1 – LA FIRMA DEL PORTOGHESE LA ROTTURA DI MAROTTA
Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
Nella Juve che vince, Marotta annuncia la sua necessità di andarsene. C' è una frattura con i vertici che non lo gradiscono più alla guida della società. È un segnale strano, poco comprensibile, la prima vera discontinuità almeno dai tempi di Conte.
Oggi interessa poco a tutti, quello che voleva il popolo della Juve era battere il Napoli, era andarsene in classifica con merito e un po' di spocchia. Questo è puntualmente avvenuto, la partita ha fatto vedere un buon Napoli per venti minuti, poi in balia delle giocate degli altri.
Ronaldo è stato il migliore in campo, sempre dentro un calcio quasi inarrivabile. Non è un' esagerazione, è un puro riscontro tecnico.
Più lo vedi giocare e meglio lo capisci, ne afferri la diversità. Ronaldo è quasi fuori dal calcio, gioca partite e palloni soltanto suoi. Prescinde dal resto del gruppo. Non ha solo velocità, solo tecnica, ha intuito, classe pura, cattiveria quasi etica, cioè portata a uno scopo «buono». Non si vede in niente la sua età, che è tanta per uno scattista.
Si avverte invece sempre di più la sua differenza. Il Napoli lo hanno battuto lui e Mandzukic nella pratica, ma è Ronaldo che nella teoria ha dato a questa squadra la coscienza di poter giocare anche solo di «bravate», tante occasioni singole, un calcio senza schemi ma di individui. La Juve perfetta però perde Marotta: perché? Cosa significa? Quali cambiamenti di linea annuncia?
È uno strano momento per una rivoluzione, come se qualcuno stesse sopravvalutando se stesso, o Marotta o la presidenza. Ma si rompe la Juve dei sette scudetti. Non è chiaro per ora a chi servirà. Probabilmente non al Napoli, sono troppe due sconfitte in sette partite. Rispetto alla Juve c' è un limite di prevedibilità, quasi impossibile colmarla.
C' è anche stavolta da dire qualcosa all' arbitro, ma non mi è sembrata lì la differenza. Ha vinto bene la Roma, Di Francesco ha reinventato la fascia destra per sorreggere Pastore. La Lazio ha un confine di classe: appena cresce l' avversario, scompare la squadra. L' Inter fa punti non banali, Martinez fa gol decisivi. Politano è ottimo. La versione soddisfa.
2 – MAROTTA, TURBOLENZE CON AGNELLI: «LASCIO LA SOCIETÀ»
Giampiero Timossi per il “Corriere della Sera”
È partito l' ottovolante. Beppe Marotta dice addio alla Juventus. Era arrivato a Torino 8 stagioni fa, ricoprendo subito l' incarico di direttore generale, quindi anche quello di amministratore delegato. L' annuncio pubblico arriva pochi minuti dopo la vittoria della Juventus sul Napoli: «Non sarò più amministratore delegato, resterò responsabile dell' area tecnica». Dettagli.
L' avventura in bianconero è ormai alle spalle. E il Napoli bussa già alla porta. Una separazione consensuale, nata da uno scontro «insanabile» con il presidente Andrea Agnelli. La decisione «nasce dalla Juve, non dalla Fiat». John Elkann non c' entra. Il presidente di FCA lo aveva chiamato dalla Sampdoria, non è stato lui a «scaricarlo».
E Marotta, ieri mattina, nel centro di Torino, anticipava: «Non c' era più sintonia con il presidente Agnelli, sono dispiaciuto, la decisione è stata presa, ora deve essere annunciata, il mio nome già non compare più nella lista dei consiglieri d' amministrazione del club».
È prematuro capire chi ricoprirà le posizioni lasciate libere da Marotta. Più probabile che le scelte dell' area sportiva ora vengano amministrate dal presidente Agnelli. Ma è anche possibile che Fabio Paratici prenda il posto di Marotta nel cda bianconero. «Credo sarà così», confida l' ex amministratore delegato. L' investimento di CR7 sarebbe la principale causa di divergenze tra la società e Marotta? L' indiscrezione è smentita da più di una dichiarazione pubblica.
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L' ultima l' ha rilasciata Paratici, già braccio destro di Marotta, arrivato con lui da Genova, ma ora destinato a rimanere a Torino: «L' intuizione di acquistare Ronaldo è stata condivisa da tutto il management». E ora l' ex ad precisa: «Ronaldo non c' entra».
Meglio guardare avanti. «Fatemi riflettere, intanto ci vediamo allo stadio», ripeteva ieri salutando alcuni dirigenti del Napoli, incontrati ieri in un ristorante di Galleria Subalpina, nel centro storico di Torino. Però un nuovo contatto c' è stato, anche ieri, in città e poi allo stadio. Marotta riflette, mentre dice «smentisco categoricamente» una sua possibile candidatura per la presidenza della Federcalcio.
Poi aggiunge: «Qualche giorno e deciderò che fare». Magari potrà dedicarsi di più ai suoi due gemelli. «Esatto, esatto. Hanno già 7 anni, hanno sempre e solo visto una squadra vincere lo scudetto: la Juventus». Ma queste sono solo parole di un papà.