Gianluca Oddenino per “la Stampa”
La ferita sanguina ancora. Fabio Cannavaro ripensa ad un altro Mondiale senza l'Italia e non si dà pace. «Fa male perché dal 2006 non riusciamo più a dire la nostra, ma quello che mi rattrista ancor di più è la rassegnazione: come se fosse normale ormai». Il capitano della Nazionale campione del mondo è andato a salutare Marcello Lippi nella sua Viareggio, alla vigilia del 74° compleanno dell'ex ct, ma nel menù non c'era la Macedonia.
Fabio Cannavaro, che cosa sta succedendo al calcio italiano?
«Bisogna cambiare in fretta, qui perdiamo una generazione: nelle coppe europee non andiamo avanti e così in Nazionale. Non ci rendiamo conto che dalle altre parti vanno a tremila all'ora: non siamo più i più belli e i più forti».
Come si rilancia un sistema?
«Non so la cura e non spetta a me, ma è evidente che c'è un'organizzazione che non sta funzionando. È un meccanismo che va cambiato, perché più andiamo avanti e peggio è».
In Serie A gli italiani sono solo il 35% dei giocatori. Manca la base da cui ripartire?
«È un dato pesante, ma anche in Premier giocano pochi inglesi. Noi non abbiamo le strutture e puntiamo poco sui giovani: in Italia uno a 18 anni deve fare esperienza, mentre all'estero gioca. Così come gli allenatori: bisogna fare tanta esperienza (sorride, ndr), poi vedi che ci sono Gerrard e Lampard in panchina...».
Dopo l'eliminazione ai playoff si è parlato di Cannavaro in Nazionale...
«Anche se mi ha fatto piacere, non c'era niente di vero. Però non è questione di un allenatore, ma di un sistema che sta fallendo da troppi anni».
Ma lei sogna l'azzurro?
«Credo sia normale, la mia storia parla di questo... Ho avuto la fortuna di alzare la Coppa del mondo, ma ora c'è un allenatore che ci ha fatto vincere l'Europeo. In futuro vedremo: devo lavorare e avere la mia possibilità».
La vedremo in Serie A?
«Per adesso no. Ho fatto diversi colloqui con squadre all'estero, Inghilterra e Spagna, ma anche con nazionali. Però c'è un problema: in Italia pensiamo che gli altri campionati non esistano. Io sono 6 anni che alleno e in Cina si gioca a calcio, non fanno mica un altro sport».
A chi darebbe la palma di miglior allenatore?
«Italiano alla Fiorentina sta facendo molto bene».
Lei ha giocato con Napoli, Inter e Juve. Da spettatore interessato, come vede questo campionato?
«Bello aperto. Ci sono ancora tanti punti in palio e può succedere di tutto».
Ma lei lo vede aperto a 4 squadre o la Juventus è fuori dopo la sconfitta con l'Inter?
«È aperto a 4 squadre, vedendo gli ultimi risultati. La Juve non molla mai e questo è il campionato delle sorprese».
La Juventus che cosa può avere in più per sperare nell'incredibile ribaltone?
«La Juve mette pressione a tutti e quando è lì può fare la differenza, ma è anche vero che ci sono tre squadre davanti».
Può essere aiutata da questo torneo a "ciapanò"...
fabio cannavaro in bici da napoli a roma 4
«Vero, è un campionato strano. Siamo stati abituati a vedere squadre che in questo periodo prendevano terreno sulle altre e ora sembra che nessuno lo voglia vincere: ecco perché tutte e quattro rientrano in questo finale di campionato».
Il Napoli ha avuto il braccino?
«Contro la Fiorentina era un'occasione importante e giocava in casa... Sta diventando una costante, peccato».
Il Milan senza attaccanti è primo, può vincere lo scudetto?
«Può davvero vincerlo chiunque: il finale sarà molto interessante».
L'Inter è tornata ad essere la favorita?
«Ha il morale più alto e una partita in meno: aiuta».
È rimasto stupito dalle difficoltà della Juve?
«Sì, mi ha stupito l'altalena di risultati. La Juve è forte, soprattutto dopo il mercato di gennaio, e mi hanno impressionato anche i tanti infortuni. Dopo tanti anni che vinci in Italia sta cercando di cambiare e ci può anche stare».
De Ligt e Vlahovic sono il futuro garantito per ripartire?
«Sono i due pilastri perché sono forti. De Ligt è stato condizionato da episodi negativi, ma sa giocare di reparto e a livello individuale. È giovane, è forte e mi piace molto».
fabio cannavaro al guangzhou evergrande 6
E Vlahovic?
«Era da tanto che non vedevo un attaccante così... Fa reparto da solo, gioca per i compagni e in area è devastante».
Come l'avrebbe marcato?
«Non so se mi sarei divertito, ma sarebbe stato molto interessante (ride, ndr)».
Lui sembra patire le marcature a uomo...
«Lo soffrono anche i difensori, però, non credete... Se riceve palla con l'uomo attaccato, lui fatica. Ma se ha spazio non lo fermi più».
Chiellini sta riflettendo sul suo futuro. Da capitano a capitano, che consiglio gli darebbe?
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«Di giocare fino a quando può farlo, deciderà lui quando smettere. Perché a volte sono gli altri che decidono per te. Giorgio deve capire poi che cosa fare, ma è intelligente e ha una cultura personale per fare quello che vuole».
fabio cannavaro NAPOLITANO E FABIO CANNAVARO cannavaro