Da repubblica.it
Possono bastare 90 minuti per cancellare un incubo di due anni? Forse sì. E’ la serata magica che ha passato Santi Cazorla, protagonista assoluto nel match tra il suo Villareal e il Real Madrid (recupero della 17esima giornata della Liga per gli impegni dei Blancos nel Mondiale per club), terminato 2-2 con doppietta del 34enne centrocampista spagnolo, in estate tornato in forza al sottomarino giallo dopo un periodo di inattività di quasi due anni.
”PARTITA SPECIALE” – Gara sbloccata dopo 4 minuti proprio da Cazorla, abile a battere Courtois di destro su un ottimo passaggio di Chukwueze. Poi la rimonta del Real firmata Varane-Benzema prima del definitivo 2-2 all’81’ grazie ancora a Cazorla, con un colpo di testa nonostante il suo generoso 1.65 di altezza. ”Per me è stata una partita speciale dopo tutto quello che ho passato. Con il passare del tempo e delle gare mi sento sempre meglio”, le parole del 34enne mediano spagnolo che quest’estate, dopo 6 anni all’Arsenal, è tornato al Villareal, squadra in cui aveva già giocato per 8 stagioni.
IL RISCHIO RITIRO – E pensare che prima di questa stagione Cazorla non scendeva in campo dal 19 ottobre 2016. I problemi per lo spagnolo erano iniziati tre anni prima durante l’amichevole Spagna-Cile con una frattura ossea al tallone d’Achille: non sembrava niente di grave (tornò in campo dopo un mese e mezzo) ma fu solo l’inizio del calvario: dal 2013 al 2018 Cazorla si è sottoposto a otto operazioni al tallone, rischiando addirittura l’amputazione del piede. Lui però ha sempre creduto di poter tornare in campo e il Villareal a giugno ha creduto in lui: dalla “magica” presentazione con la presenza del Mago Yunke, noto prestigiatore iberico, che con uno dei suoi numeri lo ha fatto apparire sul campo dell’Estadio de la Ceramica in un mega contenitore a forma di cilindro al ritorno al gol lo scorso 4 ottobre nel match di Europa League contro lo Spartak Mosca: una rete che mancava da due anni e da oltre sette in Europa. Fino all’indimenticabile doppietta di giovedì sera al Real Madrid che è valsa un punto al Villareal e una soddisfazione enorme per Santiago.
CAZORLA
Da sport.sky.it
Suo figlio gli ha dato la forza per andare avanti, sua moglie il sorriso per affrontare i momenti no. Una parola: famiglia. Uno scudo contro i fendenti della vita e degli infortuni. Santi Cazorla, il 18 agosto contro la Real Sociedad, è tornato a giocare una gara ufficiale dopo 668 giorni di calvario, in "cui non riusciva neanche a correre". O a calciare il pallone. Tutta colpa di un'infezione batterica che gli "ha mangiato parte della caviglia destra". Ricostruita, poi, grazie a un trapianto di pelle dal braccio, dove prima c'era un tatuaggio: "Sono come un puzzle - scherza Santi, ricordando quei momenti - ci sono parti di me in posti in cui non dovrebbero esserci". Un calvario sofferto, iniziato ai tempi dell'Arsenal, dove ha pensato di mollare. Attraverso un'intervista al Daily Mail, il centrocampista ripercorre tutti quei momenti no. Ora sorride, ha ritrovato il campo, il Villarreal gli ha ridato la luce: "Ho combattuto per tutto questo e ora devo sfruttarlo al meglio!". La Spagna è di nuovo la sua casa.
"Il mio osso come plastilina, potevo affondare il dito".
Dettagli da horror, va detto. Sul Daily Mail ci sono tutte le foto, rimaste sul cellulare di Santi dopo i tanti interventi. Momento, quanti? Undici. Un'infinita di operazioni al piede destro che l'hanno tenuto fermo per 21 mesi: "Era come se il mio osso fosse diventato di plastilina, l'infezione l'aveva quasi mangiato. Ho perso 10 centimetri di tendine, sembrava orrendo, ma i medici mi dissero che poteva anche andare peggio". Cazorla racconta l'operazione: "Hanno preso parte della pelle sulla coscia e me l'hanno mesa nel braccio. Questo per coprire l'arteria, perché dovevano prendermi la pelle dal braccio per mettermela sul piede. Così mi hanno fatto un tendine nuovo". Santi non punta il dito contro nessuno: "Il primo a dare la colpa a me stesso sono io, perché ho deciso io chi mi doveva operarmi. Sarei dovuto venire in Spagna dal primo giorno, non posso incolpare nessuno".
"Tutto iniziò con il Ludogorets, ero in lacrime"
Contro il Ludogorets l'inizio del Calvario, Cazorla giocava nell'Arsenal: "Più passava il tempo, più stavo male. Tutto è andato avanti fino alla gara contro i bulgari, nell'ottobre del 2016, dove piansi dal dolore. Io ho una soglia davvero alta, ma in quel momento non potevo più sopportare nulla". Il calvario iniziò lì, più di due anni fa. Cazorla - due volte Campione d'Europa con la Spagna - non riusciva neanche a giocare a calcio con suo figlio. Ha passato due anni nell'anonimato, curandosi in giro per l'Europa senza trovare il medico giusto. Poi, dopo l'ennesimo tentativo a vuoto, ha deciso di tornare in Spagna, trovando finalmente la serenità: "La mia famiglia mi ha dato la forza per andare avanti, lo dico sempre. Loro mi dicevano, "dai Santi, hai passato anni a combattere. Non puoi mollare tutto perché oggi sei un po' giù! Si sono trasferiti in Spagna dall'Inghilterra". Poi il ritorno al Villarreal, dove l'ex Arsenal aveva già giocato per 7 anni: "Sarò sempre grato a questa squadra". Grazie a loro è tornato a vivere.