Beppe Marotta è «infastidito» per le dichiarazioni a Tiki Taka di Wanda Nara e nega che qualcuno abbia chiesto a Icardi di «restare all' Inter». «Per noi - spiega l' ad dell' Inter - un pizzico di fastidio per tempi e modi. Smentisco in modo assoluto che qualche dirigente, e in particolare Steven Zhang, abbia invitato Icardi a restare. La nostra strategia è precisa, andremo avanti fino alla fine, nessuno può stravolgere questa linea».
CONTE
Vincenzo D’Angelo per la Gazzetta dello Sport
Antonio Conte non deve essere un grande amante della tradizione popolare.
Nella notte di Sant' Oronzo non ha avuto pietà della sua Lecce, e non ha voluto nemmeno omaggiare la notte della Taranta passata da pochi giorni, perché per la sua prima serata a San Siro ha preferito esibirsi in 90' di danza hard-rock davanti alla sua panchina. Urla, rimproveri, salti, applausi, indicazioni: a bordocampo è stato il solito Conte (alla fine mostra i passi percorsi: 8 chilometri).
Già leader, anima e trascinatore della sua nuova squadra, da cui ha preteso subito un taglio netto con il passato anche all' ingresso in campo: niente più inno perché non c' è più spazio per la pazza Inter, però è il popolo interista ad essere già pazzo di lui: «Io non cerco empatia - ha sottolineato Conte -. Io sono questo, totale per la causa che sposo. Anche in passato, si era sempre creato un grande feeling con l' ambiente di lavoro. E sarà sempre così».
Sulla nuova Inter si vede già la sua mano, soprattutto nell' atteggiamento, nella voglia di osare e aggredire. Perché se il pubblico è già carico, l' ambiente con l' aiuto della squadra può diventare devastante.
«dinamite» per dirla col tecnico. Ma al di là dell' aspetto emotivo, conta il campo, il risultato e la prestazione: «Siamo partiti bene, con la giusta voglia e la giusta intensità, rispettando un' idea - prosegue Conte -. Poi nel finale di prima frazione ci siamo un po' disuniti. Abbiamo cominciato ad andare a braccio e a braccio non si può andare perché si rischiano guai. E nessuno li voleva, visto l' entusiasmo che si è creato attorno alla squadra.
C' è ancora tanto da migliorare, però sono degli step e non dimentichiamo che stiamo lavorando insieme da pochi mesi.
Ripeto: mi piace lavorare con questi ragazzi perché danno grande disponibilità».
L' abito cucito sulla sua squadra è sempre il 3-5-2, anche se Conte ci tiene a sottolineare che si tratta di una evoluzione del 4-2-4 con cui ha mosso i primi passi a Siena e Bari: «Anzi, attacchiamo con più uomini rispetto al mio vecchio 4-2-4. Penso di avere uomini adatti a questo sistema: ho trovato difensori di spessore e centrocampisti bravi nell' inserimento. Sono tutti gol che possono arrivare in più dalla mediana. Su ogni sistema, chiaramente, bisogna lavorare tanto finché i giocatori non sono stanchi di ripetere le situazioni» e dopo questa frase ride, perché sa di essere un martello che batte senza sosta nella testa dei suoi ragazzi fino allo sfinimento. Ma serve anche questo per cambiare mentalità, per trasformare in pochi mesi una squadra che non dovrà più accontentarsi di navigare in zona Champions, ma dovrà lottare per il grande traguardo.
La nuova Inter non è solo corsa, sacrificio e aggressività. E' organizzazione e attenzione ai dettagli, ma soprattutto nuova qualità in mediana. E Sensi accanto a Brozovic sembra già pronto per essere leader anche in una big: «Stefano e Marcelo sono giocatori polivalenti, che hanno grande qualità di palleggio. Andrebbero in difficoltà in una mediana a due, ma a tre vanno benissimo. E anche Vecino ha fatto bene, nonostante sia reduce da un problema muscolare. Stesso discorso per Barella e Gagliardini. «C' è la possibilità di cambiare senza snaturare l' idea che abbiamo», assicura il tecnico. «Ora festeggiamo fino a mezzanotte - conclude - e poi subito testa al Cagliari. Non dobbiamo essere una scintilla, bisogna diventare dinamite». Ambizione e determinazione, con un solo obiettivo: vincere.
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