1 - L'ITALIA PROVA A CAMBIARE PELLE È LA SFIDA OBBLIGATA DI MANCINI
Paolo Brusiorio per “la Stampa”
Essere Roberto Mancini ha i suoi vantaggi. Per un commissario tecnico non andare ai mondiali equivale alla lettera scarlatta. Così è stato per Giampiero Ventura. E pure per Mondino Fabbri che nella ormai quasi preistoria al Mondiale ci andò, ma per come è finita sarebbe stato meglio se fosse rimasto a casa.E poi c'è Roberto Mancini. Che il bonus Euro2020 l'ha devoluto, suo malgrado, alla causa della Macedonia, che ha ingoiato il boccone amaro della passerella a Wembley con l'Argentina e che si è trovato a un bivio pericoloso.
La riconferma incondizionata lo autorizza a pianificare il futuro alla propria maniera: ha rivoltato la Nazionale e, seppur in un torneo che per gli altri è di fine stagione e per noi di inizio viaggio, è riuscito a dare un'anima a una squadra che deve ancora fare tutto, ma quello che ha fatto l'ha fatto bene. Pareggiare con la Germania «vacanziera» e battere la mediocre Ungheria non ci dà nessuna medaglia., anzi si corre pure il rischio di esaltarci per due risultati che resteranno più negli archivi che nella storia. Però alcuni dati sono inconfutabili.
Mancini ha trovato nuovi punti di riferimento e non a caso stanno in mezzo al campo. Lorenzo Pellegrini è il primo e non ci stupiamo visto che il centrocampista della Roma ha perso il treno di Euro2020 solo a causa di un infortunio. Pellegrini ha corsa leggera e tiro pesante, duttilità tattica e capacità tecniche: vede il gioco e gli altri vedono lui. Un anno con Mourinho l'ha migliorato e reso ancora più completo. Sì, perché poi c'è l'effetto Mourinho. Il miniblocco di Cesena ha il colore giallorosso (Mancini, Spinazzola, Cristante, eccolo un altro faro che si è illuminato e, appunto Pellegrini) e forse non è un caso se è figlio dell'unica squadra vincente in Europa e del tecnico più internazionale che ci sia in serie A.
Spazio ai figli della B L'Italia sta cambiando pelle, una mutazione che forse sarebbe arrivata anche senza il tracollo di Palermo visto che la trovata del doppio play batteva già un po' in testa. Siamo certi che se fossimo andati al Mondiale il ct avrebbe preparato anche un piano alternativo a quello che ci ha portato in cima all'Europa. Poi, certo, il centravanti resta il vulnus, ma se Scamacca deve essere allora che sia, altrimenti meglio provare i «fratelli di taglia» visti a Cesena con Raspadori regista offensivo.
Dobbiamo goderci questo tempo azzurro perché poi staremo al freddo mentre gli altri traslocheranno nel deserto. Prepararsi alle sconfitte non è mai facile, ma questa Nazionale è un'ipotesi quindi è necessario farlo: «Dobbiamo diventare una squadra, non lo siamo ancora. E la strada sarà lunga, ma lo spirito è giusto» le parole di Mancini che fotografano la situazione. Sabato l'Inghilterra, martedì la Germania: andiamo a mettere la testa nella bocca del leone, cominciando dai Leoni, e proprio in queste sfide hard potrebbe arrivare l'ultima pennellata visionaria del ct.
Mischiare i più esperti, quelli che restano in piedi (Bonucci e Belotti gli ultimi a lasciare il gruppo) con le reclute, due delle quali hanno vissuto l'ultimo anno in serie B. Uno, Zerbin, è già stato battezzato a Cesena; l'altro, Gatti, aspetta il proprio momento ma per lui Mancini si è già sbilanciato preconizzandogli un grande futuro. E poi Scalvini, gioiello Atalanta, e Cancellieri, baby del Verona, apparso già a Bologna con la Germania: metterli in campo è un rischio, ma per rifare l'Italia è il momento di correrlo.
2 - DA SCAMACCA A GNONTO IL MERCATO AZZURRO PASSA PER COVERCIANO
Alessandro Bocci per il “Corriere della Sera”
Nel ritiro blindato di Coverciano, dove l'Italia è tornata dopo la vittoria con l'Ungheria, è il giorno riservato allo scarico, fisico e mentale. Anche quello in cui i giocatori hanno più tempo da dedicare al futuro. La rinnovata Nazionale di Roberto Mancini è una specie di supermercato all'ora di punta. Ce ne sono per tutti i gusti: stelline, occasioni a buon mercato, giovani talentuosi e, sino alla partenza di Belotti, martedì sera a Cesena, anche svincolati eccellenti (oltre al Gallo, Bernardeschi e Sirigu).
A preparare le ultime due battaglie prima delle vacanze, sabato con gli inglesi a Wolverhampton e martedì a Moenchengladbach con la Germania, sono rimasti in 32 e quasi la metà non sa cosa lo attende nella prossima stagione.
Da Bastoni a Scamacca, passando per Acerbi, Frattesi, Raspadori, Politano e il gettonatissimo Gnonto, nel mirino di 6-7 club di mezza Europa. Telefoni caldi dentro Coverciano, almeno sino all'ora dell'allenamento. Mancini non si può lamentare: il gruppo, rimasto alle sue dipendenze, lavora e non si distrae. Gianluca Scamacca, 23 anni, negli ultimi mesi è finito nel mirino di tutte le grandi, dalla Juve, che poi ha preso Vlahovic, all'Inter, che adesso sogna il ritorno di Lukaku, sino al Milan che, in attesa di Ibra, si è sistemato con Origi. C'è un filo conduttore tra la Nazionale campione d'Europa e quella che cerca di dimenticare la delusione Mondiale: la mancanza di una prima punta di riferimento.
Nelle ultime 7 partite i gol arrivati dagli attaccanti sono solo due, di Raspadori, contro la Turchia, un'amichevole in cui il giovane talentino era stato impiegato come ala. Scamacca cerca il primo acuto con la maglia dell'Italia in una delle prossime due sfide complicate, contro inglesi e tedeschi con il doppio obiettivo: scalare le gerarchie azzurre e stuzzicare l'appetito delle pretendenti sul mercato. Il Sassuolo non lo cede per meno di 30 milioni e le ultime sirene sono arrivate dal Psg, ma in Premier ci sono l'Arsenal e un altro club (al momento tenuto ben nascosto) che fanno parecchio sul serio. «Il mercato non mi distrae», dice Gianluca.
È lo stesso refrain di Raspadori, veloce e manovriero, abile negli spazi stretti. La Juve ci ha fatto un pensierino ma per adesso tutto è bloccato. Così si è mosso il Milan che ha avviato contatti con il suo procuratore. L'Inter vorrebbe fare cassa con Bastoni, l'erede di Chiellini in Nazionale, ma il giovane difensore ha le idee chiare: «Voglio restare a Milano». E ieri il suo procuratore, Tinti, lo ha ribadito a Marotta. Zhang ha due strade: provare a cederlo lo stesso o, magari, lasciar partite Skriniar. Il Tottenham, su indicazione di Conte, aspetta il giovane azzurro ma non intende spendere 70 milioni.
Anche Frattesi è molto richiesto. Dopo Milan e Inter si sta facendo sotto la Roma e sarebbe un ritorno alla base per il centrocampista del Sassuolo. Se Donnarumma resterà a Parigi, gli altri tre portieri cambieranno maglia: Cragno e Gollini di sicuro, ma ci sono forti indizi anche su Meret. Acerbi, in contrasto con la tifoseria della Lazio, cerca un'occasione.
Il Monza di Berlusconi ha messo nel mirino Pessina dell'Atalanta. E gran fermento si registra sui giovani: Cancellieri del Verona, Salvatore Esposito della Spal, soprattutto Willy Gnonto. Mentre Zerbin, dopo un anno a Frosinone, rientra a Napoli da dove potrebbe andarsene l'esperto Politano. Grazie a Mancini potrebbe tornare di moda il made in Italy.