MARIO SCONCERTI per il Corriere della Sera
Questa sarebbe stata la partita giusta per Chiesa, una di quelle classiche per il contropiede. L'idea è che la Juve giocherà per occupare il campo, un 4-4-2 allargato con Kulusevski seconda punta, la partita classica di Allegri, spesso letale quando nella corsa parte da dietro. Si dice che l'Inter sia favorita, ma è una scelta che contraddice il tempo di gioco, novanta minuti, una partita sola.
C'è un favorito quando ci sono trenta punti di distacco o trenta partite da giocare, non così. L'Inter è migliore della Juve, ma non c'è nessun favorito stasera, non può esserci. C'è solo il tempo casuale per marcare una diversità. È vero che l'Inter è quella titolare mentre la Juve ha molti giocatori non disponibili. Ma non è in discussione chi sia la squadra più forte, più pronta. Quella è l'Inter. Ma la Juve ha giocatori di classe ed esperienza, può comunque soffrire molto e vincere. Questa non è una gara che determina la qualità di un secolo, determina un giorno, non c'è etica nel risultato, è una moneta che vola in aria.
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L'idea di partita di Inzaghi, che un'altra volta ha battuto Allegri in questo stesso trofeo, è una partita vasta, la più alta e normale possibile. Ha la forza dei migliori, non ha motivo di complicarla. Quella di Allegri è la più logica, la più spontanea: un cattivo gioco brillante, una forte linea difensiva rafforzata da Locatelli, con tanti centrocampisti disposti a inserirsi, penso a Bernardeschi, Kulusevski, McKennie, oltra a Morata.
Se andasse così diventerebbe fondamentale l'aprirsi della zona compresa tra Calhanoglu e McKennie, due atipici, dove però Calhanoglu ha di solito maggior sostanza. Quasi altrettanto decisivi gli spazi tra Rabiot e Barella. Locatelli sarà oggi un regista difensivo, quasi il terzo centrale avanzato di qualche metro. Ma l'Inter peserà molto dove la Juve è in apnea, nei due difensori base. Se la partita avesse un andamento lineare, non occasionale, è lì che si deciderebbe. C'è molta differenza tra Lautaro e Rugani. Resta l'incognita Dybala. È quella che alla fine racconterà la voglia di giocarsela di Allegri.
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