Enrico Currò e Luca Pagni per “la Repubblica”
Niente derby per Mister Bee. E la firma per il passaggio del 48% delle quote del Milan al nuovo socio di Berlusconi, a questo punto, comincia a diventare un giallo, alimentato anche dalle voci sul rapporto improvvisamente distaccato tra il broker thailandese e il padrone del club, dopo tanti mesi di feeling dichiarato da entrambe le parti.
MISTER BEE - LICIA RONZULLI - GERARDO SAGAT
Per fugarlo non resta che attendere una decina di giorni: Bee Taechaubol, nella nuova agenda, è infatti atteso a Milano l' ultima settimana di settembre.
Il suo arrivo era stato preannunciato più volte, sia da fonti del Milan sia di area berlusconiana. Il programma prevedeva la sua presenza in tribuna al derby di domenica prossima, al fianco del proprietario, con la famiglia dell' imprenditore asiatico al gran completo: la scena doveva rappresentare anche sul piano simbolico l' ingresso ufficiale del nuovo socio nel calcio italiano, la sua presentazione ai tifosi milanisti a corredo della firma su una trattativa che va avanti ormai da quasi un anno. Ora, però, la vetrina è saltata e l' assenza di Bee ha alimentato ogni genere di ipotesi. Con la possibilità che a saltare sia l' intera operazione.
Le congetture sull' eventuale stop della trattativa, arrivata a un passo dal traguardo e preparata da importanti studi legali internazionali, nascono in primo luogo dal crollo della Borsa cinese: il progetto di espansione del marchio Milan, presentato da Bee, è infatti basato, dopo l' ingresso iniziale come azionista col 48% delle quote pari a 480 milioni di euro, sulla successiva quotazione del club su una Borsa asiatica, presumibilmente Hong Kong, entro un anno e mezzo.
Ma la bolla cinese - la principale garante dell' operazione è CITIC bank, istituto controllato dal governo di Pechino - rende al momento impossibile la seconda fase dell' operazione Milan. Un motivo di attrito tra Berlusconi e Bee sarebbe inoltre la campagna acquisti per il rafforzamento della squadra. Dopo l' avvio incoraggiante, con gli investimenti per Bacca, Luiz Adriano, Bertolacci e Romagnoli, la scelta di prendere soltanto giocatori a basso costo - Balotelli in prestito gratuito e Kucka per 3 milioni - avrebbe allarmato Taechaubol, già indispettito dall' accantonamento del suo consulente di mercato calcistico Nelio Lucas e convinto che, senza gli adeguati risultati del campo e l' innesto di campioni di fama internazionale, non sia facile vendere il marchio Milan.
Ha aggiunto confusione il dietro-front sulla questione del nuovo stadio voluto da Barbara Berlusconi, con l' area del Portello prima presentata come l' unica opzione possibile e poi clamorosamente abbandonata (per la soddisfazione di Fininvest e di Marina Berlusconi), malgrado l' ok di Fondazione Fiera.
Fininvest ha sdegnosamente smentito che dietro la quotazione stratosferica accettata da Bee per entrare nel Milan - un miliardo di euro - ci possa essere una manovra per riportare in Italia denaro di Berlusconi. Né i retroscena sulle operazioni di mercato sull' asse Galliani-Raiola - Balotelli come antipasto obbligato del ritorno di Ibrahimovic, l' asso nella manica del procuratore, da sempre in rapporti privilegiati con l' amministratore delegato milanista - hanno apparentemente causato scossoni, in un ambiente preoccupato al momento dalla falsa partenza della squadra e dai duri rimproveri dell' inflessibile Mihajlovic. Ma ormai soltanto l' arrivo di Taechaubol, entro fine mese, può fare chiarezza nel Milan più caotico del trentennio berlusconiano.