OSPINA NEL FIANCO DI GASP – L’ATALANTA SPRECA TANTO, IL PORTIERE DEL NAPOLI PARA TUTTO. SI DECIDE TUTTO A BERGAMO LA PROSSIMA SETTIMANA. ‘IL NAPOLISTA’ MENA SU GATTUSO: “IL NAPOLI DIFENDE LO 0-0 CONTRO L’ATALANTA. CONSAPEVOLE DELLA PROPRIA DEBOLEZZA, GIOCA UNA GARA ESCLUSIVAMENTE DIFENSIVA. FA ANCHE BENE. DOPO 14 MESI DI GESTIONE GATTUSO, I RISULTATI SONO DECISAMENTE APPROSSIMATIVI" – DEMME FUORI IN BARELLA - INCUBO MERTENS, IL SUO AEREO FINISCE FUORI PISTA. L’ATTACCANTE È ILLESO

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Maurizio Nicita per gazzetta.it

NAPOLI ATALANTA NAPOLI ATALANTA

Si decide tutto a Bergamo la prossima settimana. L’Atalanta ci ha provato a vincere al Maradona, ma gli errori dei suoi giocatori negli ultimi 15 metri e le ottime parate di Ospina hanno tenuto inchiodato il risultato ad uno 0-0 che va bene a un Napoli che si sta riprendendo da un periodo negativo e che aveva bisogno di un’altra prova convincente in fase difensiva per ritrovare autostima. Tutto aperto e probabilmente al Gewiss Stadium la sfida sarà un po’ diversa se il Napoli recupererà almeno Osimhen.

 

ASSETTI

Cambia quello del Napoli che Gattuso schiera con la difesa a tre, un inedito dall’inizio ma già nel finale col Parma il tecnico calabrese aveva schierato così i suoi. Rispetto a domenica 4 innesti freschi: Maksimovic al centro della difesa, Hysaj esterno sinistro, Bakayoko in mezzo e Politano in attacco.

 

Dopo l’amaro esperimento della difesa a quattro nella ripresa contro la Lazio, Gasperini torna al 3-4-1-2 scegliendo la coppia d’attacco colombiana e le forze fresche sono Romero al centro della difesa (Palomino è squalificato), Gosens che torna padrone della fascia mancina, Pessina trequartista e Muriel. L’atteggiamento della Dea è il solito: squadra molto alta e aggressiva.

 

DEMME NAPOLI ATALANTA DEMME NAPOLI ATALANTA

 Più guardingo e attento il Napoli, che evita la costruzione dal basso provando a saltare così la pressione bergamasca. Il primo tiro pericoloso è azzurro: di Insigne, con Gollini che devia in angolo. Risponde Muriel con una punizione insidiosa, che il connazionale Ospina mette in angolo. Ed il portiere è bravo a uscire sui piedi di Pessina, lanciato ancora da Muriel in verticale.

 

Il Napoli prova i lanci lunghi, ma Romero si salva con le maniere forti: prima con un fallo tattico su Lozano e poi con un intervento molto duro su Politano, ma Fabbri non tira mai fuori il cartellino giallo. Sale comunque l’Atalanta, che spreca forse l’occasione migliore con Toloi che chiede e ottiene triangolo da Pessina, sfonda centralmente ma poi conclude fuori dai pali. Il Napoli fatica a uscire e la coppia Zapata-Muriel ci prova ancora senza trovare forza e precisione. In chiusura di tempo è Di Lorenzo a servire un buon pallone in area per Demme, il suo diagonale viene deviato in angolo.

 

 

NAPOLI ATALANTA NAPOLI ATALANTA

 Nella ripresa non cambia il canovaccio, con l’Atalanta a fare la partita. E ci vuole un’uscita a valanga di Ospina sul Muriel per evitare il gol, con contusione al ginocchio per il portiere, fortunatamente assorbita. E così David è ancora reattivo a bloccare a terra una girata di testa di Zapata, su angolo di Muriel. Tutto molto bello, tutto colombiano. Poi cominciano i cambi, anche perché Demme crolla per un sospetto trauma cranico dopo una pallonata. E allora Gattuso inserisce Elmas in mediana e anche Petagna al centro dell’attacco per cercare di tenere più palla e far respirare la difesa sotto pressione. In un contropiede napoletano Romero rifila una botta a Insigne: stavolta Fabbri ricorda di avere il cartellino giallo e lo tira fuori (l’argentino salterà il ritorno).

 

Ma il capitano lascia il campo zoppicante, per Zielinski. Gasperini invece cambia tutti i suoi attaccanti, con Pasalic che diventa il trequartista e Lammers e Ilicic di punta. Ma l’Atalanta cala comunque di intensità e il Napoli riesce a controllare. Con Gattuso che prova nel finale la carta Osimhen, ma il nigeriano pur essendo migliorato, è ancora lontano dal ritmo partita.

 

 

GATTUSO TORNA GATTUSO

Massimiliano Gallo per ilnapolista.it

 

Il Napoli è ben più che convalescente. Il Napoli è una squadra che dopo 14 mesi non ha una propria identità di gioco, e Gattuso è tornato all’idea che più gli si addice: una difesa più o meno a oltranza. Metodo che in fondo ha portato i migliori risultati della sua gestione. Questa sera, contro l’Atalanta in Coppa Italia, Gattuso è tornato all’antico. Consapevole della inferiorità del suo Napoli rispetto all’avversario, il tecnico ha impostato l’intera partita in chiave difensiva. E alla fine è stato anche premiato. Il Napoli ha raccolto un prezioso 0-0 che lascia apertissima la qualificazione per la finale.

RINO GATTUSO RINO GATTUSO

 

L’Atalanta ai punti avrebbe stravinto ma il calcio non è il pugilato. I puristi storceranno certamente il naso. Noi non siamo tra quelli. Abbiamo tanti difetti ma non questo. Siamo però discreti osservatori. E dopo 14 mesi di gestione Gattuso, i risultati sono decisamente approssimativi. Il Napoli non ha praticamente mai messo in apprensione la difesa avversaria, forse una volta sul finale del primo tempo con Demme. Più qualche tiro, come ad esempio Insigne nel primo tempo.

 

 

Gattuso ha stravolto la squadra. Si è schierato a specchio con la difesa a tre: Maksimovic centrale con ai lato Manolas e Koulibaly. Sugli esterni Hysaj e Di Lorenzo e in mezzo Demme e Bakayoko: non proprio due piedi raffinati. Davanti, Lozano punta centrale col compito di allungare la difesa avversaria, con Insigne e Politano.

NAPOLI ATALANTA NAPOLI ATALANTA

 

L’Atalanta ha via via preso il controllo della partita. Ci ha fatto male, soprattutto dal lato destro. Per nostra fortuna, i bergamaschi hanno sbagliato due volte da soli davanti a Ospina. Il Napoli ha fatto fatica a ripartire, anche perché non avevamo qualità a centrocampo. Il Napoli è finito alle corde nei primi 45 minuti, ma non è andato al tappeto.

 

Nella ripresa, il canovaccio non è cambiato. Ma la squadra di Gasperini si è resa meno pericolosa.

 

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Va comunque fatta un’analisi del Napoli. Un’analisi che prescinda dalla mozione degli affetti, dagli abbracci, dalla considerazione se la squadra giochi o meno per Gattuso. Non si capisce perché in Italia le situazioni calcistiche vengano analizzate sempre in chiave populistica e melodrammatica. I calciatori sono professionisti. Giocano sempre per vincere. A volte, l’allenatore li dispone in campo in modo chiaro. Altre volte meno. Ecco, il Napoli di Gattuso è da tempo confuso, da tempo non sa bene cosa fare. Lo sa anche Gattuso, altrimenti non avrebbe giocato per difendere lo 0-0. Essere consapevoli della propria debolezza è comunque un segnale di intelligenza. Speriamo che si riesca a lavorare anche sull’altro aspetto.

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