Alessandro Bocci e Monica Colombo per il Corriere della Sera
La Lega di serie A prova a ripartire. Ma non è facile.
L' ultima ipotesi allo studio è un altro colpo di teatro: far giocare le partite rinviate in questa giornata tormentata il prossimo week end. Ma non ci sono certezze. Se non che la Confindustria del pallone è spaccata in mille pezzi e nessuno, al suo interno, sembra rendersi conto di quanto sta succedendo al Paese.
L' emergenza coronavirus ha messo in ginocchio il calcio. Fibrillazioni e liti. Diffide e minacce. Una specie di inaccettabile (visto il momento) tutti contro tutti. Il consiglio di Lega, in conference call, è stato una specie di teatrino dell' assurdo, chiuso senza lo straccio di un accordo. La Lega ha fissato un' assemblea d' urgenza per mercoledì a mezzogiorno a casa di Malagò, nel Salone d' onore del Coni. Sarà l' ultima occasione per trovare un po' di pace e una soluzione condivisa. Il governo si sta spazientendo. La Federcalcio segue in silenzio, ma con attenzione, l' evolversi della situazione, sperando che i presidenti ragionino facendo sistema.
Ieri non è stato così. Per tutto il pomeriggio Dal Pino e De Siervo, presidente e amministratore delegato della serie A, hanno cercato di sistemare nell' affollato calendario Juventus-Inter, la partita della discordia. L' idea era di metterla in agenda giovedì prossimo, rinviando le due semifinali di Coppa Italia. Niente da fare. L' Inter non è d' accordo perché non ci sarebbero i tifosi nerazzurri.
A Torino si può giocare a porte aperte perché sono cadute le restrizioni del governo, che però restano per gli abitanti delle tre regioni più colpite da virus, Lombardia, Veneto e Emilia Romagna. Così, salvo ulteriori ripensamenti, sempre possibili visto il caos regnante, è stata presa in considerazione una proposta ancora più azzardata: ripartire dalla giornata del misfatto. Domenica si giocherebbero le partite rinviate in questo week end, compresa Samp-Verona, originariamente programmata per stasera e cancellata dal calendario proprio ieri, appena il governatore della Liguria, Toti, ha imposto le porte chiuse.
Samp-Verona, magari, si potrebbe giocare con il pubblico visto che per adesso la Liguria non è soggetta a restrizioni se non nella provincia di Savona. Mentre Milan-Genoa, Udinese-Fiorentina, Sassuolo-Brescia e Parma-Spal sarebbero senza tifosi perché il decreto del governo nelle regioni sotto assedio scade domenica prossima a mezzanotte. La Lega potrebbe essere costretta a piegarsi all' emergenza Nazionale. Altrimenti, il rischio è quello di chiudere bottega. Juve-Inter, invece, sarebbe posticipata a lunedì 9, con i tifosi, magari anche quelli lombardi, se nel frattempo il virus darà tregua alla Lombardia. Solo ipotesi, al momento, dentro il caos.
Deciderà l' assemblea. La ventisettesima giornata, quella in programma la prossima settimana, slitterebbe totalmente al 13 maggio. La Coppa Italia resta com' è: Juve-Milan mercoledì si giocherà senza i tifosi di Lombardia, Veneto e Emilia, Napoli-Inter sarebbe invece a porte aperte.
Vedremo cosa succederà.
Lo scenario può mutare. Si naviga pericolosamente a vista. Tra ripicche e accuse. Il Bologna ha fatto sapere di non voler giocare con la Juve senza tifosi, la Fiorentina ha chiesto il rimborso per l' allucinante viaggio a vuoto a Udine, il Brescia attraverso il presidente Cellino ha inviato una lettera di diffida alla Lega «riservandosi ogni più opportuna azione risarcitoria nei confronti dei soggetti autori di certe scelte». In via Rosellini, sede della Lega, nella deserta domenica milanese sono comparsi tre striscioni dei tifosi interisti che hanno evocato lo spettro di Calciopoli.
Non siamo ancora caduti così in basso, ma la situazione è molto grave.
DAL PINO - MAROTTA
Guido De Carolis per il Corriere della Sera
La spaccatura è profonda, ricomporre non sarà facile e non è detto lo si voglia fare davvero. Il consiglio straordinario della Lega serie A è stato fedele specchio della situazione attuale e ha deciso di non decidere e rinviare tutto all' assemblea di mercoledì.
L' appuntamento è stato più che altro un tutti contro tutti, finito tra accuse e liti. A fronteggiarsi il presidente della Lega, Paolo Dal Pino, e l' amministratore delegato dell' Inter, Beppe Marotta, che aveva parlato di «campionato falsato» dopo i rinvii dell' ultima giornata e soprattutto di Juventus-Inter.
«Venerdì l' amministratore delegato della Lega, Luigi De Siervo, e io abbiamo proposto all' Inter di spostare il match a lunedì per disputarlo a porte aperte, l' Inter si è categoricamente rifiutata, si assuma le sue responsabilità e non parli di campionato falsato. Marotta rappresenta le esigenze dell' Inter, io tutelo la serie A», l' accusa di Dal Pino.
Il consiglio di Lega a quel punto ha preso una bruttissima piega, Marotta ha rimproverato a Dal Pino di essere rimasto fuori Italia e di aver proseguito il viaggio in Nord e Sud America per questioni legate ai diritti tv.
La replica dell' ad dell' Inter è stata pesante. «La proposta di rinviare a lunedì era improvvida e provocatoria: irricevibile. Il pubblico sarebbe stato solo quello juventino, giocare a porte aperte sarebbe andato contro la logica della salute pubblica, presupponendo di fatto la scomparsa del Coronavirus in 24 ore: dalle porte chiuse di domenica a quelle aperte di lunedì. La proposta di fare giocare lunedì Juve-Inter era soltanto un boccone avvelenato».
Non è finita lì, Dal Pino ha ribattuto: «Non era una provocazione giocare lunedì, ma una possibilità che seguiva l' indicazione della Regione Piemonte, poiché il termine dell' ordinanza restrittiva era fissato a domenica sera». Il presidente della serie A era piuttosto sconsolato per l' atteggiamento dei club: in un momento così, ognuno pensa ai suoi interessi personali.
A far saltare il banco è stato proprio il big match tra Juventus e Inter. «Se non ci fosse stata questa partita di mezzo tutto ciò non sarebbe successo», è l' accusa di Marotta. La situazione è di disagio per tutti, l' Inter però non vuole essere danneggiata più delle altre squadre, peraltro ha il calendario più intasato e deve già recuperare due partite.
Al consiglio si sono vagliate le varie ipotesi: far slittare il campionato, traslocare la Coppa Italia, ma una strada per accontentare tutti non esiste. Il punto è non continuare a singhiozzo e senza uniformità. Mercoledì se ne riparlerà in un' infuocata assemblea, anche le piccole ora sono sulle barricate. Il caos rischia di avere un riflesso sulla posizione del presidente Dal Pino e dell' ad della Lega De Siervo: cosa sarà del loro futuro lo si capirà nelle prossime settimane.