipendenza del proprio bilancio dalla permanenza nella rassegna europea. La società ha aumentato il peso degli introiti dalle vendite dei biglietti all' Allianz Stadium, dai diritti tv, dal merchandising e dalle sponsorizzazioni. L' acquisto di Cristiano Ronaldo la scorsa estate, pur mettendo sotto pressione la posizione finanziaria netta (il debito a fine giugno si attestava a 310 milioni e, con l' ingresso in squadra del bomber portoghese dovrebbe aumentare), punta ad accelerare questo trend.
LA SIMULAZIONE DI BONUCCI IN ATLETICO MADRID JUVENTUS
Ne è un chiaro esempio l' accordo di sponsorizzazione con Adidas rinnovato lo scorso dicembre e che, grazie all' accresciuta visibilità del club, passa da 23,25 a 40 milioni per questa stagione e a 51 milioni all' anno a partire dalla prossima stagione e fino al 2027. Ora l' obiettivo della società è quello di centrare quanto prima un giro di vendite da mezzo miliardo dai 411 milioni di fatturato registrati nell' ultimo esercizio. Qualche indicazione in più potrebbe essere fornita dal management con la pubblicazione delle semestrale prevista il prossimo 28 febbraio.
Intanto una settimana fa, la società sia riuscita a gestire con successo il lancio di un' obbligazione quinquennale da 175 milioni (25 milioni più del previsto grazie a una domanda che ha toccato quota 250 milioni), con una cedola fissa pari al 3,375% (molto meno del 4,875% pagato dall' Inter, un anno fa con un' emissione) destinata a rifinanziare il debito bancario.
2 - TUTTI I RISCHI DI UNA JUVEXIT
Tony Damascelli per “il Giornale”
La Juventus non è crollata soltanto sul campo di Madrid ma anche in Borsa. Alle azioni della squadra di football rispondono le azioni del club in evidente sofferenza.
Andrea Agnelli sa benissimo che l' eventuale uscita dalla Champions league, in questi ottavi di finale, avrebbe una pesantissima ricaduta non soltanto finanziaria, per la quale sono stati approntati alcuni interventi, ma di immagine, di mercato pubblicitario, di peso mercantile che la Juventus andrebbe a scontare su uno scenario non soltanto nazionale.
Uscire significherebbe non figurare tra le migliori otto squadre d' Europa, questo dopo aver investito una cifra colossale per portare a Torino il migliore calciatore del Continente, Cristiano Ronaldo, con un esborso che ha trovato anche alcuni ostacoli e perplessità all' interno del gruppo, non dico esclusivamente quello della ristretta famiglia bianconera.
Esistono priorità e investimenti più importanti, secondo una corrente di pensiero e di azione che non accetta volentieri una esposizione debitoria così forte e clamorosa rispetto al recente passato, segnato da utili, da una gestione più oculata e da risultati più soddisfacenti.
La Juvexit provocherebbe contraccolpi che potrebbero coinvolgere la guida tecnica e alcuni tesserati tra i più illustri e di peso, per i loro salari, sul bilancio contabile, da Dybala ad Alex Sandro a Pjanic, tenendo anche conto dei limiti anagrafici di Chiellini, capitano che si avvicina a compiere trentacinque anni, uno in più del fuoriclasse Cristiano Ronaldo.
Venti giorni per evitare il tracollo, venti giorni per organizzare una risalita, in campo e in Borsa. Una missione non impossibile, quella agonistica, molto più critica quella finanziaria. La Juventus non giocherà soltanto per battere l' Atletico di Madrid ma per allontanare le attuali, improvvise paure.
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