Massimo Gramellini per il Corriere della Sera
ELLEKAPPA VIGNETTA BAZOOKA DRAGHI
Volendo azzardare un sommario check-up della psiche degli italiani a un anno dal patatrac pandemico, si direbbe che siamo precipitati in piena sindrome adolescenziale. Stanchi, irritabili, lunatici e insofferenti a tutto, anche a noi stessi. Non eravamo allenati a stare su un' emozione di paura così a lungo, né a fare i conti con l' indeterminatezza della sua fine.
Si è smorzata la voglia di divertirsi, come quella di spaventarsi: entrambe logorate dall' abuso. Se c' è un cantante sanremese si cambia canale, ma lo si cambia anche se c' è un virologo, per quanto persino loro siano ormai esausti: litigano solo per abitudine.
L' arrivo dell' affidabile Draghi ha provocato una delega emotiva, una sorta di rilassamento generale con conseguente calo delle difese immunitarie. Che ci pensi lui, noi non abbiamo più nemmeno le energie per preoccuparci. La stanchezza prevale sulla speranza, sulla disperazione e almeno per ora sulla rabbia.
Chi può, lavora e studia. Chi non può, progetta viaggi immaginari e li racconta su siti che stanno nascendo apposta. Chi non ne può più, compie gesti di rifiuto improvvisi e apparentemente irrazionali, come il Nicola Zingaretti dimissionario per insofferenza. L' unico futuro a breve termine che si riesca ancora a ipotizzare ha il volto dei due nemici accertati del virus: il vaccino e l' estate. Chi l' avrebbe detto, un anno fa, che il nostro sogno sarebbe diventato metterci in fila sotto il sole per una puntura.
IL PIANO
Alessandra Ziniti per la Repubblica
Sette milioni di dosi (3,5 di AstraZeneca) arriveranno entro marzo, ma ad aprile, con la prima fornitura di Johnson & Johnson, saranno 30 milioni. E questa volta - il governo ne è certo - arriveranno.
La sfida è essere pronti a Pasqua per far sì che quando i vaccini per la campagna di massa saranno disponibili vengano immediatamente somministrati. E non è affatto scontato che l' Italia sia pronta.
Nella struttura commissariale affidata da Mario Draghi al generale Francesco Paolo Figliuolo è iniziato il count down. L' obiettivo è arrivare concretamente, con la Difesa e la Protezione civile, dove le strutture sanitarie delle Regioni non sono in grado di arrivare. C' è una rete territoriale tutta da costruire, una sorta di piano porta a porta, perché il vaccino va garantito non solo negli hub delle grandi città (caserme, palazzetti, palestre, auditorium) ma nei piccoli centri, nei territori più difficilmente raggiungibili e privi di strutture. L' idea è di utilizzare unità mobili, una ogni 20-40.000 abitanti, facilmente reperibili dalla Protezione civile che oggi terrà il suo Comitato operativo presieduto dal nuovo capo Fabrizio Curcio con tutti i responsabili regionali.
Il trasporto e la distribuzione delle fiale non sarà un problema, se ne farà carico l' esercito. Non a caso nel decreto di nomina di Figliuolo è fatta esplicita menzione alla possibilità di disporre delle forze armate. Ma una volta consegnate negli hub regionali, i vaccini andranno distribuiti subito nel modo più capillare possibile. L' obiettivo è quadruplicare le somministrazioni giornaliere passando dalle 150.000 dosi di media giornaliera di questa settimana a 6-700.000 al giorno. Per fasce d' età, stroncando lo sgomitare delle categorie nella corsa al vaccino.
Traguardo assai ambizioso che, contando sulla somministrazione di una dose unica di Johnson & Johnson e probabilmente anche di AstraZeneca che il ministro della Salute Speranza ha chiesto di poter somministrare anche agli over 65, potrebbe raggiungere prima dell' estate una platea ampia di popolazione secondo il modello inglese.
Con l' impiego anche dei medici specializzandi per i quali il governo sta preparando un provvedimento ad hoc. E senza tenere scorte da parte: il 30 per cento di dosi (fin qui accantonato per il richiamo) va subito utilizzato, ci sarà solo una sorta di fondo di solidarietà con un 2 per cento di dosi che, all' occorrenza, potrebbero essere dirottate per vaccinazioni a tappeto della popolazione in zone rosse dove si dovesse verificare un cluster .
Eccolo il piano che Figliuolo ha presentato ieri ai governatori riuniti dai ministri della Salute Speranza e agli Affari regionali Maria Stella Gelmini. Un primo step operativo per mettere in fila le criticità delle Regioni. Partendo da un numero inaccettabile: del milione e mezzo di fiale di AstraZeneca da settimane nei frigoriferi delle aziende sanitarie locali ne sono state somministrate a forze dell' ordine, insegnanti e personale della scuola, solo 430.000, meno di una su tre. «Alle Regioni che hanno chiesto chiarezza nei criteri per le priorità delle vaccinazioni, certezza dei tempi e delle forniture, sostegno nella logistica, il governo darà risposte nei prossimi giorni - dice la ministra degli Affari regionali Maria Stella Gelmini -
C' è l' esigenza di fare in modo che la campagna vaccinale sia quanto più possibile uniforme sul territorio nazionale, evitando disparità. Il governo definità un quadro preciso di priorità per fasce d' età e categorie, evitando che le regioni procedano in ordine sparso nell' identificazione ad esempio dei lavoratori dei servizi essenziali. Vanno immediatamente vaccinati i disabili e le loro famiglie, i caregivers e gli operatori delle case famiglia. E occorre accelerare con gli insegnanti, che vanno vaccinati nel comune in cui prestano servizio» .
In cima all' agenda del governo anche la redistribuzione delle dosi tra le regioni in base alla popolazione residente e non più per target e rendere operativo l' accordo quadro firmato da Speranza con i medici di famiglia che, tranne in poche realtà, non è mai partito.
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