Da corriere.it
Freddy Rincon non ce l’ha fatta. L’ex calciatore colombiano, che ha giocato anche nel Napoli e nel Real Madrid, è morto mercoledì 13 aprile a 55 anni in seguito alle conseguenze dell’incidente d’auto di cui era stato vittima lunedì 11 a Cali in Colombia.
L’auto di Rincon si era scontrata contro un autobus di linea e nel terribile impatto erano rimaste ferite altre quattro persone. Ricoverato all’Imbanaco Clinic di Cali, Rincon era apparso subito in condizioni disperate ed era stato operato d’urgenza. «La prognosi è riservata, continueremo con tutte le misure del caso — aveva informato il primo bollettino medico—. Deve essere chiaro che l’evoluzione non è favorevole, è estremamente critica». Purtroppo il quadro si è complicato ulteriormente fino alla morte dell’ex campione.
Rincon era nato a Buonaventura in Colombia il 14 agosto 1966: centrocampista d’attacco e ala, iniziata la carriera, nel 1986, nell’Atlético Buenaventura, aveva poi giocato con Independiente Santa Fe, América de Cali, Palmeiras, Napoli, Real Madrid, Corinthians, Santos e Cruzeiro. Nella stagione 1994/95 al Napoli allenato da Vujadin Boskov ha giocato 28 partite e segnato sette gol: la squadra arrivò settima e si giocò fino all’ultima giornata la qualificazione in Coppa Uefa, traguardo poi fallito proprio nel rush finale. La buona stagione gli procurò la chiamata del Real Madrid dove però giocò appena 21 partite in una stagione e mezza prima di trasferirsi in Brasile.
Con la Nazionale colombiana della famosa generazione d’oro — quella di Escobar (ucciso il 2 luglio 1994 a Bogotà perché considerato colpevole, per l’autorete realizzata contro gli Usa, dell’eliminazione della Colombia), Valderrama e Higuita — ha segnato 17 gol in 84 gare e ha giocato tre Mondiali tra il 1990 e il 1998 (con un famoso gol alla Germania, a Milano, durante Italia 90).
Ritiratosi, ha poi intrapreso la carriera di allenatore guidando Iraty, São Bento e São José: la sua ultima esperienza risaliva al 2010, come vice sulla panchina dell’Atletico Mineiro in Brasile. Nel 2015 fu indagato per riciclaggio di denaro sporco a Panama e per aver acquistato a suo nome, ma con i soldi del boss del narcotraffico Pablo Rayo Montano, diverse proprietà.