Dan Peterson per gazzetta.it
Franco Casalini aveva tre grandi qualità. 1. Era un genio del basket, conosceva la materia come pochi, al livello dei grandi come Riccardo Sales, Pippo Faina, Arnaldo Taurisano. 2. Era un grande insegnante: dalle sue giovanili dell'Olimpia sono usciti tantissimi giocatori che sono arrivati in Serie A. 3. Aveva una grande energia.
Un giorno dicevo: "Franco, oggi alleni tu e io dico solo due o tre cose". Mi ha risparmiato tanto lavoro. Lo ringrazio ancora per questo. Franco è stato sempre leale con me. Per nove anni è stato il mio vice e mi ha sempre detto tutto in faccia. Quando non eravamo d'accordo lui diceva: "Coach, secondo me questo è uno sbaglio". Io ascoltavo e poi decidevo. E accettava la mia decisione. Dicevo: "Casalini è il miglior vice allenatore in Italia". C'era chi si arrabbiava per questo, io non lo dicevo solo perché era il mio vice, ma perché ero convinto che era vero.
Un esempio. Nel 1980 penso che ci vuole un'alternativa per la 1-3-1, la nostra zona simbolo. "Franco, mi devi ideare una difesa". L'ha fatta. Si chiamava "pivot". Era perfetta, fondata sui raddoppi. Quell'anno siamo stati una delle squadre che ha subito meno punti. Si chiamava "pivot!" ad alta voce. Una volta Dino Boselli si è dimenticato di gridare "pivot". "Ehi, Dino, hai sbagliato". Franco, un genio: "Non è così male non chiamarla, gli avversari non sanno se è la "pivot" o no, restano disorientati". Aveva una marcia in più.
Come capo allenatore ha vinto uno scudetto, una Coppa dei Campioni e una coppa Intercontinentale. Irripetibile in tre anni. Era un uomo Olimpia, con la storia del club nel Dna. Era entrato nel 1972, a 20 anni, era un bambino. Aveva il mito di Cesare Rubini, Adolfo Bogoncelli, dei grandi giocatori che avevano fatto la storia della società. Allenare Milano era l'obiettivo della sua vita. Lo ha raggiunto. Credo che l'Olimpia dovrebbe mettere lo stemma della società sulla sua lapide.
CASALINI PETERSON franco casalini