Estratto dell'articolo di Franco Vanni per “la Repubblica”
Milan e Inter, sempre appese alla questione stadio, avrebbero fatto volentieri a meno del derby d'Arabia a gennaio, col Napoli così davanti in classifica, con la corsa per la Champions così piena di squadre iscritte e col ruolo di vallette involontarie di Cristiano Ronaldo e Messi, del cui atteso duello posticcio di giovedì a Riad le milanesi giocheranno mercoledì il prologo.
È altissimo il rischio di consumare troppe energie tra viaggio e partita e di affaticare ancora di più chi è reduce dal Mondiale, su tutti l'irriconoscibile Theo Hernandez, restituito spossato dal Qatar. Ma oggi Pioli e Simone Inzaghi dovranno presentare la loro sfida a 5 mila chilometri da Milano - che sottende più danni collaterali in caso di sconfitta dei benefici in caso di vittoria - col trasporto imposto dai soldi, in tempi di mercato magro e di budget ristretto (il Milan è sempre alle prese col rinnovo del contratto di Leao, l'Inter con quello di Skriniar e con l'ipotesi dello scambio Kessié-Brozovic col Barcellona, per fare plusvalenza, e con le polemiche di Gagliardini). La Supercoppa italiana vale un introito da stabilire, perché le finaliste della scorsa edizione, quelle dell'edizione attuale e quelle della prossima (sede da decidere) si spartiranno i ricavi: il minimo dovrebbe toccare i 7 milioni di euro.
La Lega di Serie A medita se proseguire l'esperienza saudita oppure traslocare ad Abu Dhabi o a Budapest o ancora se rimanere in Italia: la formula araba o emiratina a 4 squadre, appena sperimentata dalla Liga spagnola, ingolferebbe un calendario già soffocato dalla futura Champions allargata...
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