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Se è possibile determinare il prezzo di una casa con valori oggettivi, è possibile farlo anche con i calciatori? Il presidente della Fifa Gianni Infantino in una intervista a “Report” è entrato in tackle sul caos delle plusvalenze gonfiate: “Il sistema ha fallito. Se ogni volta che la magistratura mette il naso in una questione di trasferimenti vede dei problemi, significa che dobbiamo lavorare”. Allo studio un algoritmo, o meglio un sistema di valutazione del prezzo di un calciatore secondo criteri di “ragionevolezza” e “congruità”.
Il bubbone è scoppiato dopo le inchieste aperte a carico di Juve e Inter per le plusvalenze effettuate nelle operazioni di calciomercato degli ultimi anni. Si sono mosse anche la Procura Federale e la Covisoc (Commissione di vigilanza sulle società calcistiche) che hanno aperto un fascicolo individuando più di 60 operazioni sospette che hanno coinvolto anche altri club di Serie A.
La plusvalenza non è vietata dalla legge, anzi. Nel calcio ci si imbatte spesso in plusvalenze sane, figlie di investimenti azzeccati (ad esempio la cessione di Alisson della Roma al Liverpool ha generato per il club giallorosso una plusvalenza intorno ai 57 mln di euro)
Il problema per le società di calcio della serie A nasce con le plusvalenze gonfiate che servono ad attribuire artificiosamente al calciatore un prezzo per truccare il bilancio. Un escamotage contabile che non genera cash ma è solo debito camuffato. Il Covid ha fatto saltare il banco e ha messo il mondo del calcio con le spalle al muro. Bambole, non c’è più un euro. La crisi di liquidità dei club fa temere per la tenuta del sistema.
Nell’industria del pallone il principale fattore di produzione sono i calciatori, giuridicamente assimilabili a lavoratori dipendenti ma in realtà trattati come “asset” dalle società.
“Il problema delle plusvalenze gonfiate nasce dall’arbitrarietà nel determinare il valore di un giocatore”, dice Infantino. Nel mirino il far west dei trasferimenti tra procuratori senza scrupoli e molto spesso improvvisati, commissioni monstre e opacità gestionali.
Da qui la reazione della Fifa che l’anno prossimo reintrodurrà l’esame per gli agenti, introdurrà una camera di compensazione nel sistema dei trasferimenti sul modello di quello che usano le banche per l’anti-riciclaggio. Ma Infantino sta lavorando anche a un sistema (in soldoni, definito algoritmo) che mira ad individuare dei prezzi di riferimento per tipologie di calciatori sulla base di diversi parametri tra cui i principali sono performance, età, ruolo in campo.
Al momento a fornire valutazioni ragionevoli del prezzo di un calciatore sono Cies, Football Benchmark, Wallabies, Standard Football, the Transfer List, Transfer Room. Attraverso alcuni criteri di ragionevolezza e congruità è, dunque, possibile stabilire un prezzo quanto più possibile oggettivo. Ma siamo sicuri che questo "algoritmo" possa andare bene a presidenti, calciatori e procuratori?
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