Sul Corriere dello Sport, Italo Cucci interviene sulla questione Juventus-Salernitana, con il gol annullato a Milik per fuorigioco di Bonucci e con tutta la polemica che ne è seguita per la posizione di Candreva che teneva in gioco il difensore della Juventus.
“Mi limito a prender nota che la VAR, attraverso i VAR, si sta massacrando da sola. L’annuncio della CAN, che ammette con un filo di dolore di non avere avuto a disposizione le immagini di Candreva che “tiene in gioco Bonucci “ in occasione del gol della vittoria juventina annullato, mi rattrista perché mi riporta alla memoria l’orgoglio, la bravura e il coraggio di un’antica classe arbitrale letteralmente cancellata da una tecnologia fallibile”.
Cucci ricorda quando, il 16 aprile 1967, l’Inter di Moratti ed Herrera vinse 3-2 sul Venezia grazie a delle decisioni discutibili dell’arbitro Antonio Sbardella. All’epoca, scrive, l’allora designatore arbitrale, Bertotto, “confessò davanti a me l’esistenza della Sudditanza Psicologica”, dimostrando coraggio.
“Gli arbitri non erano infallibili, Lo Bello confessava un suo grave errore alla nascente moviola di Carlo Sassi e più tardi assegnava tre rigori inesistenti al Napoli in una partita con la Spal perché i ferraresi l’avevano accolto al grido di “Duce Duce!!!”. I “ducetti” stanno distruggendo il conduttore essenziale del match, l’arbitro, svuotandolo di autorevolezza e autorità. Oggi vorrei che Gianluca Rocchi, arbitro che ho molto stimato, attuale designatore arbitrale, avesse il coraggio di ammettere la Sudditanza Tecnologica. Negazione del calcio”.
ARTICOLI CORRELATI