Alessandro Bocci per il Corriere della Sera
La notte prima dell' esame è la più lunga e la più volubile e anticipa ribaltoni spesso impronosticabili. Ecco perché Carlo Tavecchio, pur con l' influenza addosso, ieri pomeriggio si è trasferito all' Hilton di Fiumicino dove questa mattina alle 11.30, dopo il saluto di Giovanni Malagò, si terrà l' assemblea elettiva della Federcalcio. Il vecchio presidente, in sella dall' 11 agosto 2014 a seguito delle dimissioni di Giancarlo Abete, sa bene come gira il mondo. E non si fida dei pronostici, specialmente in un testa a testa così serrato, dove la differenza con lo sfidante Andrea Abodi è minima.
Tavecchio, secondo i sondaggi, è favorito grazie a due mosse decisive: aver rotto lo storico patto tra le componenti tecniche, trascinando dalla sua parte gli allenatori di Renzo Ulivieri e grazie al sostegno, almeno teorico, della stragrande maggioranza dei presidenti di serie A.
Secondo i suoi calcoli pensa di avere in mano il 54 per cento dei voti e di poter essere rieletto al terzo scrutinio, quando sarà sufficiente il 50 per cento più uno. Al primo tentativo è necessario il 75 per cento dei consensi, al secondo il 67, traguardi fuori dalla portata di entrambi i candidati.
Il sistema di voto è complesso e sicuro: i 279 delegati si chiuderanno nelle sette cabine, tante quante le componenti, per esprimere la propria preferenza su un monitor prima di inserire le ricevute di voto nell' apposita urna.
Tavecchio è in vantaggio, ma Abodi è ottimista. I calcoli dello sfidante sono diversi da quelli del presidente uscente e proviamo a riassumerli. Abodi conta sull' appoggio incondizionato dei calciatori che valgono il 20 per cento dei voti, sul 15 della Lega Pro (su 17) e sul 4 della B, ma è convinto di erodere sino al 4 per cento ai Dilettanti, guadagnare l' uno-due per cento tra gli allenatori e arrivare a pareggiare il conto in serie A. Secondo le sue previsioni, confortate da Gravina e Tommasi, i suoi sostenitori, dovrebbe arrivare almeno al 51 per cento. Tavecchio invece pensa di accaparrarsi il 32 per cento dei voti nella roccaforte dei Dilettanti (su 34), il 9 (su 10) degli allenatori, l' 8 per cento dalla Lega di serie A e soffiare il 5 per cento al rivale tra Lega di B e Lega Pro. Il totale fa 54 (per cento).
Oggi sapremo chi ha ragione e chi, invece, ha fatto male i conti. Ma siccome la differenza è esigua, un ruolo fondamentale in queste ore frenetiche lo avranno i fuoriusciti, i cosiddetti traditori, quelli che promettono il voto a un candidato e invece, nel segreto dell' urna, voteranno per l' altro.
Gli arbitri di Nicchi, che pesano il 2 per cento, hanno promesso di astenersi. La sensazione è che i candidati spenderanno le ultime energie lavorando sulla Lega di serie A, la più importante strategicamente e anche la più volubile.
Ultime ore e ultime sfide. I duellanti sono pronti. Occhio ai traditori. Il loro voto può essere quello decisivo.
VENTURA TAVECCHIO ABODI TAVECCHIO ANDREA ABODI