Andrea Sereni per corriere.it
Trionfi ed esclusioni
L’epica di una sconfitta coraggiosa può battere anche una vittoria, pur se gloriosa. France Football ha scelto 50 partite «da leggenda», che hanno fatto la storia. Perdere è bello nella classifica del settimanale — prende in considerazione gli ultimi 50 anni —, che al primo posto inserisce Francia-Germania, la semifinale del Mundial 82 (sì, quello dell’Italia di Pablito) vinta dai tedeschi 5-4 ai calci di rigori. Ci sono anche esclusioni eccellenti. La finale di Berlino, Mondiale 2006, non rientra nella top 50.
Per la Francia quella partita fu persa dalla squadra migliore, lo ha ripetuto spesso anche l’ex c.t. Domenech, quindi una sconfitta non piena e non meritevole di un posto nelle gare da ricordare. Per il resto la lente d’ingrandimento un po’ sciovinista è puntata sulle squadre francesi, ma c’è anche tanto Milan (compresa la finale di Champions contro il Liverpool del 2005). Poi una sola partita della Juventus: Inter, Roma, Napoli o altre italiane non sono presenti. E anche i due giganti del calcio, Maradona e Pelé, sono stati trattati senza deferenza.
Francia-Germania 1982, la rimonta
L’abbiamo anticipato, la partita «da leggenda» è Francia-Germania del Mondiale 1982. Due Nazionali rivali, due Paesi in continuo confronto: come ricorda Platini la notte di Siviglia fu «momento sublime e meraviglioso», che mescola «sogno e incubo», «gioia e disperazione», «rabbia e ingiustizia», «speranza e dubbio».
La Francia che va sul 3-1 ai supplementari e viene rimontata, la traversa centrata da Amoros all’ultimo minuto dei regolamentari sull’1-1, la Germania che vince ai rigori. Una semifinale che ha anche creato un «nemico», antieroe per eccellenza, il portiere Harald Schumacher (L’«Equipe» lo definì «mostro professionale») colpevole per un’uscita killer sul transalpino Battiston.
Due giorni di coma e altrettanti denti rotti per il francese: «Battiston ha perso due denti? Bene, vorrà dire che gli regalerò una dentiera d’oro», commenterà nel post partita Schumacher, autoproclamandosi uomo più odiato di Francia.
Milan-Liverpool (2005)
patrick battiston in francia germania 82
Il secondo match per France Football è quel Milan-Liverpool che i tifosi rossoneri, da oltre 15 anni, provano a cancellare dalla memoria. Il 25 maggio 2005, finale di Champions League a Istanbul, la squadra di Ancelotti chiude il primo tempo in vantaggio per tre reti a zero. È un 11 fortissimo, quello del Milan, già campione nel 2003: Dida in porta; Nesta, Maldini, Stam e Cafù in difesa; Pirlo con Seedorf e Gattuso a centrocampo, Kakà dietro alla coppia Shevchenko-Crespo. Ma nella ripresa, inspiegabilmente, si spegne la luce: così in sei minuti gli inglesi trovano un insperato 3-3, per poi vincere ai rigori, con errore decisivo di Sheva.
patrick battiston in francia germania 82
Come è stato possibile? In un’intervista al Corriere Maldini ha raccontato: «Non è vero che nell’intervallo abbiamo festeggiato. Al contrario: abbiamo litigato. Ci siamo rinfacciati cose stupide, tipo un passaggio sbagliato. Allora Ancelotti ha urlato: "Zitti tutti cinque minuti!". Siamo stati zitti e poi ci siamo parlati con calma. La finale di Champions crea molte tensioni. E il calcio è il più imprevedibile degli sport»
Francia-Brasile 3-0 (1998)
Doveva anche esserci una vittoria della Francia, alla fine, sul podio. France Football ha scelto la finale del Mondiale 1998, quello giocato in casa dai galletti: 3-0 al Brasile di Ronaldo. A prendersi la scena, nella notte di Saint-Denis, non è il Fenomeno ma Zidane: doppietta e coppa strappata dalle mani dei verdeoro, campioni ad Usa 1994. Ma su quella finale aleggia ancora un mistero, legato proprio a Ronaldo. Il più forte giocatore del mondo a poche ore dalla partita ebbe un malore:
«Ho temuto di morire. Per trenta secondi sono stato malissimo, ho avuto le convulsioni — ha raccontato in seguito Ronnie —. La lingua si è rovesciata, è arrivata fino in gola, mi mancava il respiro, avevo la bava alla bocca: così mi hanno raccontato i compagni». Non stava bene, nessuno ancora sa bene il perché. Non era in condizione di giocare, ma fu mandato in campo: anche in questo caso, nessuno ancora sa il perché.
Paolo Rossi e tanto Milan
La quota italiana della top 50 di France Football ha nel Milan la squadra selezionata più volte. Al quinto posto c’è però l’Italia, battuta dalla Francia nella finale di Euro 2000, decisa dal golden gol di David Trezeguet. Due posizioni più in basso troviamo la gara che ha consacrato Paolo Rossi: al Sarrià Italia-Brasile 3-2, Pablito autore di una tripletta che porterà gli azzurri in semi-finale al Mundial spagnolo. Solo undicesima quella che da molti è considerata la partita del secolo, Italia-Germania 4-3 al primo Mondiale messicano.
Poi tanto Milan: la finale di Coppa dei Campioni del 1993 persa contro il Marsiglia, decisa da un gol di Boli (16esima), il 5-0 contro il Real Madrid nel 1989 (21esima), la rimonta subita in Coppa Uefa nel 1996 contro il Bordeaux di Zidane, nel 3-0 firmato da Dugarry e Tholot (24esima) e il 4-0 rifilato al Barcellona di Cruyff nella finale del 1994 (40esima). Come anticipato, l’unica altra partita di una squadra italiana presente in classifica è Juventus-Argentinos Juniors, Coppa Intercontinentale del 1985 vinta dai bianconeri ai rigori, con Platini votato come miglior giocatore
Argentina-Inghilterra del 1986
Per trovare in classifica Diego Armando Maradona dobbiamo scendere fino alla 14esima posizione: lì c’è Argentina-Inghilterra, la partita manifesto del Pibe. Quarto di finale di Messico 86, lo stadio Azteca contiene 100mila e più tifosi per una sfida che va oltre il rettangolo verde: i due Paesi sono reduci dalla guerra per il possesso delle isole Falkland, in cui quasi 700 argentini persero la vita. Maradona gioca anche per loro quando beffa i britannici e segna il gol passato alla storia come la Mano de Dios, poi completa l’opera danzando con il pallone tra gli avversari fino alla rete, in quello che è divenuto il gol del secolo.
Pelé escluso
Un po’ a sorpresa, nonostante i pochi anni a disposizione (la classifica considera gli ultimi 50 anni), non è stata inserita nella top 50 di France Football nessuna partita memorabile di Pelé. E dire che di possibilità ce ne erano. In Messico nel 70 il Brasile giganteggiò sulle spalle del suo numero 10. Pelé regalò spettacolo contro l’Uruguay, con la celebre finta che gli permise di superare il portiere Mazurkiewicz, poi saltò più in alto di Burgnich per sbloccare la finale vinta dai sudamericani 4-1 contro l’Italia. C’è ad esempio Liverpool-Everton, finale di FA Cup 1989, ma nessuna gara di O'Rei.
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