Estratto dell'articolo di Paolo Condò per “la Repubblica”
Nel sabato dei centravanti le doppiette di Osimhen e Lautaro ci hanno ricordato la classifica marcatori della stagione scorsa, e cosa il Napoli e l’Inter siano state capaci di costruire grazie innanzitutto ai loro goleador. Un tema classico da prima giornata — dove eravamo rimasti? — che le partite della domenica hanno però evoluto in un altro scenario, quello fascinoso dei revenant.
Su ciascuno dei quattro campi impegnati ieri hanno fatto festa giocatori discussi se non derisi l’anno scorso, gente che ha sofferto una risalita dagli inferi di un grave infortunio, o addirittura una crisi calcistica con sfumature esistenziali. Nell’ultimo campionato Andrea Belotti non ha segnato nemmeno un gol, 1133 minuti di disperazione per lui e per i tifosi della Roma, colmi di errori grotteschi e occasioni perdute come — si temeva — il suo tempo da goleador.
Ieri il Gallo, dentro a una squadra che aspetta il suo prossimo centravanti come una natività, ha giocato una partita enorme di volontà e anche efficacia.
Mourinho deve avergli chiuso le orecchie con la cera — come Ulisse con i suoi marinai — per non sentire i mormorii di sfiducia e impazienza della gente, e Belotti ha trascinato la Roma prima al vantaggio e poi alla rimonta. Inciso: nell’Odissea i marinai di Ulisse non dovevano ascoltare il canto delle sirene, ma quelle ieri si sono scomodate per i capolavori del Candreva (detto così, con il “del” come fosse un pittore rinascimentale).
Charles De Ketelaere non è tornato perché, molto semplicemente, non era ancora venuto.
L’Atalanta ha scommesso sul fatto di poterlo sincronizzare con il nostro calcio, neanche fosse un film di Nolan, e la prima uscita è stata subito vincente, con quel gol che per tutta la scorsa stagione era stato un miraggio irraggiungibile, e ha risolto la serata a Gasperini prima che lo scaldabagno di Zortea la chiudesse in gloria. Raramente i gol vengono a caso, De Ketelaere ha riempito il suo match di giocate interessanti, sbagliando due buone occasioni prima di centrare la terza, ma soprattutto trovandosi lì al momento giusto quando nel Milan pareva divergere dal cuore della gara ogniqualvolta la situazione si scaldava.
Il desiderio di rivincita della Juventus ha viaggiato sulle ali dei molti singoli che hanno qualcosa da dimostrare. Ha accelerato subito Chiesa, ha iscritto il nome a tabellino anche Vlahovic, e i due hanno confermato l’idea di poter giocare assieme con grande profitto in una squadra più alta e propositiva.
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In questo senso, e in attesa che il Milan completi stasera la partenza delle favorite, è giusto segnalare la splendida Fiorentina di Genova come migliore uscita dai blocchi. Nelle prime giornate si chiariscono gli obiettivi. Raggiungerli poi è un’altra faccenda, ma intanto la Viola e l’Atalanta, con i loro successi in trasferta, hanno firmato il modulo di iscrizione a tutte le corse, compresa quella cui Napoli, Juve, Inter e Milan partecipano sempre. Soltanto le romane hanno perso punti, la Roma ha l’attenuante dell’assenza di Dybala. Mancava anche il centravanti misterioso, che comunque arriverà: ma rimpiangerlo ieri, beh, il povero Belotti non se lo merita.