GLI INGLESI HANNO INVASO ROMA, MA GLI ITALIANI NON POTRANNO ANDARE A WEMBLEY - ERANO IN 1.600 NELLA CAPITALE, MOLTI HANNO BEFFATO CONTROLLI E OBBLIGHI DI QUARANTENA VOLANDO A NIZZA E PRENDENDO L’AUTO - GLI IRREGOLARI SONO RIMASTI FUORI DALLO STADIO, MA HANNO GIRATO LIBERAMENTE IN CITTÀ, COL RISCHIO DI DIFFONDERE LA VARIANTE DELTA - SEMIFINALE E FINALE A LONDRA OFF LIMITS PER I NOSTRI TIFOSI...

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1 - TIFOSI INGLESI A ROMA BEFFANDO I CONTROLLI, 50 FERMATI IN HOTEL

Mauro Evangelisti e Camilla Mozzetti per “Il Messaggero

 

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Alla fine gli inglesi sono arrivati, sono entrati a Roma violando le norme e beffando i controlli. E perfino i giornalisti di The Sun hanno documentato quanto sia stato facile aggirare le timide verifiche degli italiani, partendo da Londra, passando da Nizza, terminando il viaggio sotto il Colosseo, senza che nessuno li abbia fermati.

 

INVASIONE

Certo, l'invasione degli inglesi per la partita degli Europei contro l'Ucraina è stata limitata: non erano i 3.000 temuti inizialmente ma 1.600 contati dalla Questura con il monitoraggio dei biglietti.

 

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E sì: una parte dei tifosi della nazionale di Sterling è residente in Italia, in paesi dell'Unione europea o, magari, vive a Dubai, dunque non ha infranto le limitazione anti Covid che impongono, a chi nelle ultime due settimane è stato nel Regno Unito, cinque giorni di quarantena e un tampone al termine dell’isolamento.

 

Ma un'altra fetta consistente di tifosi inglesi è riuscita ad arrivare a Roma direttamente dall'Inghilterra, dove sta dilagando la variante Delta. Quanti? Difficile fare una stima, ma sarà utile sapere che una cinquantina sono stati intercettati in 27 hotel di Roma. Sono stati fermati? Sanzionati? No.

 

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Un inglese in Italia può entrare, la violazione avviene solo se non rispetta i cinque giorni di isolamento. In linea teorica, se non si dimostra che è uscito dall'hotel, non ci sono margini di intervento con una sanzione.

 

Per questi 50 tifosi trovati - tutti con il biglietto per accedere allo stadio - i ticket sono stati annullati, bloccati e i loro nomi sono finiti nella cosiddetta blacklist in mano alle forze dell'ordine impiegate nei servizi all'Olimpico e nelle fan zone.

 

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Allo stadio e nelle aree riservate ai tifosi a piazza del Popolo e via dei Fori Imperiali i controlli ci sono stati, sono stati passati al setaccio documenti, certificati di test antigenici, date di acquisto del biglietto.

 

Chi non era in regola, chi non poteva dimostrare di trovarsi in Italia o all'interno dell'Unione europea, alla partita non entrava. Ma dal punto di vista epidemiologico, respingere ai tornelli i tifosi inglesi giunti da Londra o Manchester non ha avuto alcuna utilità.

 

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Hanno passeggiato in città, frequentato bar, supermercati e ristoranti, sono saliti su taxi, treni, convogli della metropolitana. Ha detto prima del fischio di inizio la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese: «La partita dell'Inghilterra? Nei giorni scorsi abbiamo messo in atto, con la Fgci e con il sottosegretario allo Sport, tutta l'attività preventiva. Spero che tutto quello che abbiamo fatto sia sufficiente».

 

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Se cinquanta sono stati individuati negli hotel, è presumibile che almeno 200-300 (stima molto prudente) l'abbiano fatta franca, perché magari hanno soggiornato in qualche b&b illegale.

 

Prima della partita, ad esempio, c'erano tifosi inglesi, visibilmente ubriachi, in coda in una farmacia per sottoporsi al test antigenico e mostrare il certificato all'entrata dello stadio. La loro tesi: «Siamo rimasti cinque giorni isolati e poi abbiamo eseguito il tampone, come richiesto dalla legge italiana».

 

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Molto difficile da credere, visto che sei giorni fa ancora non si sapeva se l'Inghilterra avrebbe conquistato il diritto di giocare il quarto di finale degli Europei. Come hanno fatto ad aggirare i controlli?

 

I giornalisti di The Sun lo hanno mostrato: aereo da Londra a Nizza perché l'Unione europea ha regole differenti e la Francia non impone limitazioni agli inglesi; poi hanno noleggiato delle auto francesi, passato il confine, fatto tappa a Firenze, infine missione coreografica a bordo di tre Mini (una bianca, una rossa e una blu) sotto il Colosseo, dove hanno scattato foto e girato video con tanto di mascotte (il Leone) della nazionale. Qualcuno li ha fermati? No.

 

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THE ITALIAN JOB

Nell'articolo hanno spiegato che per quello che hanno chiamato l'Italian Job (citazione del titolo di un vecchio film), in linea molto teorica, nessuno ha violato la legge perché la normativa consente a un inglese di viaggiare in Italia per 36 ore per ragioni di lavoro.

 

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Ma il percorso Londra-Nizza-Roma, documentato da The Sun, è lo stesso seguito da molti inglesi per raggiungere l'Olimpico. La Questura aveva svolto dei controlli sulle liste dei passeggeri dei voli provenienti dal Regno Unito e dall'Ucraina (per questa nazione i divieti sono ancora più stringenti), in città sono stati organizzati cinque check-point e la fan zone di piazza del Popolo è stata presidiata.

 

Tutto il centro di Roma, da Campo de' Fiori a Fontana di Trevi era blindato. «E chi non è in regola allo stadio non è entrato». Vero, ma il problema non era l'Olimpico o la sanzione da 400 euro per il tifoso inglese che ha violato l'ordinanza del Ministero della Salute (e chissà se sarà mai pagata da un cittadino del Regno Unito). Il problema è ciò che è successo prima.

 

2 - MA LONDRA RESTA OFF LIMITS: NIENTE TRASFERTA PER GLI ITALIANI, BIGLIETTI NEPPURE IN VENDITA

Emiliano Bernardini per “Il Messaggero

 

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L'Italia giocherà martedì la semifinale contro la Spagna a Wembley senza tifosi. L'Inghilterra è off limits. Regole rigidissime: quarantena di 10 giorni, Covid hotel a pagamento e due tamponi da fare. Pagando diverse sterline in più si potrà dimezzare la quarantena ma comunque non ci sono i tempi tecnici per liberarsi entro martedì. A questi poi vanno sommati i cinque giorni di isolamento al rientro in Italia.

 

William, George e Kate a Wembley 19 William, George e Kate a Wembley 19

Dunque gli Azzurri di Mancini dovranno fare l'impresa senza i propri tifosi. Accesso consentito solo ai residenti in Uk. E se i sudditi di Sua Maestà in qualche modo sono riusciti ad arrivare in Italia, non tutti rispettando le regole, impossibile per gli altri programmare il viaggio. Tanto che la Uefa non ha previsto la vendita di una parte dei biglietti sul territorio delle squadre che si sono qualificate.

 

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Tradotto per i residenti in Italia non ci sono tagliandi a disposizione. Il presidente della Figc, Gabriele Gravina ha spiegato infatti che ha ricevuto «solo 125 biglietti per la semifinale contro la Spagna e 1000 in caso di qualificazione alla finale di domenica».

 

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Posti chiaramente riservati agli invitati (tra cui i familiari dei giocatori) che avranno lo status equiparato ai vip o ai dirigenti Uefa e dunque non dovranno sottostare alle regole imposte dalla Gran Bretagna. D'altronde lo stesso Gravina era stato molto chiaro: «Sarà molto difficile portare i tifosi italiani a Wembley. Abbiamo fatto una call con alcune federazioni, abbiamo sollevato alcuni temi molto delicati. Capite che abbiamo una forte limitazione, noi vogliamo dare il senso della partecipazione a questo gioco ma capisco anche che c'è purtroppo una pandemia e dobbiamo convivere con queste norme restrittive del governo inglese».

 

COMMON TRAVEL

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I 6000 biglietti destinati alle due tifoserie e acquistabili on line potranno essere comprati solo da chi è residente nella cosiddetta Common Travel Area. Ossia tra il Regno Unito, l'Irlanda, l'Isola di Man, il Guernsey e il Jersey. Ciò significa che dall'Italia non potrà partire nessuno.

 

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Una doppia beffa considerando anche il fatto che la capienza di Wembley è stata aumentata al 75% e dunque potranno entrare fino a 60 mila spettatori. Una sorta di paradosso se si considerano le norme restrittive poste dal governo Johnson per tentare di arginare il dilagare della variante Delta. Circostanza che nonostante le forti rimostranze dei governo italiano e quello tedesco ha avuto il via libera da parte della Uefa.

 

E dunque per assurdo un tifoso italiano che vorrebbe essere presente alla finale dovrebbe arrivare a Londra entro il 6, giorno della semifinale, incrociare le dita affinché passi l'Italia e poi ripetere il gesto scaramantico per far sì che il contingente di biglietti per gli Azzurri venga aumentato.

 

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I biglietti sono divisi in tre categorie, una per ogni fascia di prezzo. Per la semifinale si va da un minimo di 195 euro a un massimo di 595 euro (la seconda fascia, quella intermedia, prevede un costo di 345 euro). Si dovrà spendere di più per la finale: 295 euro i più economici, 595 euro quelli intermedi, 945 euro quelli di prima fascia.

 

E così alla fine il primo europeo itinerante della storia si è trasformato in un europeo London Made. La Nazionale di Southgate ha giocato le tre gare del girone e il quarto a Wembley, inoltre semifinali e finali si disputeranno sempre nello stadio londinese. E così nelle partite decisive ad avere il privilegio sarà solo il pubblico di casa.

 

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