LA SETTIMA MERAVIGLIA DELL’INTER: DUMFRIES IN CONTROPIEDE CASTIGA UN BEL TORO - SETTIMO SUCCESSO CONSECUTIVO PER I NERAZZURRI CHE ALLUNGANO (PER ORA) IL VANTAGGIO SU MILAN E NAPOLI – NEL 2021 L'INTER HA VINTO 32 PARTITE DI CAMPIONATO. SOLO LA JUVE NEL 2016 NELLA STORIA DELLA SERIE A HA FATTO MEGLIO -  SHOMURODOV NON BASTA ALLA ROMA. LA SAMP TROVA IL PARI CON GABBIADINI. ABRAHAM FUORI PER INFORTUNIO AD INIZIO RIPRESA

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Luca Taidelli per gazzetta.it

 

inter torino inter torino

Inter settebellezze. La squadra di Inzaghi viene a capo di un ottimo Torino grazie al gol (in contropiede!) di Dumfries, centrando la settima vittoria consecutiva in campionato e allungando -almeno per un paio d'ore - a 7 punti il vantaggio sulle seconde Milan e Napoli.

 

E pensare che fino a un mese fa era lei a inseguire giusto di 7 lunghezze. Un successo meno scintillante dei precedenti, ma anche per questo molto più importante. Dove non arriva col fioretto, la banda Inzaghi la spunta di spada, venendo a capo di un match rognosissimo grazie a una difesa diventata un bunker, come dimostrano le sei gare in fila senza subire gol.

 

PRIMO TEMPO

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Inzaghi ripropone dal 1' Skriniar e Lautaro e sceglie Vidal per sostituire lo squalificato Barella. Sulle fasce, conferma per Dumfries e Perisic. Juric preferisce Buongiorno a Rodriguez per completare il terzetto difensivo con Djidji e Bremer. Al posto dell'acciaccato Praet, comunque in panchina, Brekalo vince il ballottaggio con Linetty e affianca Pjaca sulla trequarti, alle spalle di Sanabria. Singo e Aina (Vojvoda colpito da gastroenterite) a tutta fascia. L'idea granata è chiara da subito: inaridire le fonti del gioco interista, con Lukic e Pobega appiccicati rispettivamente a Calhanoglu e Brozovic. Su Vidal va con meno ossessione Buongiorno, che spesso si stacca dalla linea, con gli esterni che si abbassano. Il Toro in avvio però è molto altro, con Bremer che svetta nella propria area e i due trequartisti a mettere ulteriore pressione sulle uscite nerazzurre. Il destro a fil di palo di Pjaca suggella un quarto d'ora in cui gli ospiti si fanno preferire e la capolista non trova tempi di gioco e idee. A Inzaghi servirebbe che si accendessero gli esterni.

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 Quando al 20' Perisic svetta su Singo e innesca Bastoni l'azzurro però si perde davanti a Milinkovic. Calha e Vidal provano a scambiarsi la posizione e il turco inventa subito per Lautaro, che serve Brozovic, la cui conclusione però è troppo debole. Il Toro ci prende gusto. Anche troppo, se è vero che al 30' si fa infilare da un contropiede magistrale inescato da Brozovic che apre per Dzeko, il cui tocco per l'accorrente Dumfries forse viene anche sfiorato dal croato.

 

Quello che conta è che l'olandese trova l'angolino e stappa il match. E qui viene fuori la grande squadra. Al colpo di cinismo infatti segue un'aggressione continua, ispirata dal guerriero Vidal che va a tampinare tutti, mentre i due registi di Inzaghi ora hanno più libertà, con i loro marcatori che pagano lo sforzo iniziale. Al 38' Lautaro potrebbe raddoppiare sull'imbucata di Calha, ma dopo avere dribblato Milinkovic non trova di poco la porta. Il Toro accusa il colpo e si concede le prime sbavature in uscita (Djidji, che poi recupera su Dzeko), per la disperazione di un tarantolato Juric.

 

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SECONDO TEMPO—   Si riprende senza sostituzioni, ma dopo 14' di sportellate senza occasioni da rete Juric richiama Sanabria e inserisce il giovane Warming. Il biondo ci mette subito più verve del paraguaiano e costringe Perisic a un gran recupero. Al 19' Calhanoglu in scivolata intercetta col braccio il tiro di Lukic. Turco ammonito e quindi out alla ripresa, a Bologna, poiché diffidato.

 

Malgrado l'ingresso dello specialista Rodriguez (out Buongiorno, mentre Mandragora rileva Pobega), il piazzato dal limite lo tenta lo stesso Lukic, ma Handanovic c'è. Inzaghi non si smentisce e toglie subito Calha (dentro Vecino), oltre a Lautaro per Sanchez. Il Toro però non ci sta e Warming, dopo avere scippato De Vrij, quasi induce all'autogol Bastoni. Juric al 76' gioca il tutto per tutto, togliendo Singo e Brekalo per l'ex Ansaldi (Aina a sinistra) e Praet.

simone inzaghi simone inzaghi

 

Proprio Ansaldi - dopo un velo suicida di Vecino - costringe Dumfries al salvataggio decisivo, anche se Guida sanziona un fallo di Bremer su De Vrij. L'Inter fatica a ripartire, ma dietro non molla di un centimetro e concede poco. Sensi e D'Ambrosio (out Vidal e l'applauditissimo Dumfries) sono le ultime mosse di Inzaghi. Proprio Sensi lancia Sanchez, il cui destro all'87' però scheggia soltanto il palo. Sull'annuncio dei 4' di recupero, Dimarco rileva Perisic. Ormai è festa Inter, con i 41 mila del Meazza che si inebriano al coro di "la capolista se ne va".

 

SHOMURODOV CHIAMA, GABBIADINI RISPONDE

Da gazzetta.it

Due gol in otto minuti. Prima Shomurodov al 72’ per il vantaggio giallorosso, poi Gabbiadini all’80’ per il pari blucerchiato. Roma-Samp è quasi tutta lì, e non a caso finisce 1-1.

 

 

roma sampdoria roma sampdoria

Primo tempo senza emozioni, il secondo si apre con l’infortunio di Abraham al 47’ e il palo di Candreva al 53’. Al 72’ Shomurodov sblocca dopo un’azione insistita dentro l’area e il tiro giusto per infilare Falcone. La Samp trova il pari all’80’, con Gabbiadini che finalizza una rocambolesca azione offensiva. Ci provano entrambe, ma il risultato non cambia più.

 

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