Giulia Zonca per “la Stampa”
Più che un ritiro una ritirata. Michel Platini abbandona la corsa per la presidenza Fifa, una poltrona per la quale non aveva comunque possibilità di correre, per tentare di tenersi almeno la carica attuale: la presidenza Uefa.
Il mondo del pallone post scandali è sempre più intricato, solo che ora la mossa di Platini, per quanto ovvia, scioglie qualche nodo. Lui, come il presidente uscente della Fifa Blatter, è squalificato per 8 anni per conflitto di interesse. Il bando arriva dal comitato etico e per provare a levarselo di dosso Platini deve prima fare ricorso e poi andare al Tribunale dello sport.
Riuscire a ottenere un giudizio entro il 26 gennaio, ultimo giorno disponibile per la revisione della commissione elettorale, era impossibile. Avrebbe dovuto forzare i tempi e compromettere le sue possibilità di uscirne meglio di così.
«Ha deciso il calendario» Platini si arrende ma non rinuncia ad attaccare chi lo ha condannato: «Mi hanno impedito di fare campagna, non c' erano più i tempi per gareggiare ad armi pari con gli altri. Ha deciso il calendario, non io».
Parla all' agenzia Ap e alza pure la voce: «Avevo 150 voti a favore, consensi scritti, qualcuno non voleva che io avessi la possibilità di vincere. Non ho niente da rimproverarmi, credo che l' amministrazione di Zurigo non voglia un uomo della Uefa al comando».
Più facile che Blatter non volesse lui come successore, ma ora le federazioni che si sono nascoste «in attesa di una situazione definitiva», devono scegliere uno dei cinque candidati rimasti.
Platini sbatte la porta e promette una difesa forte e velenosa: «Non vedo ancora limiti di età per la presidenza, magari mi ripresento tra 20 anni. I giorni più difficili? No, sono ancora molto fiducioso. So di avere la ragione della mia ma sono infastidito perché ho passato più tempo in tribunale di quanto ne abbia mai passato a parlare di 4-4-2».
Con il suo abituale accento ironico dimentica che è proprio una di quelle deposizioni che lo ha inguaiato e non è stata davanti «all' amministrazione di Zurigo», ma davanti a un magistrato svizzero che il 25 settembre ha definito «a metà tra una persona informata dei fatti e un indagato» e ne ha minato la credibilità.
Previsioni impossibili
Platini mantiene la presidenza Uefa congelata fino alla chiusura del ricorso e non offre esattamente un augurio al suo vice Gianni Infantino rimasto in corsa al posto suo per la carica Fifa: «L' Europa aveva bisogno di qualcuno mentre ero bloccato, vincere non gli sarà facile».
Di certo ora le previsioni sono ardue: Infantino fatica a raccogliere i consensi degli altri continenti, il sudafricano Sexwale non dice più una parola da quando è stato interrogato dall' Fbi, lo sceicco del Bahrein resta il favorito, ma ha tanti oppositori, il principe Hussein ha tanti buoni propositi ma poco seguito e l' outsider Champagne, diplomatico francese, non può che crescere e approfittare delle incertezze altrui. Solo che parte da una base minima. Platini esce di scena, ancora non si è capito chi se la prenderà.
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