1 - ITALIANI IN OSTAGGIO SULLA NAVE DEGLI UNTORI CHE NESSUNO VUOLE
Giordano Tedoldi per “Libero quotidiano”
Per ora sono 136 su un totale di 3.700 passeggeri, ma il loro numero è destinato ad aumentare. Sono i contaminati da nuovo coronavirus a bordo della Diamond Princess, la lussuosa nave da crociera in quarantena al porto di Yokohama, in Giappone, dove è approdata una settimana fa. Ieri il numero dei malati è aumentato di 66 unità.
Una turista americana ha pubblicato sul suo account Facebook una diretta dalla sua cabina, dove, come gli altri passeggeri è confinata salvo 90 minuti al giorno, a turno, spendibili sul ponte.
Il suo umore è buono, la sua voce gioviale mentre filma la frutta e i biscotti, resto della colazione, che le viene consegnata in camera, obbligatoriamente. Filma le salviette per le mani, per la faccia, per il corpo - «abbiamo scoperto che c' è un tipo di salvietta a ogni scopo», scherza - e racconta che fa il bucato da sola, nella vasca del bagno.
«Siamo stati fortunati ad avere una cabina col terrazzo», dichiara, così almeno può sfuggire alla carcerazione, almeno un poco. L' aria condizionata non si può usare, ovviamente, quindi l' unica aerazione è data dall' apertura della porta finestra. La videocamera del suo telefonino riprende quindi la banchina, dove sembra che sia appena entrata in porto il pestilenziale veliero, dagli alberi rosicchiati dai topi, che dal suo castello conduceva in Inghilterra Dracula, o Nosferatu, il non morto. Spiegamento geometrico di autoambulanze. Il tunnel coperto e isolante che collega la nave con la terraferma, dove sono già passati 100 ammalati, tra passeggeri e equipaggio, portati in ospedale.
IL BILANCIO
A bordo ci sono anche 35 italiani, che starebbero tutti bene: secondo la compagnia di navigazione statunitense Princess Cruises i nuovi infetti sono 45 giapponesi, 11 americani, 4 australiani, tre filippini, un canadese e un ucraino.
L' infezione a bordo è stata portata da un passeggero precedentemente sbarcato a Hong Kong, e via via si è diffusa tra i più anziani e deboli, e a coloro che sono entrati in contatto con questi. A bordo, la psicosi da contagio è potenziata dalla quarantena, e l' equipaggio sembra perfino più allarmato dei passeggeri.
La CNN
ha pubblicato il video di un impiegato della compagnia di navigazione che, dopo aver ammesso che lui e molti suoi colleghi (presenti nel video con la mascherina) sono «estremamente spaventati», chiede di «segregare gli infetti dall' equipaggio», perché solo così potranno «restare vivi». L' uomo, indiano, ha anche chiesto al suo Paese di farsi carico dell' emergenza, visto che il Giappone, a suo dire, non è in grado di gestirla. Un passeggero giapponese ha appeso sulla fiancata della nave degli striscioni in cui denuncia la «grave mancanza di medicinali» a bordo.
Come si dice in questi casi, la situazione è fluida, e le notizie contraddittorie: proprio come siamo abituati a vedere in certi film horror o catastrofistici, a bordo della Diamond Princess ci sono quelli (ovviamente americani) che affrontano il nuovo coronavirus con puro spirito d' avventura yankee, facendo dirette e ostentando la disinvoltura con cui vivono la quarantena; c' è il membro dell' equipaggio che dà di matto e, in una specie di attacco di panico, lancia SOS al suo Paese e alle Nazioni Unite; c' è il Giapponese stoico che con ideogrammi artisticamente dipinti orna le fiancate della nave con richieste di medicinali.
ALTRI 10 GIORNI
Visto che la quarantena potrebbe durare ancora un' altra decina di giorni, e forse di più, c' è da immaginare che si vedranno altre scene analoghe man mano che il numero dei contagiati, inevitabilmente, salirà. Ma già adesso, la Diamond Princess rappresenta il maggior agglomerato di contaminati da nuovo coronavirus al di fuori del territorio cinese.
Una specie di condensato non solo di ammalati, che si mostrano ogni mattina fuori dalle loro cabine con le consuete mascherine per prendere aria, e sembrano i pazienti tisici della "Montagna Incantata" di Thomas Mann, come quelli immersi in un tempo che sembra immobile, ma anche un polo magnetico di paure, paranoie, psicosi, fantasie da incubo, stereotipo da film di genere in cui il mostro a bordo, non fermato in tempo, contamina la metropoli come in Zombi 2 di Lucio Fulci, con lo zombi che porta il contagio a New York.
E forse la percezione è distorta non solo a bordo, dove il panico serpeggia mentre ci si misura continuamente la febbre (di nuovo, come i tisici di Mann), ma molto di più sulla terraferma. Da dove si continua a fissare la nave con un sentimento misto di paura, compassione e morbosa aspettativa. Proprio come si guarda un magistrale horror.
2 - QUEI PASTI IN CABINA E IL TERMOMETRO OGNI 4 ORE IL RACCONTO DI ROBERTA SULLA «CROCIERA LAZZARETTO»
Manila Alfano per “il Giornale”
Diventare blogger per caso, anzi per forza. È quello che sta succedendo a Roberta, passeggera della crociera messa in quarantena in Giappone.
La crociera diventata una prigionia per 3.700 persone, 35 italiani. In quarantena per il coronavirus ferma nella baia di Yokohama. Tutti chiusi, ognuno nelle proprie cabine, i più fortunati con il balcone, altri si accontentano di un oblò per guardare fuori, alcuni neppure quello. E dev' essere davvero difficile.
Da quei pochi metri non si esce, i pasti vengono portati dal personale guanti e mascherine. I contatti con gli altri vietati, il tempo che non passa e l' umore rischia di cadere in picchiata. Roberta, originaria di Pozzallo, in provincia di Ragusa, è tra i connazionali bloccati a bordo della Diamond Princess, la «nave Lazzaretto» come l' ha ribattezzata qualcuno.
Lei scrive e racconta la sua storia col nom de plume «Allegra Viandante» la sua avventura. I social che amplificano la sua voce, pagine di un diario che da Facebook rimbalzano fino a qui, in Europa. Ieri mattina, tra i passeggeri si diffonde la notizia uscita dal Japan Time di 66 nuovi casi del virus arrivato dalla Cina; il numero dei contagiati, dunque, è salito a 130. Brutto colpo per il morale di tutti. La speranza di uscire in fretta è lontanissima.
Roberta scrive subito dopo: «I contagiati non sono di nuova contaminazione, ma sempre facenti parte dello stesso periodo di incubazione dei precedenti. Nel frattempo fuori in banchina si sono riversate nuovamente diverse ambulanze. Tante ambulanze». La donna che scrive e tranquillizza tutti «non ci sono italiani tra i contagiati», e italiano è anche il comandante della nave, Gennaro Arma, 45 anni. Aggrapparsi ai social per non sentirsi affondare. «Ho paura che la marea stia arrivando al suo picco. La speranza è che finalmente la parabola cominci a scendere e che i casi comincino a scemare fino ad azzerarsi.
Anche questo, come per ogni dolore o avvenimento brutto deve fare il suo corso». Posta foto e video, personale sanitario giapponese - sei uomini in tuta bianca e cappucci schermati dalla testa ai piedi - che arriva per indagini e controlli. E scrive, per sdrammatizzare, per passare il tempo, arrivano i pasti confezionati e consegnati nelle cabine, dove la gran parte dei passeggeri se ne sta confinata, e i test da fare ogni quattro ore.
I termometri usati a scadenza regolare, il numero da chiamare. L' angoscia che si aggiunge. La voglia di sorridere comunque, come fa Roberta.
«Ogni anima su questa nave è provvista di un termometro personale da usare e auto testarsi ogni 4 ore - scrive - informando subito l' equipe medica, tramite apposito numero nel caso in cui la temperatura corporea superi i 37,5 gradi. La nave continua a ricevere ininterrottamente forniture di ogni tipo tra: cibo sicuro, medicinali per uso personale, salviette disinfettanti e maschere da cambiare almeno 2 volte al giorno».
E intanto «si continua incessantemente a testare le persone, ad oggi altri 336 campioni sono stati prelevati», il Governo giapponese che ieri aveva inviato a bordo un gruppo di 28 persone, tra cui 14 (tra medici e biologi ) e 16 infermieri, per aiutare e sostenere professionalmente l' equipe medica già presente oltre a forniture mediche, macchinari e medicine per i passeggeri, «sta prendendo molto sul serio questa situazione di crisi, così come la compagnia di crociera».