Sara Tardelli per fondazioneleonardo-cdm.com
Immota manet. E’ il motto che mi torna in mente per descrivere Tania Cagnotto. Quando l’Italia si è fermata ed è sprofondata nel dramma delle vittime e dei contagi per il Coronavirus, Tania Cagnotto si allenava per le olimpiadi di Tokyo. Lo stop è stato un duro colpo anche per lei come racconta: ” Devo ripuntare alle olimpiadi. Ci proverò. E’ difficile ritrovare gli stimoli necessari. Noi atleti ci alleniamo per anni, siamo tarati su una data precisa. In due mesi ho perso praticamente tutto quello che avevo recuperato fisicamente. Non ci sono certezze sulla data dei prossimi giochi olimpici”.
Tania è perseveranza, stabilità, calma. Siede nell’Olimpo degli atleti più forti del mondo, è la tuffatrice che ha regalato al nostro Paese più medaglie nella storia dei tuffi femminili. Eppure nella sua lunga e iridata carriera, non si è fatta scuotere dagli estremismi dell’agonismo e del successo. “Non ho mai odiato un’avversaria, le ho sempre ammirate. Imparavo da loro piuttosto che sperare che sbagliassero. E poi credo profondamente nell’allenamento”.
Tania Cagnotto, 35 anni, fiore all’occhiello della Guardia di Finanza, nel 2017 si ritirava dalle piscine. Il suo cuore guardava altrove, oltre le medaglie. Cercava Maya, la sua bambina che oggi, a due anni, si diverte un mondo ad allenarsi con la mamma. Un destino beffardo ha spiazzato tutti, Tania compresa che si era rimessa in gioco e in gara con un approccio diverso: “Senza lo stress di raggiungere l’obiettivo, non devo più dimostrare niente a me stessa. E’ diverso da prima. Adesso la mia priorità è Maya”.
Mi viene spontaneo chiederle cosa ha imparato dallo sport che insegnerà a sua figlia: “Cercherò di capire la sua passione, di insegnarle a non rinunciare alle prime difficoltà, di avere pazienza e arrivare in fondo alle cose”. Parole che in questi giorni complessi possono ispirarci per superare i sacrifici che le tante fasi che stiamo vivendo e affronteremo, richiedono. Come il distanziamento sociale, uno degli aspetti più subdoli da gestire: ”Provo tristezza quando devo dire a Maya di non avvicinarsi agli altri bambini, mi si stringe il cuore a tenerla lontana da tutti. Sono in imbarazzo anche con le altre mamme, sembra mancanza di fiducia.
Dobbiamo abituarci a prendere le misure su tutto”. Infanzia e madri sono due temi ignorati fino ad oggi dal governo che ha scaricato sulle spalle delle donne le esigenze della famiglia. Le mamme anche in questa ripresa, sono schiacciate dalla cura dei figli, le incombenze della casa e il lavoro come dice Tania “Se facessi un lavoro normale non so come farei a gestire Maya. Ho tante amiche in smart working, con figli a casa, senza aiuto. Mi chiedo come facciano. Tra marito e moglie si danno i turni per poter lavorare. Vivono situazioni davvero difficili. Si dovrebbe fare di più”.
La vita di un atleta è in continuo movimento, con pochissimo tempo per le cose più semplici
“All’inizio della quarantena stavo realizzando il sogno di una vita, fermarmi, godermi la casa, stare tranquilla con la mia famiglia. Ho pensato a quanto sono fortunata ad essere felice con mio marito, stavamo tutti bene. Adesso sono tanto dispiaciuta per le difficoltà economiche che l’Italia deve affrontare. Penso a chi non riuscirà a riaprire e spero che il governo trovi davvero un modo per aiutarli. E poi ci siamo noi che dobbiamo dare una mano in tutti i modi possibili, anche comprando prodotti italiani”.
Adesso che siamo in cima ad un trampolino da cui quasi non si vede il punto d’impatto, facciamo un respiro profondo e con perseveranza, stabilità e calma tuffiamoci nella vita.
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