Estratto dell’articolo di Antonio Di Muzio per Il Messaggero
Al via l'era Zeman Ter. Il Pescara Calcio ha deciso sarà il boemo a guidare i biancazzurri nel prosieguo dell'avventura per tentare la promozione in serie B. Dopo la sconfitta di Cerignola, mister Alberto Colombo ha dato le dimissioni, un gesto molto apprezzato dagli addetti ai lavori, anche se ormai era chiaro che la sua avventura era ormai al capolinea. Per Zeman inoltre era già stato tutto apparecchiato da diversi giorni dal ds Daniele Delli Carri che aveva incontrato il boemo a Roma martedì scorso in una cena. Oggi Zeman si legherà al club fino al 30 giugno con rinnovo automatico in caso di promozione. Alle 15 il tecnico di Praga dirigerà il primo allenamento al "Poggio" di Pescara. A seguire possibile presentazione all'Ekk Hotel, quartier generale del club abruzzese.
Cinque anni fa in serie A fu richiamato per prendere il posto di Oddo, iniziando poi il torneo successivo un B, esonerato a marzo dopo la sconfitta di Cittadella (2-0). La sua prima volta con il Delfino fu invece memorabile: nel 2011/2012 arrivò per allenare una squadra composta da giovani promesse e un blocco di esperti che aveva vinto la C con Di Francesco nel 2009/2010. Fu una stagione senza precedenti, con calcio spettacolo di Verratti, Insigne e Immobile, gol a raffica, primo posto finale e ritorno in A a trent'anni dall'ultima apparizione. Dopo la festa promozione, Zeman preferì accettare il salto con la Roma. Il patron Sebastiani ha affidato la scelta del nuovo allenatore a Delli Carri. «Non voglio restare in C, voglio vincere: questa squadra ha i mezzi per salire in B», le parole di Zeman nell'incontro con il ds.
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ZEMAN
Su Il Giornale, Claudio De Carli firma un profilo di Zdenek Zeman, ad un passo dal Pescara. Zeman sta per firmare un contratto fino a fine stagione poi, se centrerà la promozione, andrà avanti. Prenderà circa 200mila euro ma a lui non interessano i soldi.
“Va per gli ottanta e se la coerenza è una virtù, dal suo 4-3-3 non si è mai schiodato, fa le stesse cose da quarant’anni e non si è ancora stancato, più della qualità lui guarda i chilometri, li sfianca in allenamento e li stronca sul campo, finisce 6-5, e non sempre sono tre punti, ma anche questo è un dettaglio: “Se i tifosi si sono divertiti anche se siamo usciti sconfitti, io sono felice, talvolta chi perde ha insegnato più di chi ha vinto”.
La domanda è lecita:
“Ma il praghese è un allenatore o un filosofo?”.
“Guarda i suoi durante l’allenamento e pensa che tutti vorrebbero fare gol ma qualcuno dietro deve pur metterlo e allora da quelle parti schiera i puniti, quelli che quando c’è da fare i gradoni dello stadio si lamentano. È talmente popolare anche senza aver mai vinto niente di importante che la gente va da lui e gli chiede consigli, anche se fuori dal calcio lui risponde che non ne sa più di un contadino: “E nessuno va mai dal contadino a chiedergli cosa ne pensa”.
Della sua storia con la Juventus si è scritto tanto. Ora torna in Serie C e il suo primo avversario è un’altra Juve, la Juve Stabia. Il Pescara è dietro a Catanzaro e Crotone.
“quante ne ha girate e a quanti le ha fatte girare col suo calcio totale, maestro dell’impossibile, nell’immaginario del nostro calcio più di altri che hanno vinto lo scudo, Baiano, Signori, Rambaudi e Zemanlandia una stigmate che da noi vale quanto la Democrazia Corinziana di Socrates brazil brasileiro”.
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