Da https://www.cittaceleste.it
Sono passati 48 anni da quel giorno che i tifosi biancocelesti non potranno mai dimenticare. Il 12 maggio del 1974 la Lazio diventava per la prima volta Campione d'Italia. Era la squadra guidata da Tommaso Maestrelli, capitanata da Pino Wilson e trascinata alla vittoria dai gol di Giorgio Chinaglia. Il rigore contro il Foggia realizzato da Long John regalò lo Scudetto alla Prima Squadra della Capitale. Un'impresa raccolta in un libro, oggi in edicola, da Guido De Angelis.
"Questo volume nasce dal rapporto coltivato negli anni con Marco Geppetti, figlio del grande Marcello, storico fotografo della Dolce Vita, che con Il suo obiettivo ha seguito sempre Giorgio Chinaglia e le straordinarie gesta della Lazio di quell’epoca. Lo scopo principale era infatti quello di dedicare a Long John, a dieci anni dalla sua scomparsa, un’opera che lo esaltasse attraverso gli scatti più belli, alcuni dei quali assolutamente inediti, firmati proprio Marcello Geppetti.
Durante le prime fasi di lavoro, purtroppo, l’improvvisa perdita di Pino Wilson ci ha colti alla sprovvista, lasciando in tutti noi un immenso dolore. Ho quindi deciso di ridisegnare il progetto iniziale, aggiungendo alle imprese di Giorgio anche quelle di Pino e di quella meravigliosa banda capitanata da Tommaso Maestrelli, che in un primo piano quasi hollywoodiano domina la nostra copertina. In queste pagine troverete delle bellissime lettere firmate da tutti i protagonisti e dai figli degli eroi volati in cielo della Lazio più bella della nostra vita.
Augurandovi buona lettura, spero che questa edizione di Lazialità possa restare per sempre nella biblioteca di ogni tifoso. Come può non esserci un film dedicato a quello Scudetto leggendario? Chissà che prossimamente non arrivino delle piacevoli sorprese… Mentre scrivo queste righe, l’assessore di Roma Capitale Alessandro Onorato, grazie al suo impegno, ha ottenuto dalla giunta l’intitolazione di una strada della città a Umberto Lenzini. Mi sono battuto personalmente affinché il nostro amato e troppo spesso dimenticato presidente avesse questo meritato riconoscimento. Oggi non posso che esserne felice. Laziali, bella gente".
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