Francesco Spini per la Stampa
All' assemblea che oggi, a Rozzano, vedrà nascere il primo consiglio di amministrazione di Telecom Italia a trazione Vivendi, l' ad Flavio Cattaneo - capoazienda con la certezza di essere riconfermato - può presentarsi con un primo trimestre tirato a lucido, migliore di quanto il mercato stimasse.
E intanto si va delineando una possibile soluzione per la presidenza: domani il cda eletto oggi potrebbe confermare per lo meno ad interim Giuseppe Recchi nella carica, quantomeno in attesa che la Dg Comp dell' Unione Europea si esprima sul controllo di Telecom da parte di Vivendi. Almeno per un mese, dunque tutto dovrebbe rimanere invariato. Poi - anche in base a quanto sarà deciso a livello europeo - il cda deciderà se far scattare la staffetta con l' ad di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine.
de puyfontaine mediaset vivendi
Quanto ai conti, presentati ieri, brilla il fatturato che, rispetto al medesimo periodo di un anno fa cresce dell' 8,5%, a 4,8 miliardi di euro, centrando il miglior risultato consolidato dal 2012. Sale a due cifre (+16,2%, a 2 miliardi) anche il margine operativo lordo. E, in tale contesto, brilla ancor di più il risultato della divisione italiana i cui ricavi salgono del 2,8% e il mol dell' 11%.
In particolare il fatturato da servizi si stabilizza a parità di calendario e Cattaneo annuncia che tali ricavi «nel prossimo trimestre torneranno a crescere». Unico neo, l' utile a 200 milioni, dimezzato rispetto ai 433 di un anno fa, per via di oneri non ricorrenti per 115 milioni e che invece - in termini comparabili, senza contare l' impatto positivo che un anno fa ebbe la valutazione a «fair value» dell' opzione implicita inclusa nel convertendo - sarebbe superiore «di oltre 50 milioni», spiegano da gruppo.
In estrema sintesi l' ad afferma che «accelerando sulla banda ultra larga, rinnovando la strategia commerciale e gestendo con disciplina i costi in un anno abbiamo restituito alla crescita tutti i principali parametri, sia in Italia, sia in Brasile». E, cosa ancora più importante, le prospettive «sono positive su tutti i fronti», confermando gli obiettivi. Insomma, con oggi, sottolinea Recchi, il gruppo manda in archivio «un triennio di lavoro del cda in cui abbiamo avviato una importante trasformazione della società. I risultati ci stanno dando ragione».
Il focus resterà sulla banda ultra larga. Catteneo, sfatando alcuni miti in parte collegati al gran rientro nel cda dell' ex numero uno Franco Bernabè, agli analisti sottolinea che «la separazione strutturale della rete è un discorso chiuso», superato dal modello di «full equivalence» che garantisce la parità di trattamento a tutti gli operatori nell' accesso all' infrastruttura.
Cattaneo ribadisce l' impegno nella fibra, spiegando di aver già cominciato a investire nelle aree cosiddette a fallimento di mercato: tali asset saranno conferiti alla nuova società di cui Tim avrà la minoranza e per cui sta procedendo alla selezione del partner finanziario. L' importante, ribadisce Cattaneo, è fare in fretta perché «chi arriva prima con la fibra, vince la partita». Nemmeno l' arrivo di Iliad preoccupa Cattaneo: «Siamo pronti sia con Kena (il secondo marchio senza fronzoli, ndr) sia con Tim».
Con queste credenziali - e un debito sceso a 25,24 miliardi - oggi l' assemblea approverà il bilancio e eleggerà il nuovo cda. Si attende una buona affluenza che potrebbe essere vicina al 60% del capitale. Vivendi, grazie alle deleghe raccolte, punta a eleggere al primo colpo la propria lista. Il peso dei fondi esteri, che potrebbero convergere sulla lista Assogestioni, potrebbe costringere a una votazione più articolata. Ma il risultato non cambierà: da oggi una Telecom più forte entra ufficialmente nell' era Vivendi.