L’INVENCIBLE ARMADA - DAL PISTOLERO CONTADOR AL BARCELLONA DEL TRIPLETE: LA SPAGNA SI CONFERMA REGINA DELLO SPORT - I FLOP NADAL E ALONSO - INIESTA DA PALLONE D’ORO: 7 FINALI TRA EUROPEI, MONDIALI E CHAMPIONS E 7 VITTORIE

Non solo Barcellona: il Siviglia conferma il suo dominio in Europa League, al Giro nessuno riesce a tenere la ruota di Contador, il Real Madrid vince l’Eurolega di basket dopo 20 anni, i fratelli Gasol fanno impazzire la Nba, Jorge Lorenzo contende a Valentino Rossi il primato nella classifica della moto GP - Il ruolo dei Giochi del ’92 nel boom sportivo della Spagna…

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Francesco Persili per Dagospia

 

MESSI INIESTA XAVI E PIQUE MESSI INIESTA XAVI E PIQUE

«Oggi Dio ha messo i migliori atleti della storia dello sport in Spagna». A rileggerle oggi sono ancora attuali le parole pronunciate dal tennista Fernando Verdasco dopo la vittoria in Coppa Davis del 2009. In quella stessa stagione il Barcellona centrò il suo primo triplete. A sei anni di distanza il club catalano diventa col trionfo di Berlino la prima squadra a vincere per due volte la Champions, il campionato e la coppa del Re.

 

VAMOS - L’Invencible Armada dello sport spagnolo continua a mietere successi. Il Siviglia di Emery conferma per il secondo anno consecutivo il suo dominio in Europa League. Al Giro nessuno riesce a tenere la ruota di un sontuoso Contador, il Real Madrid vince l’Eurolega di basket dopo 20 anni, Jorge Lorenzo è imprendibile al Mugello e contende a Valentino Rossi il primato nella classifica della moto GP.

 

CONTADOR 3 CONTADOR 3

Il peggior Nadal di sempre sulla terra rossa e Alonso che arranca sulla McLaren non appannano il magic moment dello sport spagnolo che si gode i fratelli Pau e Marc Gasol nella Nba, Carolina Marin nel badminton e l’exploit delle due ruote. Si alza sui pedali la Spagna con il signore dei grandi giri Contador, sette trionfi tra corsa rosa, Tour e Vuelta e Alejandro Valverde (Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi) mentre la moto GP racconta di un Marc Marquez campione del mondo in carica e della rinascita di Jorge Lorenzo. Ragazzi belli di fama e di vittorie. Tutti nati dopo la fine della dittatura.

 

RAFA NADAL RAFA NADAL

Sono i figli dei Giochi del ’92, il mito fondativo della rinascita spagnola. Michael Jordan e i giganti del basket americano fanno credere che gli extraterrestri sono qui, tra noi. Carl Lewis si lascia dietro ancora il vento, Gail Devers torna a vivere dopo aver rischiato di morire, lo zar Popov vola sull’acqua, il Settebello di Ratko Rudic nella piscina del Montjuic, annega a trentadue secondi i sogni di gloria della Spagna di Estiarte. Una ragazza algerina e musulmana, Hassiba Boulmerka, corre i 1500 metri.

 

ALONSO ALONSO

A gambe nude e a volto scoperto, accelera, resiste, vince. Altius, citius, fortius, la storia da Olimpia sfreccia verso Barcellona. Così lo sport prende per mano un Paese e lo trascina verso un’altra epoca con un manipolo di ragazzotti che diventano il simbolo del nuovo inizio di una nazione. La linfa vitale da cui trarre ottimismo. Costruisce il futuro, la Spagna, e intanto si gode un eterno presente da regina dello sport e del calcio. Dopo la Decima del Real ad alzare la coppa dalle grandi orecchie è stato il Barcellona, alla sua quarta Champions in 9 anni. Gli allenatori (Rijkaard, Guardiola, Luis Enrique) passano ma Messi-Xavi-Iniesta restano sempre al loro posto.

 

pau e marc gasol pau e marc gasol

INIESTA - «Guarda Iniesta. Quel ragazzino ci manderà in pensione a tutti e due». Non sbagliò Guardiola qualche anno fa rivolgendosi a Xavi a profetizzare magnifiche sorti e progressive per Don Andrés eletto ieri dall’Uefa come miglior giocatore della finale. L’assist per il gol di Rakitic e la capacità di far apparire il calcio come il gioco più semplice del mondo. L’essenziale è visibile agli occhi quando appare l’“Illusionista de Barcelona”.

Jorge Lorenzo Jorge Lorenzo

 

Ma non c’è trucco e non c’è inganno, solo sostanza. Non ha mai vinto il pallone d’Oro ma ha vinto tutto il resto. Sette finali, sette vittorie. Con la Spagna agli Europei e al mondiale sudafricano e in Champions con il Barcellona nel 2006 (partì dalla panchina) nel 2009 e nel 2015. Con lui in campo in finale non si perde mai. Se c’è un simbolo dell’Invencible Armada dello sport spagnolo, quello è Iniesta. E che la fiesta non finisca più…

 

 

 

 

 

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