Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, succede ovviamente che qualcuno di quelli che incontro per strada o al lavoro mi chieda che ne è della Juve. C’è che io invidio le certezze del mio vecchio amico Tony Damascelli, che sull’argomento ha giudizi forti e sicuri. Io no ne ho alcuno e non soltanto perché lo stupore innanzi a tali disastri è tale che non riesci a imprimere un movimento alla mandibola da cui uscirà il suono, No, no, no, non è soltanto una questione di stupore.
E’ proprio che non ci capisco nulla, che non so, che non mi viene alla mente un solo pensiero. Che sia tutta colpa di mister Allegri? Ma dai, è un pensiero beota. Che quel tale di cui ci avevano proclamato che era il re degli assist non ci sia una volta che il suo cross non batta sulla coscia di un avversario? Ma dai, non è possibile, forse è una nostra illusione ottica. Che il nostro portierone polacco si fosse rintanato dentro la porta e fosse andato completamente fuori tempo nel proteggersi da una palletta che è andata rimbalzando fino a oltrepassare la linea di porta? Dai, può succedere, è successo almeno una volta a tutti i più grandi portieri della storia del calcio, una volta anche al nostro immenso Dino Zoff.
Che una difesa apprestata per un decennio a non essere bucata mai sia divenuta adesso una sorta di carta velina che bastano le due dita della mano sinistra a stropicciare? Non ho risposte, questo pensiero lo respingo via e basta. Che il gruppo dirigente di una società e di una squadra che hanno inanellato il record di nove scudetti consecutivi abbia d’improvviso perduto il bandolo della matassa? E’ un pensiero talmente assurdo che lo respingo via e basta.
E allora? Allora niente. Allora non capisco e basta. Si può restare impietriti tanto innanzi alla bellezza che alla bruttezza. E nei più che settant’anni da me passati ad adorare la “fidanzata d’Italia”, di una tale bruttezza non avevo mai avuto nozione. E’ la vita, che in fatto di guazzabugli è tale da non ammettere spiegazioni facili, semplici semplici, è così e così. E’ lo sport, il più gran teatro al mondo, in questo caso il teatro dell’horror.
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GIAMPIERO MUGHINI