“MI HA DETTO CHE NON AVEVA PIÙ STIMOLI... MA MERCOLEDI’ SERA CON SIMONE AVEVAMO TROVATO L’ACCORDO. NON SI FA COSI’” – IL VOLTAFACCIA DI INZAGHI CHE SI ACCASA ALL’INTER MANDA LOTITO AL MANICOMIO: “OGNUNO NELLA VITA RACCOGLIE QUELLO CHE SEMINA...” – DOPO LA CENA CON IL PRESIDENTE E TARE, LE TELEFONATE (CON MAROTTA?) SUL BALCONE ALL’UNA DI NOTTE E IL TRADIMENTO DELLA PAROLA DATA – LOTITO VIRA SU SINISA. LE ALTERNATIVE: PIRLO, CONCEICAO E…

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Alberto Abbate e Daniele Magliocchetti per “il Messaggero”

 

lotito lotito

Dal pugno al cielo al pollice verso. Inzaghi fa un voltafaccia clamoroso. La notte mette la firma simbolica sul rinnovo, la mattina si pente, dice sì all'Inter e addio alla Lazio.

 

È un colpo di scena clamoroso che manda Lotito al manicomio. Ieri, dopo averlo provato a convincere per un'ora invano, molla la presa a metà pomeriggio. Non vuol sentir più parlare del suo ex figlioccio, altro che cuore biancoceleste al suo fianco: «Gli avevo offerto il contratto cinque mesi fa con un aumento di stipendio importante e anche dei bonus, lui mi ha detto ne riparliamo dopo. Poi c'è stato il caos dei processi e varie vicissitudini, solo per questo ci siamo rincontrati a fine anno per il rinnovo. L'ho chiamato, gli ho dato appuntamento e dopo un'ora e mezza c'eravamo già stretti la mano».

lotito inzaghi lotito inzaghi

 

Questo è successo mercoledì a Villa San Sebastiano, Lotito ha la voce mogia il giorno dopo. È sera, è tramontato un ciclo, il presidente è deluso: «Mercoledì mattina Inzaghi aveva già parlato con Tare e fra loro c'era stato un chiarimento. Proprio col ds s' era messo d'accordo per tutto. Poi abbiamo cenato tutti e tre a Formello, avevamo trovato l'accordo». Per questo Inzaghi era uscito a mezzanotte dal centro sportivo sorridendo, ma nel letto è diventato un ghigno.

 

claudio lotito foto mezzelani gmt025 claudio lotito foto mezzelani gmt025

STIMOLI ESAURITI Era totale il consenso sino al 2024 (a 2,5 milioni a stagione più bonus), mancava solo la firma da mettere ieri mattina. Ma l'Inter non si è rassegnata e ha fatto breccia: «Avevamo concordato tutto per tre anni a cena. Ho chiamato il segretario Calveri ieri mattina per sapere se aveva contattato Inzaghi per fargli apporre sui contratti la sua firma, visto che c'era già la mia confida Lotito ma poco dopo mi è arrivata la telefonata di Simone che mi voleva parlare e già lì ho capito l'antifona.

 

Mi ha detto che non aveva più stimoli e non sapeva più come presentarsi alla squadra, che era arrivata l'ora di una nuova esperienza. Io gli ho risposto di pensarci bene e che non ci si può comportare in questa maniera. Anche se poi ognuno nella vita raccoglie quello che semina...».

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Ora è davvero finita, si rompe la famiglia (come conferma la nota diffusa dalla società in cui non compare mai il nome del tecnico). Inzaghi era una sua creatura, anche se negli ultimi mesi Lotito aveva tirato la corda. Inzaghi diceva che la Lazio era la sua priorità, ma alla fine decide di provare a dare una svolta così alla sua carriera. Ma è un testacoda che alla fine sciocca. Persino un popolo che lo adorava e lo aveva innalzato a bandiera. Adesso Lotito deve trovarne un'altra che possa rimpiazzarla e non faccia passare Inzaghi come martire dinnanzi alla piazza. Per questo prende sempre più corpo l'ipotesi Sinisa.

 

SINISA IN POLE L'ex Mihajlovic era già stato contattato nei giorni scorsi e, guarda caso, aveva preso tempo col Bologna. È già a Roma, ogni ora per un incontro può essere quella buona, anche se Lotito giura: «Non deciderò certo il nuovo allenatore in una serata». Può ripartire il casting per la panchina. Gattuso ormai è della Fiorentina. Sarri è la soluzione più suggestiva, ma costosa. Conceicao è bloccato dal Porto, ma potrebbe rientrare in corsa.

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Occhio pure all'ex Stankovic, a sorpresa, con lo stesso modulo (3-5-2) utile in eredità. Italiano e Gotti sono gli outsider, Mazzari è stato offerto, la Lazio ora naviga a vista. E deve pure stare attenta a nuovi scippi da Marotta. Inzaghi firma un biennale da 4,5 milioni all'Inter e tramite il suo agente Tinti, tutto il giorno ieri in sede nerazzurra - ha già fatto una richiesta: vuole il suo pupillo Luis Alberto in squadra. Colpi di clacson di Simone all'uscita da Formello mercoledì sera, ora ne sono attesi altri di scena.

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2 - EPPURE POCHE ORE PRIMA AVEVA PROMESSO: «NOI FAREMO GRANDI COSE»

Al. Ab e D.M. per “il Messaggero”

 

Capello lasciò furtivamente la capitale a notte fonda, Inzaghi lo fa in pieno giorno. Destinazione Milano, perché sarà lui il successore di Conte. Un incredibile voltafaccia a cui i tifosi non hanno voluto credere fino a quando non si è materializzato l'addio di Inzaghi con il comunicato della società e il suo saluto in una nota «Mi porterò la Lazio nel cuore».

 

Parole che hanno aumentato l'ira e la delusione nei suoi confronti, anche se a pagarne un piccolo prezzo è il figlio Tommaso, insultato ingiustamente sui social. Ma lui non c'entra nulla. La gente stenta a credere che sia accaduto, anche perché il tecnico mercoledì sera, giorno storico per la tifoseria per il 26 maggio, aveva detto sì a Lotito e a Tare per prolungare il contratto.

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STREMATO MA FELICE Simone era stremato ma contento dell'accordo e fiducioso della Lazio che sarebbe nata. Dopo aver lasciato Formello, intercettato sotto casa intorno a mezzanotte, prima di varcare il cancello della sua abitazione ai Parioli, (zona Roma nord) Simone abbassa il finestrino della sua auto, una rover blu scura, e con il solito filo di voce, ma sorridendo, a domanda se tutto fosse a posto, risponde: «Si tutto ok, resto e sono felice, è stata una bellissima serata, ci voleva, faremo una bella squadra, ci sarà da lavorare, ma sono contento che tutto si sia sistemato. Era quello che volevo».

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Che non fossero parole di circostanza, lo testimonia il fatto che Simone va avanti a parlare. «Ho preso la decisione giusta, la Lazio era quello che volevo, restare qui era il mio obiettivo. La firma? Ancora non c'è stata, ma lo farò domani mattina, siamo d'accordo su tutto e io sono felice. I dissapori con Tare? Ma con Igli siamo fratelli, è tutto a posto ora, ci siamo visti anche il giorno prima io e lui. Gli devo molto. Sono contento perché abbiamo parlato di tutto, con Lotito anche, è stata una bellissima serata. Alla fine è vero siamo una famiglia».

 

La notte passa, ma prima c'qualche telefonata furtiva in balcone all'una di notte (forse con Marotta). Ieri mattina, il dietrofront e il giorno della firma si trasforma in quello del tradimento.

sinisa mihajlovic sinisa mihajlovic

 

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