Mario Sconcerti per il Corriere della Sera
La vittoria è molto importante, la partita un po' meno. È stato tutto confuso, troppo il vittimismo del Siviglia, troppo il tempo giocato in dieci, poca anche la capacità della Juve di esprimere buon calcio. Ma in questa nebbia nervosa, piena di falli e di impotenza, la Juve è stata la più lineare. Non ha mai dato niente di fantasioso, ma ha prima retto la smania del Siviglia, poi lentamente, come le gocce di una cannella che perde, ha ripreso la partita in mano e ha trovato i suoi jolly.
La Juve passa aritmeticamente il turno, quasi certamente vincerà il girone, qualcosa di più difficoltoso del previsto ma dentro i problemi di condizione della squadra, francamente piena di infortuni eccellenti. Il Siviglia è stato bello per poco meno di mezzora. Poi si è spento fisicamente e nella mentalità. Non ha più attaccato, ha subito la spinta leggera ma insistente della Juve brava a capire che la parte cattiva della gara era finita.
È alla fine una vittoria grossa, tonda, indiscutibile, che rilancia le ambizioni europee della Juve finora stretta nella sua scarsa qualità di gioco. Capisco che al Siviglia molto della partita possa sembrare eccessivo, partendo dal risultato, ma se si guarda dentro i minuti, Buffon non ha fatto una vera parata mentre la Juve è stata molto più a lungo a ridosso dell' area altrui.
Sono gli effetti del calcio di Allegri che ha rinunciato a lungo al vantaggio di avere un uomo in più semplicemente per far correre a vuoto avversari già stanchi e frustrati. Poi in un quarto d' ora ha voltato la partita. È difficile vedere partite così nella grande Europa, quasi risparmiose, non molto generose, ma dure, mirate. La Juve porta avanti il suo silenzio pratico con grande esperienza e intelligenza. Ci vuole anche fortuna, perché perdere una partita è un attimo a questi livelli. Ma i rischi sono sempre più degli altri.
Infatti nessuno vuole incontrare la Juve, come minimo fai brutta figura, non domini. C' è in questa squadra una forza intrinseca che sa di industriale. Manca spontaneità ma manca anche lo spreco. Poi tornerà Higuain, tornerà Dybala, apparirà Pjaca. A me sembra ci sia molta strada ancora davanti.