“CONFONDIAMO LA NAZIONALE INGLESE CON LA PREMIER LEAGUE, MA LA DIFFERENZA È NOTEVOLE” – SCONCERTI: "L'INGHILTERRA S'ADDICE A MANCINI. È ANTICA, UN PO' NOIOSA, E LUI GIOCA SPESSO DI INTELLIGENZA AGILE CONTRO I FISICI IMMOBILI DELL'AVVERSARIO” - “SOUTHGATE NON È UN LEADER, È UN PICCOLO MAESTRO INCAPACE DI GESTIRE LE PARTITE. L'AVVERSARIO IDEALE PER UNA VOLPE FERITA COME MANCINI ADESSO. DIREI DI PRENDERSI QUESTO SUCCESSO COME UNA GIORNATA DI VACANZA..."

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Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”

 

ITALIA INGHILTERRA ITALIA INGHILTERRA

L'Inghilterra s' addice a Mancini. Così, adesso, i rappresentanti dell'Impero del Calcio, sono gli ultimi del girone e noi in piena corsa per le finali. Cose seducenti, non tutte credibili. Non si è visto per esempio un intervento del portiere inglese. Né molti di Donnarumma. Ma non bisogna nemmeno essere troppo sofisticati.

 

L'Italia ha meritato di vincere, Mancini gioca spesso di intelligenza agile contro i fisici immobili dell'avversario. L'Inghilterra è antica, un po' noiosa, ha un solo giocatore diverso, Foden, oggi visto e non visto.

 

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Confondiamo spesso la Nazionale inglese con la Premier League, un errore naturale, ma la differenza è notevole. La Nazionale è molto british, composta e soffocata. La Premier è senza razze, senza ideologie, è libertà pura. Gli inglesi alla fine hanno lo stesso problema nostro, non hanno giocatori convocabili, 7 su 10 sono stranieri. 

 

Mancini è stato bravo nel tornare all'unica antichità disponibile, gli esperimenti fatti sono state sostituzioni, non novità. Si è tenuto una quindicina di titolari nella manica, tra infortuni e fastidi personali, tra cui Tonali, Verratti, Immobile, Zaniolo, Berardi, Insigne, ma anche Bastoni, Bernardeschi, Locatelli, Pessina, dunque tanta roba, e ha giocato in modo semplice contro una squadra spenta.

 

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Southgate non è diventato un leader, è un piccolo maestro incapace di gestire le partite. L'avversario ideale per una volpe ferita come Mancini adesso. Ha fatto un gran gol Raspadori, direi uno dei suoi gol classici, botta chiusa e pensata, precisa e potente, da attaccante completo. Non ci sono state molte altre individualità e nemmeno una grande corsa. L'Italia è stata sempre attenta alla velocità sullo stretto, cioè sull'anticipo, dove gli inglesi sono inutilmente monumentali. 

 

A me è piaciuto molto anche lo Scamacca del primo tempo, quasi un altro rispetto a pochi mesi fa in Italia. L'Inghilterra non è oro puro, ma la Premier fa scuola a tutti. Direi di prendersi questo successo come una giornata di vacanza. Siamo a meno di due mesi dai Mondiali, come se fossimo a fine maggio in una stagione normale. Gli altri hanno da pensare ad altro, noi no. 

 

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Però vincere è sempre un colpo di miele, soprattutto quando si hanno fuori un sacco di giocatori che, visti da lontano, sembrano veri. Dà l'idea che gli esperimenti inutili sono finiti. E in qualche modo stiamo forse tornando. Le nazionali tanto non devono insegnare niente a nessuno, a quello pensano i campionati. Le nazionali devono solo provare a vincere. Stavolta è andata.

 

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