Carlos Passerini per il “Corriere della Sera”
Occorre rigore per battere un rigore, oppure no? E soprattutto: batterlo così, a due, di seconda, come hanno fatto Leo Messi e Luis Suarez domenica sera contro il povero Sergio Alvarez Conde detto El Gato de Catoira, portiere del Celta Vigo, è un magnifico colpo di genio o una volgare presa per i fondelli?
Sul tema, come per il «cucchiaio», il calcio si divide, specie a certe latitudini (sui quotidiani britannici, ad esempio, la vicenda non sconfinfera, il Guardian sul suo sito si è limitato ad un «audacious penalty», rigore audace, senza entrare nel dibattito).
«Se l' avessero fatto a me, li avrei presi per le orecchie tutt' e due - sorride, ma fino a un certo punto, l' ex portiere Gianluca Pagliuca, oggi 49 anni -. L' ho trovata una vergognosa presa in giro, sono due fuoriclasse, non hanno bisogno di certe furbate. Sullo 0-0 in finale di Champions è un conto, allora vuol dire che accetti l' azzardo, è una sfida, ma se stai già avanti contro una squadra più debole, allora è una buffonata, una cosa gratuita.
Il regolamento lo permette, va bene, ma nel calcio ci sono regole non scritte. Rispettare l' avversario è una di queste. E se non lo fai, mi arrabbio». Ne sa qualcosa Andrea Pirlo, con il quale ha avuto da questionare (eufemismo) un paio di volte, prima nel 1997 e poi nel 2003, sempre per calci di rigore battuti in maniera, diciamo, originale.
«E invece non c' è nulla di male, niente di offensivo - ribatte Evaristo Beccalossi, 59 anni, uno che di rigori segnati e sbagliati se ne intende -. Il calcio è astuzia, sennò sono illegali anche le finte. Quella cosa lì la provavamo anche noi all' Inter negli anni Ottanta, perché con le partite in tv i portieri stavano imparando a studiare i rigoristi, così anche noi cercavamo di affinare qualche trucchetto: la toccavo piano e poi da dietro arrivava Muraro o Altobelli. Bello schema, in allenamento funzionava. Però poi in partita me la facevo sotto e tiravo in porta dritto per dritto. Meglio sbagliarlo normale che fare la figura del pirla».
D' accordo anche l' ex c.t. azzurro Lippi: «Nessuna mancanza di rispetto. Messi, Neymar e Suarez ormai lavorano su un altro livello, psicologicamente, vogliono provare nuove emozioni» ha detto a Radio2.
In Spagna, ad ogni modo, dopo qualche critica iniziale ora gli elogi si sprecano, anche da parte di quotidiani generalisti come El Pais («Un eterno omaggio a Cruijff», autore nel 1982 di una giocata simile, oggi alle prese con un cancro) o addirittura vicini al madridismo come As («Una meraviglia che sta facendo il giro del mondo»).
Molti restano tuttavia dell' idea di Pagliuca, non solo fra i portieri (la tedesca Bild è andata giù pesante, criticando apertamente la scelta dei fenomeni blaugrana). E poi c' è anche chi c' era, come lo stopper argentino trentenne del Celta, Gustavo Cabral: «A me non ha dato fastidio il rigore, ma i sei gol».