Foto di Ferdinando Mezzelani per Dagospia
Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
Roma-Inter consegna due squadre imperfette al campionato, brave ma incapaci di fare la partita per più di un quarto d' ora filato. Forse è questo il dato di oggi, per tutti. È un calcio stanco che cerca complicità nella stanchezza degli altri. La foto è Cristiano Ronaldo alla seconda partita sbiadita.
L' impressione si conferma nel Sassuolo che domina la Juve ma non tira mai in porta, non approfitta degli spazi che si conquista di classe. Il Sassuolo non gioca mai per vincere, gioca per dimostrarsi, così riesce in uno scopo doppio, piace e perde. La conclusione è che il Milan continua a sembrare la squadra più vera anche con i panni impoveriti che sta vestendo. È una delle pochissime sul territorio che è una somma di uomini, usa tutto e in modo fantasioso.
La Juve, l' Inter, la Roma hanno un gioco buono ma discontinuo, a tratti scompaiono. Da Ronaldo, in qualunque giornata sia, il gol lo aspetti sempre. Così da Lukaku o Dzeko. Nel Milan non sai mai chi segnerà, ma qualcuno certamente segnerà. E saranno gol diversi, fuori schema. Lo scambio tra Hernandez, Diaz e conclusione di Leao di sabato col Torino, è un gol collettivo, da squadra che si aiuta ma che inventa anche. Non lascia mai l' impressione il Milan di essere arrogante, è piacevole e umile, sembra quasi limitato, ma poi guardi gli altri e ti accorgi che non è facile trovare di meglio.
L' Inter costruisce gol in dimensioni industriali, ma poi scompare nel suo vuoto difensivo, nella sua flemma, e diventa vittima. Alla Roma manca un equilibrio ultimo, o è travolgente o viene travolta, è un male leggero che cade improvvisamente su tutto e banalizza la qualità. Una vecchia Juve non sarebbe mai stata dominata con tanta insistenza dai ragazzi del Sassuolo.
Questa è mancanza di carattere alla base, di qualità non da primi, ma da complici della differenza di pochi. È vero che da due mesi si sta giocando ogni tre giorni, questo fa calare la velocità del gioco, aiuta ad andare avanti ma non a completarsi. È un calcio che cerca di sopravvivere, non di stupire. Ma era già cominciato in parte lo scorso anno, quando la Juve mancò il solito dominio e si aprì dopo dieci anni una prima mancanza di riferimento.
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La povertà di mezzi economici e la malattia hanno aumentato questo vuoto al punto che stiamo scambiando per una cosa ottima il poco di tutte le squadre. L' abbiamo chiamata concorrenza. Bene, questo porta il Milan stabilmente in testa, e ne fa non il migliore ma il primo tra tutti gli altri.
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