Dagonota
Nell’impero dei Friedkin non si muove foglia che Marc Watts non voglia. L’avvocato e presidente del gruppo imprenditoriale che fa capo a Dan e Ryan, proprietari della Roma, è l’uomo centrale in tutti gli affari dei texani. È lui che ha curato la due diligence per l’acquisto del club giallorosso. Che sia lui ora a curarne la vendita?
FRIEDKIN
Luca Valdiserri per corriere.it - Estratti
Si può spendere un miliardo in rose e gioielli e sentirsi urlare in faccia: «Sparisci e non farti più vedere»? Chissà se questo pensiero sta passando per la mente di Dan Friedkin, presidente della Roma sempre più in crisi e soprattutto sempre più contestata dai suoi tifosi. Gli stessi innamorati che con Mourinho e De Rossi riempivano lo stadio con un filotto di sold out, adesso chiedono alla presidenza americana di vendere e spostarsi definitivamente in Inghilterra (Everton) e Francia (Cannes).
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Dan Friedkin, 59 anni, moglie e quattro figli, proprietario e ceo del Friedkin Group, secondo la rivista Forbes è al posto numero 358 degli uomini più ricchi al mondo, con un patrimonio quantificato in 7,6 miliardi di dollari a settembre 2024. Le fondamenta dell’impero, creato dal padre Thomas, sono nel Gulf States Toyota, monopolista del marchio automobilistico giapponese per Texas, Arkansas, Louisiana, Mississippi e Oklahoma. Da buon imprenditore, però, Friedkin ha diversificato gli investimenti nell’alberghiero (Auberge Resort) e nell’entertainment (Imperative Entertainment).
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Dan è un uomo abituato a vincere: con due film dello svedese Ruben Ostlund — The Square e Triangle of Sadness — ha trionfato al Festival di Cannes con le Palme d’oro 2017 e 2022. E, per riconoscenza, ha comprato il Cannes Football Club, quarta divisione francese, in grave crisi finanziaria, affidandone la presidenza al figlio Ryan, che prima viveva fisso a Roma e adesso se ne tiene lontano.
La Roma, negli ultimi mesi, si era trasformata nel regno della ghigliottina: via Mourinho, De Rossi e ieri Juric sulla panchina; Tiago Pinto, Berardi, Scalera, Vergine, Wandell, Zubiria e Souloukou nello staff tecnico e dirigenziale. Lina Souloukou, la ceo greca assunta per gli ottimi rapporti con l’Eca, è stata – secondo gli standard made in Usa – una brava «ottimizzatrice delle risorse umane» (leggi: tagli e licenziamenti) ma con mire machiavelliche di dominio sul club.
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Come ha scritto Marco Bellinazzo sul Sole 24 Ore, Friedkin ha investito 199 milioni di euro per l’acquisto del club da James Pallotta, 26 per l’Opa sul flottante e 622 per il fabbisogno finanziario del club. Marco Iaria, sul sito di Dazn, ha scorporato le cifre: 199 milioni per l’acquisto, 163 nel 2020-21, 206 nel 2021-22, 232 nel 2022-23 e 20 nel primo trimestre 2023-24.
I risultati sportivi sono stati: un settimo posto e tre sesti posti in campionato, senza mai qualificarsi per la Champions League; una Conference League conquistata con Mourinho in panchina; una finale di Europa League che Mou considera scippata dall’arbitro inglese Taylor; una semifinale di Europa League conquistata da Daniele De Rossi, poi licenziato dopo solo 4 giornate di questo campionato per assumere il fallimentare Juric (4 vittorie, 3 pareggi, 5 sconfitte, 15 gol fatti e 17 subiti, la peggior media punti nelle ultime venti stagioni).
Dan Friedkin, in una forma di colonialismo calcistico al contrario, ha sempre preferito allenatori stranieri a quelli italiani: Fonseca, Mourinho e Juric (che comunque si è formato in serie A) con il breve intermezzo di De Rossi, che era stato scelto per ricevere la pesante eredità di Mou. La proprietà gli ha fatto firmare un contratto triennale ma evidentemente non era convinta di lui.
striscione contro friedkin a ladispoli a la posta vecchia
Anche in questo momento dentro la Roma ci sono più anime. Dan si è fidato in passato degli algoritmi di Charles Gould e della CAA di proprietà di Frank Trimboli: le voci su Lampard, Potter e Terzic sono in questo senso in continuità. Ghisolfi, direttore sportivo in disgrazia, ha consigliato prima il ritorno di De Rossi e poi una guida comunque italiana. Il procuratore sportivo Beppe Riso, molto vicino a Lina Souloukou, aveva consigliato Juric.
Contatti informali sono stati presi con Roberto Mancini, che sarebbe la soluzione più logica. Le decisioni dei Friedkin, però, ultimamente non sono state logiche, altrimenti non sarebbero alla ricerca del terzo allenatore in pochi mesi. Secondo Dagospia, Dan e Ryan Friedkin sarebbero in incognito in un hotel della costa laziale, pronti a presentarsi a Roma con il nuovo nome. La tragedia (calcistica) rischia di trasformarsi in farsa.
roma inter - striscione di protesta dei tifosi contro i friedkin dan friedkin roma inter - striscione di protesta dei tifosi contro i friedkin ROMA UDINESE - PROTESTA DEI TIFOSI CONTRO I FRIEDKIN friedkin
STRISCIONE CONTRO FRIEDKIN roma inter - striscione di protesta dei tifosi contro i friedkin