Stefano Cantalupi per gazzetta.it
Ancora davanti a tutti, sia pure con una gara in più. Il Milan torna a vincere dopo due 0-0 consecutivi, piega il Genoa e si riporta a +2 sull'Inter, in attesa che i nerazzurri recuperino finalmente il match col Bologna e si possa avere una classifica senza asterischi. Oltre 70mila anime affollano San Siro (robusta la presenza rossoblù) e assistono a questo 2-0 firmato Leao e Messias, non troppo spettacolare ma quanto mai fondamentale nella lotta scudetto.
Sono successe già tante cose nel venerdì del Milan, quando Chiffi fischia l'inizio. Le indiscrezioni sempre più pressanti sul passaggio di proprietà del club, ma anche la partita dell'Inter, per restare più legati al campo. Il Diavolo inizia la gara col Genoa da secondo in classifica, a parità di match disputati. Situazione a cui non era più abituato. E la comincia senza Calabria, altro colpo di scena a pochi istanti dal via: problema nel riscaldamento, al suo posto c'è Gabbia, a destra slitta Kalulu e la fascia di capitano passa a Kessie, fischiato dal Meazza più di tutti gli avversari. Primo comandamento per i rossoneri: interrompere il digiuno di gol che dura da 211 minuti più recuperi. Ne trascorrono altri 11 e ci pensa Leao, dimenticato da Hefti sul palo lungo dopo un cross eccellente di Kalulu. Sinistro al volo a incrociare, Sirigu non può neanche provarci, gran gol.
Le reti rossonere non diventano due prima dell'intervallo perché Saelemaekers spreca la miglior giocata di Kessie e manda alto da centro area (36'). Anche il Grifone, però, ha la sua chance proprio sul finire del primo tempo: Galdames aggira Gabbia e calcia di destro da posizione defilata, sorvolando la porta di Maignan. Il resto è agonismo, frenesia, voglia di fare senza precisione negli ultimi venti metri. Il Genoa, spiazzato dal gol a freddo, non può proporre la solita ricetta Blessin, fatta di difesa blindata e sporadici blitz offensivi. Ma costruire non è proprio la specialità della casa, quindi il pallino resta a lungo in mano al Milan. Che però non affonda i colpi, un po' per non scoprirsi e un po' perché la forma degli uomini d'attacco è quella che è, in questa primavera.
paolo maldini foto mezzelani gmt043
Dopo il riposo si riparte sulla stessa lunghezza d'onda, ma è Blessin a dover cambiare qualcosa: l'ingresso di Destro e Melegoni chiude la serata di Piccoli ed Ekuban. Se Giroud indovinasse la girata volante sulla prima cosa buona della partita di Saelemaekers, un cross da destra ben calibrato, il Milan potrebbe regalarsi un'ultima fase di gara in gestione rilassata. Invece niente, palla alta. E Maignan allora deve tenere gli occhi aperti, perché dove non possono le punte del Genoa quasi riesce Gabbia, con un intervento che per poco non diventa un autogol.
Doppio cambio anche per Pioli, la mezzora finale è per Rebic e Messias. Ma c'è l'imprevisto, l'ennesimo: si fa male anche Gabbia, il Milan finisce la partita con Krunic nel ruolo di terzino destro. Non soffre, però, perché all'87' raddoppia. Hernandez, perennemente nell'area genoana, vede Messias sul lato destro: miracolo di Sirigu sulla prima conclusione del brasiliano, palla sotto la traversa sulla seconda. Esplode il Meazza rossonero. E giù applausi su applausi anche per Maignan, che preserva l'ennesimo "clean sheet" con un tuffo superbo sul colpo di testa conclusivo di Hernani.
MALDINI
Da corrieredellosport.it
Intervistato da Dazn pochi minuti prima dell’inizio della partita contro il Genoa, il direttore dell’area tecnica del Milan Paolo Maldini non ha potuto sottrarsi alla domanda del giorno in casa rossonera, la presunta trattativa in corso tra il fondo arabo Investcorp ed Elliott per la cessione del pacchetto di maggioranza della società.
Una trattativa confermata da diverse autorevoli agenzie oltre che da Sky News Arabia e non smentita dagli stessi rappresentanti di Elliott. E neppure da Maldini, che ha ammesso come in un futuro più o meno breve il Milan possa passare di mano: "So poco, ma è normale che nel futuro del Milan ci possa essere anche una vendita. Non so quando sarà quel momento. A poche giornate dalla fine, comunque, credo sia interesse di tutti provare a pensare a vincere questo campionato. Abbiamo anche la semifinale di Coppa Italia da giocarci".
L'ex capitano rossonero si è poi soffermato anche sulla decisione della società di non intervenire sul mercato lo scorso gennaio, senza però nascondere le conseguenze negative dell'assenza a lungo termine di Zlatan Ibrahimovic: "Non c'era disponibilità per fare qualcosa e noi ci sentivamo forti e peraltro abbiamo iniziato bene l'anno con risultati molto buoni. In avanti l'assenza così prolungata di Ibra è per noi un problema, mentre per quanto riguarda la difesa Kalulu è andato oltre ogni aspettativa".