Estratto dell'articolo di Massimiliano Nerozzi per il Corriere della Sera
Perdere il controllo — della squadra prima, dei nervi subito dopo — dev’essere la cosa peggiore per uno che ha fatto dell’equilibrio una filosofia di calcio (e di vita). Sta capitando a Massimiliano Allegri, non senza umani motivi, tra una stagione triturata dagli infortuni e sincopata dalla penalizzazione prima e dall’ansia che ne arrivi un’altra ora.
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È così che, finita la sfida, l’allenatore ha bisticciato con gli avversari, nel tunnel: prima la fatwa sportiva lanciata ai dirigenti nerazzurri — «Siete delle m..., tanto arriverete sesti» — poi l’esplosione nello spogliatoio: «Non dobbiamo mandarli in Champions». Solo che poi, il tecnico deve fare i conti con un gruppo che rischia di sbriciolarsi, nei muscoli non meno che nell’anima: «Fisicamente, siamo a pezzi», confidava l’altra sera un giocatore. Allegri lo sa, e per questo tenta di dosare le energie: «Ma cambiando sempre formazione, facciamo fatica ad avere un gioco». Ecco, è la voglia di giocare — se non un’idea di gioco — fin dall’inizio e non solo quando la Juve vi è costretta, che cercano diversi calciatori e invocano tribù di tifosi.
Di più davanti alla prestazione scabrosa con l’Inter, da far venire in mente la battuta di Bruno Pesaola: «Li avevo messi bene in campo, solo che poi si sono mossi». In fondo, l’ha fatto notare pure Leonardo Bonucci: «Molte volte abbiamo giocato palla lunga e con un riferimento come Chiesa fai più fatica».
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L’Europa, più del campionato, incomberà sul destino, anche se Allegri non è in discussione. «Rimane il punto di riferimento dell’area sportiva», disse John Elkann, già nel mezzo della tempesta. Non risulta che l’azionista di maggioranza abbia cambiato idea. Dunque sarà lui a tracciare la rotta, insieme a Francesco Calvo, dirottato al vertice dell’area football per fiducia e background bianconero, pur avendo dna e (grande) esperienza da uomo marketing. La missione è di identificare il direttore sportivo per la ricostruzione, vista la squalifica di Federico Cherubini: già partiti i casting, con in cima Cristiano Giuntoli, l’uomo che ha costruito il Napoli del miracolo e che, a Carpi, ne fece uno ancor più grande, portando il microscopico club dalla serie D alla A. Si guarda pure all’estero: Andrea Berta, dell’Atletico, e Javier Ribalta, ex bianconero, al Marsiglia.
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