FONSECA ALLONTANA L’OMBRA DI ALLEGRI - LA ROMA (SEMPRE SENZA DZEKO) LIQUIDA IL VERONA 3-1 E TORNA AL TERZO POSTO – UNA VITTORIA CHE PUNTELLA LA PANCHINA DEL PORTOGHESE CHIAMATO ORA A RISOLVERE IL REBUS DZEKO - BORJA MAJORAL ANCORA IN GOL - DUE GRANE PER IL TECNICO IN VISTA DELLA SUPERSFIDA DI SABATO CON LA JUVE: NON CI SARA’ PELLEGRINI (ERA DIFFIDATO ED E’ STATO AMMONITO). DA VALUTARE SMALLING COSTRETTO A USCIRE PER INFORTUNIO DOPO DODICI MINUTI…

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Andrea Pugliese per gazzetta.it

 

Tutto nel primo tempo, dove la Roma costruisce la sua vittoria e si riappropria del terzo posto, rimettendosi alle spalle quella Juventus a cui farà visita sabato prossimo. Il 3-1 finale porta la firma di Mancini, Mkhitaryan e Borja Mayoral, ma a brillare sono stati anche Pellegrini, Ibanez e Spinazzola.

ROMA VERONA ROMA VERONA

 

Per il Verona, invece, un primo tempo assurdo, senza praticamente mai essere dentro la partita. Nella ripresa Juric ha cambiato un po’ tutto e trovato una squadra completamente diversa da quella precedente. Ma oramai era davvero troppo tardi per raddrizzare i giochi.

 

BUM BUM BUM

Fonseca e Juric si schierano a specchio, con un 3-4-2-1 fatto di scontri e duelli, soprattutto in mezzo al campo. In tribuna c’è Roberto Mancini che dà il suo bentornato ad El Shaarawy, mentre Dzeko fa più o meno lo stesso con il giovane Reynolds, svolgendo a tutti gli effetti il compito di capitano della squadra. La Roma però deve rinunciare quasi subito a Smalling, uscito dopo 12’ per l’ennesimo problema muscolare di questa stagione (stavolta al flessore della coscia sinistra).

 

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L’equilibrio dura solo una ventina di minuti, perché poi la Roma piazza tre gol uno dietro l’altro in appena 9 minuti (dal 20’ al 29’). Ad aprire le danze è Mancini di testa su angolo, poi il bis è di Mkhitaryan dal limite e il 3-0 lo sigla Borja Mayoral su respinta di Silvestri su conclusione da fuori di Pellegrini.

 

Un’accelerata forte, improvvisa, decisiva, favorita anche dagli svarioni difensivi e da una prestazione choc di Silvestri. Sopra 3-0 diventa tutto scolastico per i giallorossi, anche se poi Veretout continua a correre ed a verticalizzare e Ibanez dietro giostra bene il reparto. Dall’altra parte, invece, Kalinic gioca sempre spalle alla porta e Zaccagni e Barak non riescono mai trovare spazi importanti tra le linee. A salvarsi, a conti fatti, è il solo Tameze, che in mezzo recupera e gioca tantissimi palloni.

fonseca fonseca

 

REAZIONE GIALLOBLÙ

  Nei primi minuti della ripresa la Roma va vicina più volte al 4-0 (due con Spinazzola e una con Veretout), allora Juric decide di cambiare tutto, abbassando Barak a fare la mezzala e mandando dentro Dimarco, Bessa e Colley (oltre a Lasagna, entrato già all’inizio della ripresa, per lui esordio in gialloblù). Il tutto funziona, perché il Verona trova energie fresche in Dimarco e Colley e maggiore equilibrio con Barak a palleggiare. Così arriva anche il 3-1 con Colley su assist di Bessa, anche se a essere compartecipi sono Spinazzola (errore in uscita) e Mancini (marcatura lenta). Il gol ridà fiducia ai veneti, con Colley pericoloso in un altro paio di occasioni.

 

L’inerzia ora è tutta a favore dei veneti, che hanno più forza e intensità rispetto ad una Roma un po’ ferma sulle gambe. In contropiede, però, i giallorossi trovano anche gli spazi per fare ancora male, ma non riescono più a concretizzare come nel primo tempo. E allora finisce con una parata di Pau Lopez su Lasagna e la Roma a festeggiare tre punti pesantissimi.

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