Un patto europeo per picchiare i romanisti, e vendicare così la morte di Ciro Esposito. Questa è la ricostruzione che fa il Corriere della Sera sugli scontri tra ultras di Napoli e Roma avvenuti domenica scorsa sull’A1, all’altezza dell’area di servizio di Badia al Pino dove morì Gabriele Sandri. Cinque mesi dopo la morte di Ciro Esposito, avvenuta il primo novembre 2014, sarebbe partito un “patto di vendetta” siglato dai tifosi del Napoli con ultras da tutta Europa. Un patto sancito da uno striscione esposto dai tifosi del Napoli proprio nella sfida contro la Roma di quel novembre di più di otto anni fa. “Ogni parola è vana, se occasione ci sarà non avremo pietà”. E da quel momento, sarebbe partita la caccia al romanista con l’epilogo (per ora) di due giorni fa a Badia al Pino.
Anche gli ultras del Psg contro i romanisti
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Il Corriere della Sera riporta una serie di esempi a favore di questa tesi. Il primo episodio il 22 novembre di nove anni fa, pochi giorni dopo quello striscione. Duecento tifosi dell’Atalanta cercarono di assalire un pullman di romanisti, nove furono arrestati. A Napoli qualche giorno dopo comparvero murales con scritto “Fuori Bergamo dalle galere” e partì anche una colletta per sostenere le spese legali degli atalantini arrestati. Perfino la curva del Psg avrebbe cacciato chi sosteneva i romanisti. “Se si picchia un romanista nessuno viene lasciato solo”. Questo il motto che muoverebbe gli attacchi ai giallorossi in Italia e perfino in Europa: si sono visti per esempio da parte delle tifoserie di Monaco 1860 e Borussia Dortmund in Germania, e della Stella Rossa di Belgrado in Serbia.
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